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L’IMPATTO MACROECONOMICO DEL PNRR

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Nei primi anni, quando si erogano fondi per investire, l’effetto domanda innescato dalla spesa prevale nella determinazione dell’andamento del PIL; nel lungo termine, invece, dovrebbero affiorare ed avere un più forte impatto gli effetti dei maggiori investimenti fatti, accrescendo lo stock di capitale pubblico con effetti positivi persistenti sul PIL potenziale ed effettivo

di Renato Costanzo Gatti

Premessa

La parte quarta del PNRR è dedicata alle analisi macroeconomiche che il piano dovrebbe comportare assumendo che il piano sia accolto ed attuato regolarmente. I dati sono ottenuti applicando il modello QUEST sviluppato dalla Commissione Europea, ed il modello MACGEM-IT SAM. Il modello QUEST proietta i dati tenendo conto degli effetti che gli investimenti pubblici possono produrre, mentre il modello MACGEM-IT rileva piuttosto gli effetti sulla domanda dando quindi una temporalità collegata con la distribuzione della spesa, concentrata tra il 2023 e il 2024.

Effetti sul PIL

Le due proiezioni danno i seguenti risultati non contradditori nella proiezione dei dati percentuali di impatto del PNRR rispetto allo scenario base nei prossimi sei anni:

Anno QUEST MACGEM

2021………………………….0.5……………….0.6

2022………………………….1.2……………….2.0

2023………………………….1.9……………….3.0

2024………………………….2.4……………….3.3

2025………………………….3.1……………….2.5

2026………………………….3.6……………….2.9

TOTALE……………………12.7..……………14.4

Nell’interpretazione dei dati occorre aver presente due differenti approcci che sono quelli adottati dai due modelli; occorre aver presente che nei primi anni, quando si erogano fondi per investire, l’effetto domanda innescato dalla spesa prevale nella determinazione dell’andamento del PIL; nel lungo termine, invece, dovrebbero affiorare ed avere un più forte impatto gli effetti dei maggiori investimenti fatti, accrescendo lo stock di capitale pubblico con effetti positivi persistenti sul PIL potenziale ed effettivo.

Questi dati, tuttavia, debbono essere interpretati avendo presente una nota metodologica di rilevante importanza che è assunta nelle proiezioni, ovvero : “in via prudenziale, non si tiene conto esplicitamente della possibilità che i fondi del PNRR vengano utilizzati per sostenere oppure attrarre investimenti privati attraverso il mercato, ad esempio tramite forme di partenariato pubblico-privato, contributi a progetti di investimento, prestiti o garanzie. In tal caso l’impatto sarebbe stato ben maggiore per l’operare di un effetto leva”.

È ovvio che “l’effetto leva” rappresenta la differenza tra una gestione programmata rispetto ad una gestione lasciata alle libere forze del mercato; rappresenta cioè la capacità, oltre naturalmente alla volontà, dell’ente programmatore di indirizzare e guidare l’intervento dello stato sulla base di una visione, degli obiettivi da raggiungere ed essendo in grado di manovrare gli interventi anche allo scopo di evitare effetti indesiderati, è il fattore che distingue il gestore dal burocrate.

Gli altri effetti

Esaminando i risultati delle ulteriori proiezioni, rileviamo i seguenti effetti al 2026:

Indici…………………….nel 2026………….2021-2026

PIL…………………………….3.6………………….12.7

Consumi privati………..1.9……………………1.5

Investimenti……………10.4………………….56.7

Importazioni…………….4.0………………….13.2

Esportazioni……………..2.7……………………4.0

Occupazione…………….2.8….………………14.7

rileviamo subito la grossa performance degli investimenti, che tuttavia esamineremo meglio quando esamineremo le componenti, ma ciò che salta agli occhi è il forte incremento delle importazioni rispetto alle esportazioni. Rileviamo inoltre la riduzione delle esportazioni nei primi anni con ripresa negli ultimi, e un aumento costante delle importazioni trainate soprattutto dagli acquisti di attrezzature elettroniche ed informatiche. La missione digitalizzazione quindi si traduce in un aumento di importazioni, effetto che dovrebbe ispirare al gestore non burocrate un intervento con criteri di selettività programmata degli aiuti se non degli incentivi.

Per quanto riguarda l’occupazione manca una proiezione per quel che riguarda gli effetti sui settori (agricoltura, industria, servizi) (pubblici, privati) e soprattutto sui soggetti (specializzati, non specializzati, autonomi, precari) e sui generi (donne, giovani). Qui i mutamenti imposti dallo sviluppo delle tecnologie saranno molto profondi richiedendo la presenxa di uno stato programmatore a livello di selettività e di effetto leva e non semplice finanziatore dei centri per l’impiego.

L’analisi per componente

Interessante l’analisi degli interventi del PNRR in relazione alle componenti degli interventi; si classificano cioè, missione per missione, come vanno ripartite le diverse voci di spesa tra le diverse componenti; qui sotto ci limiteremo ad analizzare le cifre di tutte le missioni aggregate analizzate per: investimenti, servizi correnti, incentivi e sussidi (in cifra assoluta ed in percentuale);

Componente……………………..in mld €…………….in %

Investimenti………………………..123.05…………..64.25

Servizi……………………………………19.45…………..10.16

Sussidi……………………………………49.00…………..25.59

Totale…………………………………191.50…………..100.00

Analizzando poi all’interno di ogni componenete troviamo:

INVESTIMENTI……………………in mld €…………….in %

Agricoltura………………………….1.96………………..1.02

Informatica……………………….29.66………………15.49

Mezzi trasporto…………………15.65………………..8.17

Edilizia………………………………62.87……………….32.83

R&S…………………………………..12.91………………..6.74

Totale……………………………..123.05……………….64.25

Predominano gli investimenti in edilizia che doppiano le spese per informatica, lasciando agli ultimi posti R&S e agricoltura. Visto con l’occhio dell’economia della conoscenza i risultati non sono esaltanti, tanto per usare una metafora. Si tenga conto che per edilizia si intendono i fondi destinati alla costruzione di edifici necessari a raggiungere gli obiettivi fissati, ma un discorso andrà fatto, più avanti sui sussidi, per inquadrare meglio la situazione.

Tralasciamo l’analisi dei servizi che vedono la prevalenza di quelli per l’istruzione, ed esaminiamo i sussidi:

SUSSIDI……………………………..in mld €…………….in %

Contributi datoriali…………….3.12……………….1.63

Alle imprese………………….…34.80………………18.17

Alle famiglie…………………….11.08……………….5.79

Totale……………………………….49.00……………..25.59

Tra gli aiuti alle famiglie spicca la spesa di 9.43 mld della missione 2 Transizione ecologica, dove domina il superbonus del 110%. Va rilevato che questo elemento, va considerato come strumento per combattere la produzione di CO2 e CO2 equivalenti, ma si risolve in sostanza ad un incentivo dato alle famiglie ma vincolato al fatto che queste eseguano lavori, per lo più edilizi. Sono quindi sì sussidi alle famiglie ma dove il vero destinatario, oltre al clima, sono le imprese, quelle edilizie in primis.