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Morning Bell: riflettori puntati sulle prossime mosse delle banche centrali

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Dopo la stretta aggressiva della Bce, che ha deciso un maxi rialzo da 75 punti base, ora si guarda alla Fed. I deludenti dati sull’inflazione Usa hanno consolidato le attese di un maxi rialzo nel direttivo del 21 settembre accrescendo la preoccupazione che la stretta possa rivelarsi più lunga e più dura delle attese

AGI – Si prospetta una giornata difficile per i mercati. I riflettori restano puntati anche sulle prossime mosse delle banche centrali che si profilano sempre più aggressive.

Dopo la stretta aggressiva della Bce, che ha deciso un maxi rialzo da 75 punti base, ora si guarda alla Fed. I deludenti dati sull’inflazione Usa hanno consolidato le attese di un maxi rialzo nel direttivo del 21 settembre accrescendo la preoccupazione che la stretta possa rivelarsi più lunga e più dura delle attese.

Si guarda anche alla Banca d’Inghilterra, la cui riunione è stata rinviata dal 15 al 22 settembre per la morte della regina Elisabetta. Nessuna buona notizia arriva infatti dai dati sull’inflazione inglese che hanno mostrato un calo ancora troppo lento dell’indice dei prezzi al consumo.

Gli economisti si aspettano che la BoE alzi i tassi di interesse di altri 50 punti base, anche se alcuni osservatori finanziari prevedono un aumento di 75 punti base.

In mattinata l’attenzione sarà concentrara anche sull’intervento della presidente della Bce, Christine Lagarde, dopo che ieri il vice Luis de Guindos ha detto che la banca centrale europea deve adottare misure risolute per sradicare l’inflazione alta.

Sul fronte macroeconomico, i dati cinesi, con produzione industriale e vendite al dettaglio in crescita oltre le attese ad agosto, confermano il rafforzamento della nascente ripresa della seconda economia mondiale, che è stata frenata da un profondo crollo immobiliare, dal protrarsi delle restrizioni del Covid e da un indebolimento della domanda interna ed estera.

C’è attesa per i dati finali sui prezzi al consumo ad agosto in Italia, e nell’Eurozona, dopo il nuovo record del +9,1% su base annua registrato dalla stima flash di Eurostat.

Sul fronte energetico, la Commissione europea valuta ancora l’ipotesi di un tetto al prezzo del gas russo ed entro il 30 settembre dovrebbe presentare una proposta.

Intanto il governo tedesco ha annunciato che prenderà il controllo delle attività in Germania del gigante petrolifero russo Rosneft, che gestisce una serie di raffinerie nel Paese, al fine di “garantire” l’approvvigionamento energetico del Paese.

Secondo quanto dichiarato dal Ministero dell’Economia in un comunicato, le filiali di Rosneft in Germania, che rappresentano il 12% della capacità di raffinazione del petrolio del Paese, sono state poste sotto “amministrazione fiduciaria” dall’agenzia nazionale che gestisce le reti energetiche.

Prosegue la controffensiva dell’Ucraina sia a sud che nell’est, con il presidente Volodymyr Zelensky che ha promesso di portare il Paese alla vittoria.

La Russia ha avvertito che se gli Usa decidessero di fornire a Kiev missili a lungo raggio supererebbe una “linea rossa” diventando parte del conflitto.

Ieri si è svolto il primo faccia a faccia dall’inizio della guerra tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin, a margine del vertice della Shanghai Cooperation Organization (Sco) a Samarcanda, in Uzbekistan.

La visita è coincisa con il ritorno di Xi su palcoscenico internazionale, a oltre due anni e mezzo dall’ultima missione all’estero, nel gennaio 2020, pochi giorni prima dello scoppio del focolaio di Wuhan, il primo noto di Covid-19.