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Mercati nervosi: si aspettavano un risultato chiaro dalle urne americane

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AGI – Il mercato azionario odia l’incertezza. E chiunque sia il vincitore alle presidenziali, non conoscere il nome e vivere una situazione di stallo per giorni viene definito dagli investitori uno “scenario da incubo“, quello peggiore. Ma non è detto che finisca così: al momento il testa a testa tra Biden e Trump vede il mondo finanziario (a quest’ora ci sono solo i future sui listini, in quanto la Borsa di New York apre alle 15,30 ore italiane e le Borse europee domattina) fiducioso del fatto che sarà presto decretata la vittoria, anche se all’apertura dei seggi ci sono stati segnali di nervosismo.

Non appena è iniziato lo spoglio delle schede, i rendimenti dei Treasury sono volati ai massimi da giugno e il Nikkei di Tokyo ha aperto in rally in quanto gli investitori scommettevano su una schiacciante vittoria di Biden che avrebbe rappresentato un’enorme spinta agli stimoli fiscali.

Ma i segnali che il presidente Donald Trump fosse in vantaggio in Florida hanno gettato scompiglio: i future di Wall Street sono passati prima in negativo e poi sono avanzati in misura consistente. I future sul Dow Jones al momento guadagnano il +0,04%, sullo S&P 500 lo 0,66%. Consistenti i guadagni per il Nasdaq, ora al 2,38% (ma sono arrivati quasi al 4%) con alcuni investitori che confidano in una minore minaccia di controllo antitrust per le principali aziende tecnologiche sotto la presidenza Trump rispetto a quella di Biden. La parola d’ordine resta comunque la volatilità.

A mano a mano che si è evidenziato il serrato testa a testa, i future hanno infatti oscillato, i rendimenti dei Treasury a 10 anni sono scesi allo 0,89% da un massimo di cinque mesi dello 0,93% e nel frattempo anche se Tokyo ha proseguito positiva, le Borse asiatiche hanno registrato un andamento misto e contrastato.

L’euro è tornato a 1,1707 dollari da un massimo di 1,1768 dollari. L’oro invece è sceso a 1.902 dollari l’oncia, ma restando comodamente al di sopra della soglia di 1.858 dollari della scorsa settimana. Anche i prezzi del petrolio hanno ridotto i loro primi guadagni.

I future del greggio statunitense sono saliti di 42 centesimi a 38,08 dollari al barile ma prima avanzavano di oltre il 2%, con i futures del Brent a 39,71 dollari. Secondo gli analisti, i mercati finanziari si sono mossi nella speranza di un pacchetto di stimoli piu’ consistente sotto un’amministrazione democratica.

Ma l’aspettativa delusa di una vittoria schiacciante di Biden è stata motivata dall’ottimismo circa un annuncio imminente del vincitore. Come dicevamo prima, i mercati odiano l’incertezza e in questo caso confidano di sapere presto il nome del presidente degli Stati Uniti che resterà in carica per i prossimi 4 anni. Che arrivino degli stimoli sembra una questione solo di tempo: l’economia statunitense ha iniziato la sua lunga strada verso la ripresa, e tutti, compresi gli economisti e i banchieri centrali sono d’accordo sul fatto che sarà necessaria una maggiore spesa pubblica per sostenere l’andamento del Pil.

Fino a quando non si saprà per certo il nome del vincitore, i mercati resteranno volatili e gi investitori si aspettano che tale tendenza si affievolisca una volta che le elezioni saranno alle spalle. La durata dei futures VIX è invertita, con contratti a breve termine che negoziano a prezzi più alti rispetto a quelli a lungo termine.

Ciò segnala appunto che l’ansia degli investitori è più elevata nel breve termine. Non dimentichiamo che gli Stati Uniti e il mondo in generale sta vivendo un momento drammatico con la pandemia da coronavirus. Secondo gli analisti, insomma, qualsiasi risultato che denota un chiaro vincitore – indipendentemente da chi vince – potrebbe stabilizzare i mercati. Cosi’ riassume David Tawil, presidente di Maglan Capital a New York.:  “L’unica cosa per cui tutti gli investitori pregano è che in un breve periodo di tempo ci sia un vincitore indiscusso, perché qualsiasi altra cosa (oltre a questo) sarebbe catastrofica”.

Vedi: Mercati nervosi: si aspettavano un risultato chiaro dalle urne americane
Fonte: economia agi


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