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L’Italia non puo’ farcela da sola dice il Fondo Monetario. Il Governo “tassi” i grandi redditi e patrimoni

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 La dimostrazione che il nostro Paese resta in forte difficoltà viene dall’analisi del Fondo Monetario internazionale, e che i dati sulla crescita del PIL del 10% dette da Monti non sono credibili. Lo dice il Presidente di Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro, dopo la pubblicazione dei dati FMI.  Secondo il Fiscal Monitor diffuso oggi, ci si avvia verso un’Europa a due velocità: da un parte Italia e Spagna in recessione, dall’altra Germania e Francia che insieme alla Gran Bretagna continueranno a crescere. Di conseguenza l’Eurozona è destinata a entrare in una fase di “lieve recessione” nel corso del 2012 con una flessione su base annua dello 0,5% per tornare a crescere nel 2013 con un ritmo di espansione dello 0,8%. Meglio la Spagna che accuserà una flessione dell’1,7% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013. Berlino, invece, crescerà dell’1,5% l’anno prossimo, la Gran Bretagna addirittura del 2%. L’Italia “Purchè continuino a seguire i percorsi tracciati di risanamento dei conti, Italia e Spagna devono poter prendere a prestito fondi a basso costo” taglia corto il direttore delle ricerche del Fondo monetario internazionale, L’Italia preoccupa ancora perché la riduzione del deficit non è – per il momento – sufficiente ad abbattere il debito. Il disavanzo è infatto in calo dal 3,9% del Pil nel 2011 al 2,8% nel 2012 e al 2,3% nel 2013, ma per lo stock complessivo di debito la situazione resta complessa: dal 121,4% del Pil dell’anno scorso al 125,3% previsto per quest’anno al 126,6% messo in preventivo per il 2013. Il giudizio di fondo sull’azione del governo appare comunque confortante:. “In Italia il pacchetto di provvedimenti approvati a dicembre – si legge – aumenterà di 1,25 punti percentuali di Pil il consolidamento fiscale previsto per il 2012-2014, facendo seguito alle misure già varate in luglio e settembre (e che si traducevano in uno sforzo fiscale pari a 3,25 punti percentuali del Pil per il 2012 e di 1,25 per il 2013 rispettivamente), abbastanza da porre il budget su una linea di pareggio, al netto degli aggiustamenti ciclici, per il prossimo anno”. Fra gli elementi cruciali del pacchetto varato a dicembre, il fondo menziona in particolare la reintroduzione dell’Ici e la riforma delle pensioni. “Grazie a queste riforme e a quelle varate in precedenza – conclude nel passaggio dedicato all’italia – le spese annuali in pensioni dovrebbero scendere di 1,75 punti percentuali di Pil nel corso dei prossimi venti anni. Questa è di gran lunga la performance migliore fra le economie avanzate (la cui spesa media dovrebbe invece crescere di 1,25 punti di Pil) sebbene il livello iniziale di spese in pensioni sia fra i più alti”.  E chiaro conclude Finocchiaro che non e’ piu’ possibile colpire la gente che lavora e produce o i pensionati Monti pensi a tassare i grandi redditi e i grandi patrimoni.


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