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L’Ocse boccia “Quota 100”. Il governo studia nuove soluzioni

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di redazione

“Quota 100” è uno dei cavalli di battaglia della Lega “di lotta e di governo”. Tuttavia sarà difficile che il provvedimento, che consente il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni d’età e dopo aver versato 38 anni di contributi e che fu approvato nel 2019 in via sperimentale per tre anni, la cui validità scade il 31 dicembre 2021, possa essere rinnovato così com’è.
Già nello scorso mese di giugno la Corte dei Conti, nel rapporto annuale sul coordinamento della spesa pubblica, ha indicato nella spesa previdenziale un possibile “rilevante elemento critico per i conti pubblici”, “quale che sia l’evoluzione programmatica del prossimo biennio”, indicando come fonte di crescita eccessiva della spesa previdenziale proprio Quota 100 e il blocco dell’adeguamento alla speranza di vita dell’anzianità contributiva necessaria per accedere alla pensione anticipata.
Contro il mantenimento di “Quota 100” si pronuncia ora anche l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), nell’Economic Survey per l’Italia, l’annuale rapporto dell’organizzazione internazionale sull’andamento della nostra economia, appena pubblicato.
L’Ocse ha calcolato che il peso di “Quota 100” sui conti pubblici italiani si protrarrà fino al 2035, con un aggravio della media delle uscite pensionistiche dello 0,2% del Pil, vale a dire di oltre 3,2 miliardi l’anno.
L’Ocse raccomanda, una volta attenuatisi gli effetti della pandemia, di accelerare i tempi per integrare il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) con una riforma complessiva della spesa pubblica e della politica fiscale.
Lo studio sull’economia italiana fotografa una situazione in cui la spesa per le pensioni toglie spazio agli investimenti nei campi delle infrastrutture, dell’istruzione e della formazione, penalizzando un’intera generazione di giovani con alti tassi di disoccupazione e rischio povertà.
Nell’Economic Survey per l’Italia dell’Ocse si fa rilevare che “se quota 100 fosse adottata su base permanente la spesa pensionistica registrerebbe un aumento comulativo pari a 11 punti percentuali del Pil tra il 2020 e il 2045. Pertanto sarebbe opportuno lasciar scadere ‘Quota 100’ nel dicembre 2021”. “Per contenere ulteriormente i costi – continua il report sull’economia italiana – le pensioni di reversibilità permanenti, pari al 2,4% del Pil rispetto alla media Ocse (1%), non dovrebbero essere rese disponibili alle fasce fortemente al di sotto dell’età pensionabile”
Ancora, secondo gli esperti dell’Ocse, anche cosiddetta “opzione donna”, che dà diritto al pensionamento anticipato con un trattamento calcolato su base contributiva fino a dicembre 2021, “non andrebbe rinnovata, perché amplifica i rischi di povertà in età avanzata”.
Nel corso della presentazione dell’Economic Survey per l’Italia è intervenuto in videoconferenza il ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, il quale ha preannunciato per la fine del 2021 e l’inizio del 2022 “un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento, e quota 100 scadrà”.
Il ministro ha ricordato che il problema dovrà ancora essere discusso nel governo, ma si è detto “fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di bilancio”.
Dalle parole di Franco non è intervenuto alcun chiarimento su come il governo intende affrontare nella prossima legge di stabilità il problema di accorciare lo “scalone” pensionistico che si formerà tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022. Ciò che trapela da altre fonti è che si sta studiando un rafforzamento dei contratti d’espansione e ad una proroga dell’Ape sociale, che potrebbe essere estesa ai lavoratori impegnati in attività gravose. Quanto alla “Opzione donna”, si pensa di strutturare meglio il provvedimento.