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Lo stallo sulla Brexit resuscita il fantasma del terrorismo

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Il terrore piomba nella notte sull’Irlanda del Nord e spezza la giovane vita di una giornalista che seguiva una rivolta contro la polizia a Londonderry, nel Nord-Ovest del Paese. Un luogo che evoca terribili memorie, già teatro in passato di massacri che hanno segnato la storia della Gran Bretagna e della Repubblica Irlandese.

L’omicidio arriva in un momento di altissima tensione, amplificata dalla stagnazione dei negoziati sulla Brexit, che non escludono il ritorno di un confine tra i due territori. A inizio anno, sempre a Londonderry, era esplosa un’autobomba fuori dal tribunale senza fare vittime.

Lyra McKee, astro nascente del giornalismo, nel 2016 inserita da Forbes tra i trenta under 30 più influenti nel settore media del Paese, è caduta, verso le 23.00 locali, sotto i colpi di pistola sparati da uno sconosciuto nel quartiere di Creggan.

Vecchi fantasmi tornano

L’uomo ha mirato alle auto della polizia, che si trovavano sotto una pioggia di bottiglie molotov, ma ha centrato in pieno la cronista, che poco prima aveva twittato un’immagine della guerriglia definendola “follia assoluta”.

La polizia indaga per terrorismo e ritiene che l’assassino sia membro della Nuova Ira, il movimento armato che ha sempre respinto gli accordi del Venerdì Santo. “Riteniamo che sia un dissidente repubblicano violento”, ha spiegato il capo della polizia, Mark Hamilton. “Era da solo e ha sparato in una zona residenziale della città, colpendo McKee”, ha aggiunto.

Leon O’Neill, una giornalista del Belfast Telegraph, ha assistito a tutta la scena. “Ero in piedi accanto alla ragazza, vicino a una Land Rover della polizia. Si è accasciata a fianco dell’auto, ho chiamato io l’ambulanza ma gli agenti l’hanno caricata sul loro mezzo e l’hanno portato d’urgenza in ospedale, dov’è morta”, ha raccontato in un tweet.

La guerriglia si è scatenata in risposta a un’operazione della polizia che ha perquisito alcune abitazioni nelle zone di Mulroy Park e Galliagh in cerca di armi. “I dissidenti repubblicani stanno pianificando attacchi nella città e stavamo conducendo un’operazione di ricerca a Creggan”, ha spiegato Hamilton. “Cercavamo armi che potrebbero essere utilizzate durante il fine settimana di Pasqua”, periodo di massima attenzione dalla Rivolta di Pasqua  del 1916 (dal 24 al 29 aprile con oltre 500 morti e migliaia di feriti).   

I disordini sono partiti a Fanad Drive e si sono estesi: oltre 50 bombe molotov sono state lanciate contro la polizia e due veicoli sono stati incendiati. Per gli inquirenti si è trattato di un’azione pianificata.

La condanna alle violenze, che ricordano i decenni di sangue nell’Irlanda del Nord, è unanime. “Non possiamo permettere a chi vuole diffondere la violenza, la paura e l’odio di trascinarci indietro nel passato”, ha affermato il premier irlandese, Leo Varadkar.

La premier britannica, Theresa May, ha definito l’omicidio “scioccante e insensato”. Dalla Commissione europea arriva una condanna per “il terribile fatto”.

Vedi: Lo stallo sulla Brexit resuscita il fantasma del terrorismo
Fonte: estero agi


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