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Mafia: Confedercontribuenti, vittime racket e usura abbandonati dallo Stato. Appello a Napolitano

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“Se denunci i tuoi aguzzini, le forze dell’ordine faranno il massimo per garantirli alla giustizia. Così vedi subito che una parte di Stato esiste ed è efficiente. Ma è il dopo che ti fa mancare la forza di andare avanti”. La denuncia arriva dal Presidente Nazionale di Confedercontribuenti, Carmelo Finocchiaro, il quale segnala come la legge 44 per le vittime dell’usura e del racket sia un percorso caratterizzato da tempi lunghissimi e interpretazioni che lasciano l’imprenditore denunziante solo con se stesso e con il fallimento della sua azienda. La legge che prevede la sospensione di 300 giorni dei pagamenti a banche, fisco e fornitori a favore della vittima che ha denunciato, in questi ultimi mesi ha visto una applicazione burocratica, frutto dell’ambigua dizione dell’art. 20 della legge stessa, soprattutto dopo le modifiche avvenute nel 2012; tali modifiche hanno lasciato libera interpretazione ai Procuratori della Repubblica a proposito se la sospensione vada data solo per gli atti esecutivi ricevuti dalla vittima o complessivamente su tutti i suoi debiti contratti nei periodi in cui si è stati vittima di usura e racket. Questo evidentemente genera percorsi diversi a secondo delle Procure, con la conseguenza che in molte di esse, non venendo applicata la sospensiva sui debiti in generale, la vittima venga comunque perseguita sul piano civilistico dai creditori stessi. Impedendo la ripresa della normale attività.

Nel caso di imprenditori concessionari dello Stato o dei Monopoli si rischia addirittura la revoca definitiva a potere operare. Altro lato dolente riguarda l’accesso al fondo di solidarietà (concessione del mutuo a tasso zero), dove è sempre piu’ frequente la concessione dopo anni dall’avvenuta denuncia, con la conseguente chiusura dell’azienda, affossata già dall’usura e dal racket. Questi tempi hanno nei fatti snaturato lo spirito per cui è stata varata la legge.

Per finire vogliamo denunciare l’inutilità del Commissario nazionale antiracket, non esiste piu’ una linea telefonica per contattarlo, è stato cessato infatti il numero verde e se attraverso il centralino del Ministero dell’interno riesci a farti passare l’ufficio del Commissario ti rispondono che ormai non fanno alcun servizio d’informazione alle vittime né esprimono alcun parere. Insomma è per questo facciamo appello al Presidente Napolitano: uno Stato che dice d’impegnarsi in favore delle vittime deve concretamente farlo.


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