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Morire di lavoro. Il caso Thyssen Krupp

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Di Fausto Fareri

Un apocalissi l’infortunio del 6 Dicembre 2007 nello stabilimento AST Terni, controllato il colosso italiano dalla Thyssen dal ’94, frutto della grande dismissione del comparto a partecipazione statale. A tredici anni dalla tragedia i volti dei sette operai coinvolti nella catena di innesco di un flash -fire causato da scintille per irregolare scorrimento di un nastro  della raddrizzatrice, alimentato da residui di olio lubrificante, richiama la convergente attenzione di tutti gli asset coinvolti a livello aziendale, sindacale,civico.  Inchieste, emersione di profili di turnazione defatiganti, inefficienza degli estintori ed idranti fecero il resto. La vertenza giudiziaria  ha contribuito indubbiamente a modificare il modello normativo di sicurezza nel testo unico Decr. Leg. 81/ 2007, accelerando l’adozione di un sistema integrato di normative su un piano di determinazioni ruoli azienda con carico di rilevanza obbligatoria e penale rafforzati per la azione di un complesso piano strategico di prevenzione , individuazione rischi, best practice e unificati,  standard, addestramento, da gestire  in un rapporto stretto con gli Enti Bilaterali per la formazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, vero trait d’unione  consultivo, soprattutto over 15 Dipendenti per la rosa dei candidabili tra i componenti RSA.

La Fiom ne fece una battaglia e su questo punto la triade confederale del comparto metallurgia   ha ricostruito lentamente una convergenza. Il carico di obblighi previsti sui lavoratori completa il quadro collaborativo in sinergia speculare con la consegna ed addestramento sull’uso DPI (Dispositivi di protezione Individuali) e norme cautelari, in uno stretto modello cibernetico da mutuare però sul carico orario, riposi, straordinari.  Il raccordo di protocolli ed osservatori aziendali contribuisce oggi ad un clima più dialettico, ma la pandemia ha dimostrato, se mai non n e fosse ricorsa la evidenza,  il rapporto stretto tra ergonomia e prevenzione. I dati dell’ultimo biennio testimoniano un trend in calo( 3037 nel 2019 -2048 nel 2020) dati Sider-web.com, evidenziano

che distanziamento, riposi coerenti col carico unità, manutenzioni oculatamente periodiche e legate al know_how  aziendale , migliorano non solo il vissuto aziendale ma aprono nuove prospettive sul modello integrato di collaborazione tra datori e lavoratori, tesi a non disperdere con ulteriori crisi , purtroppo di ristrutturazione e cessione, un bagaglio umano di tecnica produttiva che da’ da sempre un contributo determinante al nostro PIL. Che il sacrificio di quei lavoratori e dell’operaio Schiavone non resti vano è un auspicio da veicolare nella nuova dialettica industriale.

 


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