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L'uccisione di 7 cinghiali intrappolati nel parco giochi all'Aurelio

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AGI – Proteste e tensioni nel quartiere Aurelio di Roma dove sono stati uccisi sette cinghiali, una mamma con sei cuccioli, davanti ad animalisti e residenti che si erano radunati per impedirne la soppressione. 

Gli ungulati erano finiti all’interno del parco giochi del giardino Mario Moderni di via della Cava Aurelia, probabilmente alla ricerca di cibo. Il parco è stato chiuso e i cinghiali sono stati tenuti in trappola per un paio di giorni poi, nella serata di venerdì, l’intervento degli agenti della polizia provinciale e dei veterinari che hanno ucciso gli animali.

Sono dovuti intervenire gli agenti della Questura per tenere sotto controllo la situazione dal punto di vista dell’ordine pubblico per i tafferugli e le proteste degli animalisti che hanno anche tentato di scavalcare la recinzione del giardino.

“I cinghiali sono stati bloccati per giorni dentro il parco – è stato denunciato in una diretta pubblicata sulla pagina social della Leal Lega Antivivisezione – e adesso le forze dell’ordine sono venute qui per ucciderli davanti alle persone”.

“Vergogna, vigliacchi”, hanno urlato dalla folla, “c’è un cucciolo che sta piangendo, gli avete già ucciso la madre. Lasciateli stare”. 

L’episodio ha suscitato polemiche e sdegno bipartisan a livello politico. La sindaca Virginia Raggi ha ordinato una commissione d’inchiesta amministrativa per chiarire quello che è accaduto e per poter “valutare profili di responsabilità”. 

“Secondo quanto dichiarato inizialmente, l’intenzione era quella di sedarli per poi trasferirli in un luogo più consono alla loro natura – ha detto Piera Rosati, presidente della LNDC Animal Protection – la realtà però è stata molto diversa e a dir poco agghiacciante. Arrivata sul posto, la polizia provinciale ha sì provveduto a sedare la mamma ma poi, mentre questa dormiva, alcuni veterinari le hanno inferto un’iniezione mortale. Quello è stato solo l’inizio dell’orrore. Gli addetti, incaricati dal Comune e dalla Regione, hanno iniziato a rincorrere i cuccioli per ucciderli, mentre questi cercavano disperatamente riparo vicino alla mamma ormai morta. Dopo aver compiuto la strage, gli operatori hanno trascinato i corpi dei poveri animali verso un camioncino per lo smaltimento dei rifiuti”.

Abbiamo assistito a uno spettacolo orribile – ha riferito Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, ente nazionale protezione degli animali – dove i diritti degli animali, ma anche quelli di cittadini che hanno lottato fino all’ultimo per la possibile salvezza di questa mamma con i cuccioli, sono stati calpestati in un modo vergognoso. Le soluzioni alternative c’erano eccome e sono state presentate innumerevoli volte sia in situazioni e contesti di ‘normalità’ sia in quella ‘emergenziale’ di ieri. Le associazioni, infatti, si erano mobilitate per permettere lo spostamento dei cinghiali in un’altra zona ma non ci è stato permesso”. 

“Questo scempio va contro il sentire della stragrande maggioranza dei cittadini – ha comunicato l’organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) – che volevano la famiglia salva in una riserva protetta in cui gli animali avrebbero potuto essere trasferiti una volta anestetizzati. Invece le istituzioni hanno preferito la soluzione più crudele”. 

Le dichiarazioni istituzionali del Comune di Roma sono state contestate dall’assessore all’Agricoltura, ambiente e risorse naturali della Regione Lazio, Enrica Onorati: “La decisione della telenarcosi e dell’eutanasia, previste dalla legge nazionale a salvaguardia della tutela e incolumità pubblica – che spetta, è bene ricordarlo, al sindaco della città – è stata assunta all’unanimità al tavolo tecnico, nato da un protocollo di intesa voluto dal prefetto di Roma per sopperire alle inefficienze dell’amministrazione competente”.

“In serata, grazie alla messa a disposizione da parte dell’onorevole Brambilla della sua associazione Leeda – durante una telefonata intercorsa tra lei, Diaco e me – ha scritto l’assessore Onorati – come Regione abbiamo manifestato la nostra disponibilità a dare in comodato d’uso le gabbie dei Parchi del Lazio al Comune di Roma per permettere il prelievo degli animali. Cosa che comportava un lasso di tempo necessario alla messa a disposizione, poiché le gabbie di Roma Natura,  che siede al tavolo, erano impegnate nel contenimento della fauna selvatica nella riserva naturale, come previsto dalla legge. La telefonata – ha concluso l’assessore – si è conclusa con l’impegno di Diaco di avvertire Visca per predisporre il tutto. Da lì, abbiamo appreso tristemente dagli organi di stampa, sia io che l’onorevole Brambilla, dell’avvenuta operazione al giardino”.

Vedi: L'uccisione di 7 cinghiali intrappolati nel parco giochi all'Aurelio
Fonte: cronaca agi


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