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L’inchiesta sulle truffe sugli spettacoli che ha fatto calare il sipario a Palermo

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AGI – Che si trattasse di esaltare Palermo “capitale della cultura” o di allestire una produzione nelle carceri, il tandem della truffa aveva mostrato un talento straordinario per pilotare spettacoli e progetti. Si chiama “Cala il sipario” l’operazione condotta dalla Sezione Anticorruzione della Squadra mobile e coordinata dalla procura che ha svelato un sistema di truffe ai danni dello Stato e falsi in atti pubblici.

Agli arresti domiciliari un ex consigliere comunale e un artista. L’indagine della polizia di Stato è partita dalla denuncia di un funzionario del Comune di Palermo che avrebbe raccontato di aver subito pressioni e intimidazioni da parte dei due per favorire associazioni culturali a loro amiche operanti nel mondo teatrale palermitano.

Sarebbe emerso peraltro il coinvolgimento di altre 15 persone, indagate a vario titolo per i medesimi reati, tra cui rappresentanti legali e referenti di associazioni attive nel mondo teatrale e culturale palermitano, nonché i titolari delle licenze comunali e alcuni medici del capoluogo.

Riscontri documentali e accertamenti bancari hanno fatto luce su diverse procedure amministrative finalizzate all’assegnazione di finanziamenti pubblici per la realizzazione di eventi culturali, teatrali e sociali nel capoluogo siciliano.

Nell’ambito della manifestazione “Palermo città della cultura 2018”, i due complici, quali gestori di fatto di alcune associazioni culturali e organizzatori di progetti, al fine di ottenere la liquidazione del finanziamento da parte della Fondazione Sant’Elia, avrebbero presentato una falsa documentazione fiscale su costi in realtà inesistenti o gonfiati per l’allestimento delle iniziative culturali, utilizzando le somme ricevute a titolo di finanziamento per saldare debiti personali o per regali a parenti e amici.

Stesse modalità nell’organizzazione di altro progetto nel carcere Pagliarelli, destinato ai detenuti e alle loro famiglie, predisponendo il rendiconto al Comune di Palermo per la liquidazione del finanziamento dell’iniziativa con falsi documenti attestanti costi mai sostenuti.

A carico dell’ex consigliere comunale, inoltre, sarebbero emerse ingerenze nelle procedure amministrative dello Sportello unico attività produttive del Comune di Palermo, per l’applicazione di sanzioni amministrative tra cui la decadenza e la revoca nei confronti dei titolari delle licenze comunali dei servizi pubblici di piazza (cocchieri, tassisti e motocarrozzette), attivandosi in loro favore.

Per bloccare tali provvedimenti, l’ex consigliere comunale avrebbe congegnato un sistema consistente nell’esibizione al Suap, da parte dei titolari delle licenze, di certificazioni mediche su false patologie per garantirsi l’archiviazione dei procedimenti di revoca e decadenza. Ma ora giù il sipario su questa trama triste.

Source: agi


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