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Libertà personali e diritto alla salute, un equilibrio difficile

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di Loan

La fase che stiamo vivendo evidenzia la crisi delle democrazie borghesi, fondate sul parlamentarismo (democrazia rappresentativa) la divisione ed il bilanciamento dei poteri, i diritti.
Le limitazioni alle libertà personali imposte dagli stati nel tentativo di arginare il diffondersi della pandemia da Covid 19 esagitano le piazze d allarmano numerosi intellettuali, che denunciano l’emergere di un nuovo dispotismo, di una forma inusitata di totalitarismo.
Massimo Cacciari distingue tra stato d’emergenza e stato d’eccezione che mina la libertà democratica, assimilando a quest’ultima categoria la politica sanitaria del governo italiano.
Giorgio Agamben parla di “colpo di stato” messo in atto attraverso il green pass che, egli dice, è un atto “autorizzatore di libertà” e quindi, se la libertà, per essere esercitata, necessita di un’autorizzazione, cessa di essere tale.
Agamben richiama quello che i politologi americani chiamano Security State, “cioè uno stato in cui – afferma il filosofo romano – ‘per ragioni di sicurezza’, in questo caso di ‘sanità pubblica’ (termine che fa pensare ai famigerati ‘comitati di salute pubblica’ durante il Terrore), si può imporre qualsiasi limite alle libertà individuali. In Italia, del resto, – continua Agamben – siamo abituati da tempo a una legislazione per decreti di urgenza da parte del potere esecutivo, che in questo modo si sostituisce al potere legislativo e abolisce di fatto il principio della divisione dei poteri su cui si fonda la democrazia. E il controllo che viene esercitato tramite videocamere e ora, come si è proposto, attraverso i telefoni cellulari, eccede di gran lunga ogni forma di controllo esercitata sotto regimi totalitari come il fascismo o il nazismo”
A parere di chi scrive questa nota, alla base della protesta contro il green pass c’è la diffidenza, o la convinta contrarietà, nei confronti del vaccino anticovid e, all’origine del rifiuto del vaccino c’è la convinzione – suffragata, appunto dalle posizioni di teorici come Cacciari, Agamben e Ugo Mattei – che il Covid 19 sia poco diverso dalla normale influenza di stagione e sono i governi che ne esagerano la portata per imporre uno “stato di paura – uso ancora le parole di Giorgio Agamben – che in questi anni si è evidentemente diffuso nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio bisogno di stati di panico collettivo, al quale l’epidemia offre ancora una volta il pretesto ideale. Così, in un perverso circolo vizioso, la limitazione della libertà imposta dai governi viene accettata in nome di un desiderio di sicurezza che è stato indotto dagli stessi governi che ora intervengono per soddisfarlo”.
A questo ragionamento si contrappongono i più di cinque milioni di morti nel mondo e le centinaia di migliaia di morti in Europa a causa della pandemia, che non è inventata dai governi. Vi si contrappongono le gravi sofferenze dei ricoverati in terapia intensiva e le conseguenze gravi che la malattia, non il vaccino, lascia nel tempo nel corpo di chi la contrae in forma grave.
Ora, è evidente che sono molteplici le criticità nella gestione dell’emergenza sanitaria, così come è chiara la difficoltà di trovare un giusto punto di equilibrio tra le le libertà personali ed il diritto alla salute, individuale e collettivo, entrambi garantiti dalla Carta costituzionale. Tuttavia cittadini e cittadine italiani non hanno alcun bisogno del green pass per essere controllati in ogni momento ed in tutti i loro movimenti, attività, opinioni e persino pensieri. A questo fine basta e avanza l’uso di un telefono cellulare, dello smartphone, del Personal Computer, della Carta d’Identità elettronica, della tessera sanitaria col microchip e così via.
Allo stesso modo la Costituzione repubblicana viene ignorata, calpestata e stravolta ogni giorno su molteplici fronti, nella lettera e nello spirito, ormai da decenni, forse da sempre, da parte del fragile sistema politico italiano, del tutto impotente di fronte allo strapotere dell’economia finanziarizzata e del pensiero unico liberista da questa imposto.
Questa realtà comporta una riflessione a 360 gradi sulla stato della nostra democrazia, e sui formidabili pericoli che essa corre. Una riflessione che deve potersi tradurre in analisi ed iniziativa politica. Ma quanti, oggi, pensano di poter approfittare delle pulsioni no-vax per suscitare movimenti strutturati o avvantaggiare questo o quel partito politico stanno prendendo un grosso abbaglio.