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Mezzi della penitenziaria fermi a Napoli, processi a rischio

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Processi e udienze a rischio a Napoli a causa del blocco dei mezzi di polizia penitenziaria nel carcere di Secondigliano. La denuncia arriva dal Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria, che già nei giorni scorsi aveva evidenziato il pessimo stato di molti mezzi utilizzati per il trasporto di agenti e detenuti. Mezzi che però continuano a circolare sulle strade, in alcuni casi, addirittura, privi del tagliando di revisione. “Il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria di Napoli – ha dichiarato Donato Capace, segretario generale del Sappe – ha disposto il fermo di tutti i mezzi non idonei. Di conseguenza, quasi il 90% degli automezzi destinati al trasporto dei detenuti di Napoli Secondigliano resterà fermo, facendo saltare udienze e processi perché i detenuti non potranno parteciparvi. Un problema non solo nostro: un mezzo della polizia penitenziaria è stato coinvolto qualche settimana fa in un incidente stradale a Palermo, ed è stato sequestrato perché risutato senza collaudo”. Secondo i dati diffusi dal Sappe, in Italia  ci sono centinaia di automezzi dellla polizia penitenziaria, più di 80 nel solo carcere di Napoli Secondigliano, fermi in attesa di riparazioni, “che non possono essere eseguite perché mancano i soldi – aggiuge Capace -. Tanti mezzi hanno persino 500mila chilometri e per essi non vengono eseguite procedure obbligatorie di sicurezza, come i periodici collaudi, perché non ci sono fondi”.


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