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Macron si prepara a un nuovo assalto dei gilet gialli

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Parigi si prepara all'"assalto finale" annunciato dai 'gilet gialli' che oggi torneranno nelle piazze francesi per il loro quarto atto di una protesta contro il governo che fonti di Eliseo hanno definito "un tentativo di golpe". Preoccupato di non attizzare ulteriormente il fuoco delle proteste, il presidente Emmanuel Macron ha deciso che non parlerà se non dopo la giornata di mobilitazione. Ma il governo è deciso a far fronte a un movimento, ormai degenerato nella violenza e strumentalizzato da gruppuscoli estremisti.

Il caso degli studenti ammanettati alza la tensione

Sono stati il premier Edouard Philippe e il ministro dell'Interno, Christophe Castaner, ad annunciare una mobilitazione delle forze dell'ordine senza precedenti che coinvolgerà 89 mila agenti e una decina di mezzi blindati della Gendarmeria, specializzati a far fronte alle barricate. A portare alle stelle la tensione, già altissima, le immagini degli agenti di polizia che giovedì hanno arrestato 151 studenti del liceo di Mantes-la-Jolie, nella periferia di Parigi, e li hanno tenuti ammanettati in ginocchio in un giardino. Scatti che hanno "sconvolto" anche il ministro dell'Istruzione, Jean-Michel Blanquer, e spinto il Difensore dei diritti ad aprire un'inchiesta. 

Il ministro non ha nascosto che gli scontri potrebbero essere ben più gravi di quelli di sabato scorso: il timore è che i manifestanti, quelli più violenti, facciano ricorso all'uso di armi per ferire, o addirittura uccidere, i poliziotti. E gli agenti non nascondono la loro preoccupazione che temono di essere "costretti a sparare" per respingere gli assalti dei manifestanti. "Di fronte alla violenza sistematica, organizzata, le nostre forze risponderanno con forza", ha avvertito Castaner. Le autorità si aspettano "solo poche migliaia di persone, ma persone molto violente: "Queste ultime tre settimane hanno dato alla luce un mostro, che è sfuggito ai suoi genitori".

Una città blindata

I principali monumenti e musei della capitale francese rimarranno chiusi, a cominciare dal Louvre, la Tour Eiffel, Arc de Triomphe e l'Opera. Il sindaco, Anne Hidalgo, ha spiegato che sono state ritirate circa 2 mila elementi di arredo urbano (panchine, segnaletica stradale) per evitare che possano essere usate come oggetti contundenti. E sono date annullate decine di partite di calcio in tutto il Paese, eventi festivi e anche altre manifestazioni programmate da tempo.

Intanto il movimento si divide. La delegazione di 'gilet gialli liberi', ala moderata del movimento di protesta, ha chiesto che la calma sia rispettata. Dopo aver incontrato il premier Edouard Philippe, uno dei rappresentanti, Benjamin Cauchy, ha riferito che il messaggio di "urgenza" è stato trasmesso, sostenendo di aver trovato il capo dell'esecutivo "attento, cosciente delle problematiche, in ascolto". Ora, ha aggiunto, è il momento che il presidente Emmanuel Macron prenda la parola, una richiesta ribadita anche da altri membri del movimento di protesta. Per Jacline Mouraud, portavoce dei 'gilet gialli liberi', "è necessario che Macron si esprima, che sia il presidente di tutti i francesi".

Da quando è tornato dal G20 a Buenos Aires, Macron non ha mai preso pubblicamente la parola, neanche dopo che Philippe ha annunciato la moratoria per tutto il 2019 dell'innalzamento della tassa sui carburanti. Il presidente francese ha fatto sapere che interverrà sulla crisi dei 'gilet gialli' solo a inizio della prossima settimana per evitare di buttare "benzina sul fuoco" prima della manifestazione di domani.

Vedi: Macron si prepara a un nuovo assalto dei gilet gialli
Fonte: estero agi


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