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L’utilizzo dei big data nella lotta all’evasione

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Si annunciano tempi duri per gli evasori fiscali: l’Agenzia delle entrate ha stanziato circa 900 milioni di euro per introdurre tecniche innovative di network analysis, di machine learning e di data visualization, tutti strumenti per l’uso di tecnologia big data avanzata per il contrasto all’evasione nel nostro Paese

di Eugenio Maria Pisano

L’Agenzia delle entrate nel corso degli anni ha fatto ricorso sempre più all’utilizzo dei big data nella lotta all’evasione fiscale. Basti pensare che nella vicina Francia attraverso l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale si è arrivati a risultati considerevoli contro evasori ed elusori fiscali.

È bene ricordare che l’Agenzia delle entrate è titolare di un ampio patrimonio informativo con numerosi dati che incrociati tra loro delineano la profilazione contributiva di ogni singolo soggetto.

Ogni anno infatti, l’amministrazione finanziaria ha accesso ad un patrimonio di dati di dimensioni quasi illimitate. Solo per fare qualche esempio, ogni annualità l’Agenzia ha accesso a 42 milioni di dichiarazioni, 750 milioni di informazioni comunicate da soggetti terzi, 400 milioni di rapporti finanziari attivi, 197 milioni di versamenti F24, circa 2 miliardi di fatture elettroniche e oltre 150 milioni di immobili censiti.

Pertanto l’Agenzia ha di recente stanziato circa 900 milioni di euro al fine di introdurre innovative tecniche di network analysis, di machine learning, e di data visualization, tutti strumenti di utilizzo di tecnologia big data avanzata per il contrasto all’evasione nel nostro Paese. Con l’entrata in campo di questi strumenti la vita per evasori ed elusori fiscali sarà ardua, gli stessi agenti fiscali avranno a disposizione un sistema di supporto imponente per individuare quei segnali o alert di rischio fiscale.

«Con questo nuovo sistema – ha spiegato il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini -, si potranno prevenire e contrastare, in tempi sempre più rapidi, fenomeni evasivi ed elusivi, messi in essere mediante la realizzazione di strutture societarie e schemi transazionali anche complessi, le frodi IVA, anche intracomunitarie, l’utilizzo indebito di crediti d’imposta e di altre agevolazioni».

Le tecniche appena dette consentiranno nel futuro all’Agenzia di valorizzare al meglio il vasto patrimonio di dati di cui dispone, con incroci di dati migliorati nell’efficienza e nell’efficacia di contrasto all’evasione, oggi più che mai argomento principe nelle dinamiche politiche, alla luce della scarsità di risorse economiche disponibile e dal fatto che è tornata in auge la tanto decantata riforma fiscale con annesso taglio di imposte gravanti sul sistema paese.