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Meloni: “Nessun condono fiscale, solo buonsenso”

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“Le cartelle inferiori a mille euro notificate fino al 2015 vengono stralciate, banalmente, perché il costo della riscossione sarebbe più alto rispetto a quello che si incasserebbe”, spiega il presidente del Consiglio nel videomessaggio inviato all’Assemblea di Confesercenti

AGI – “Abbiamo in mente uno Stato alleato delle imprese e dei lavoratori ma anche uno Stato amico di famiglie e cittadini. Per questo, abbiamo voluto inserire in manovra un pacchetto di norme che abbiamo denominato ‘tregua fiscale’. Si sono dette, anche qui, e scritte tantissime cose su questa scelta; la verità è molto più semplice di quella che spesso viene raccontata: nessun condono o colpo di spugna, nella manovra ci sono solo norme di buonsenso e norme vantaggiose per lo Stato, per le famiglie e per le imprese”. A precisarlo è Giorgia Meloni nel videomessaggio in occasione dell’Assemblea di Confesercenti.

“Le cartelle inferiori a mille euro notificate fino al 2015 vengono stralciate, banalmente, perché il costo della riscossione sarebbe più alto rispetto a quello che si incasserebbe. Per tutte le altre cartelle si paga il dovuto, con una piccola maggiorazione e dando una maggiore possibilità di rateizzazione, ma tutti pagheranno il dovuto. In questo modo noi possiamo far rientrare in carreggiata, diciamo così, tante famiglie, tante imprese, soprattutto quelle più piccole, maggiormente in sofferenza”, osserva ancora. “Sono, come vedete, proposte di buon senso, che sono concentrate sull’attenzione all’economia reale“, rivendica il presidente del Consiglio.

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“Come la norma per combattere l’evasione e la concorrenza sleale di quelle attività ‘apri e chiudi’, cioé di quelle attività che aprono, non versano un euro allo Stato e poi spariscono prima che lo Stato riesca a fare i controlli e ricominciano da capo. Miliardi di euro di evasione stimata da questo problema che non si era mai voluto risolvere e affrontare da parte dei governi precedenti. Noi abbiamo previsto un meccanismo di controlli secondo il quale, se c’è qualcosa che ‘non torna’, i titolari di queste attività possono essere convocati e, se effettivamente venisse confermata l’anomalia, gli si puo’ chiudere la Partita Iva. A quel punto la Partita Iva si può riaprire ma in cambio di una fideiussione a garanzia del pagamento delle tasse future”, spiega ancora.

“È una norma – puntualizza il presidente del Consiglio – che combatte la concorrenza sleale che troppo spesso alcuni hanno fatto a danno degli imprenditori che invece rispettavano le regole, perché noi vogliamo una nazione nella quale il principio di legalità viga per tutti”.