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L'Europa divisa sui coronabond. Berlino: "Solidali in altri modi"

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La Ue prende in considerazione “tutte le opzioni” per fronteggiare la crisi economica che seguirà all’esplosione del coronavirus, ma l’ipotesi Eurobond o coronabond chiesta dall’Italia è archiviata. A mettere in chiaro quello che era già evidente dopo lo scontro dei giorni scorsi tra i due fronti in cui è divisa l’Unione, è il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. L’emissione di bond “genericamente per mutualizzare il debito non verrà mai accettata” dice Gentiloni, secondo cui si puo’ puntare ad “affrontare l’emergenza sanitaria”, creando “un nuovo strumento di garanzia per la disoccupazione e un piano per il sostegno alle imprese”.

Anche il ricorso al Mes, continua l’ex premier, non sarà accettato nei termini in cui viene richiesto dall’Italia, dalla Spagna e dal blocco sud della Ue: “il Fondo salva-Stati è uno strumento condiviso, la discussione è sulle condizionalità”, ricorda Gentiloni. l’Italia chiede di alleggerirle o di eliminarle, ma “non sono molto ottimista nemmeno su questa” ipotesi, aggiunge, “perciò meglio spostare la discussione su quali obiettivi finanziare e poi decidere come”. “Se capovolgiamo la discussione dal Mes ai Coronabond sugli obiettivi e come finanziarli sono positivo che la strada per trovare un’intesa si può trovare” – aggiunge – ad esempio aumentando e rendendo più flessibile il bilancio Ue e ricapitalizzando la Bei, “che può avere un ruolo fondamentale soprattutto nel sostegno alle imprese”.

Per Berlino il Mes è lo strumento giusto

 Il governo tedesco insiste, da parte sua, che il meccanismo europeo di stabilità (Mes), il fondo di salvataggio della zona euro, dispone di “strumenti” adeguati per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia del coronavirus.”Ha gli strumenti con cui possiamo lavorare”, ha osservato il portavoce dell’esecutivo, Steffen Seibert, a chi gli chiedeva se Berlino stia considerando la fattibilità di altri meccanismi come il ricorso ai titoli di debito comuni, richiesti da nove Paesi dell’Unione europea (oltre all’Italia, Spagna, Francia, Belgio, Portogallo, Irlanda, Grecia, Slovenia e Lussemburgo). E sottolineando che la solidarietà del governo di Berlino si manifesta “in altri modi”, ha citato il contributo dell’esercito tedesco al trasferimento di pazienti Covid-19 dall’Italia e dalla Francia a strutture sanitarie tedesche dall’Italia e dalla Francia.

Seibert ha ribadito che le conclusioni del Consiglio europeo, tenute via video tra i leader dell’UE la scorsa settimana, hanno affidato ai ministri delle finanze il compito di decidere come attivare gli strumenti del Mes. “Il lavoro dei ministri sta andando molto bene”, ha assicurato Seibert.

Questione di “vincoli”

Anche il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ribadisce che la Ue è pronta a usare “tutti i mezzi” necessari, ma sugli strumenti da utilizzare serve il consenso di tutti gli Stati membri, aggiunge, confermando implicitamente che non c’è accordo tra i 27 sul ricorso agli Eurobond o ai coronabond, così come proposto dall’Italia.

“Serve una soluzione rapida ed efficace – aggiunge il portavoce di Ursula von der Leyen – ma anche un accordo tra i Paesi membri”. Paesi che continuano a restare divisi, con il blocco del nord, Germania, Olanda, Austria e Finlandia, contrario all’ipotesi. Mamer è tornato sulla nota diffusa dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen sabato sera dopo le polemiche sollevate dalla sua intervista alla Dpa sui coronabond e ha detto che “sappiamo che c’è un dibattito tra gli stati membri e alcuni di loro” hanno messo l’accento su “vincoli specifici sul tema degli Eurobond o dei coronabond. Questi vincoli ci sono”.

De Guindos (Bce): “Lo strumento più potente siamo noi”

Un’apertura teorica arriva dalla Bce: il vicepresidente della Banca centrale europea, Luis De Guindos dice sì ai coronabond vista l’eccezionalità del momento, ma aggiunge che queste emissioni di debito comune europeo richieste a gran voce dall’Italia con il supporto di Spagna e Francia, non sono “né l’unico strumento di difesa né tantomeno il più potente”. “Lo strumento più potente è senza dubbio la Banca centrale europea”, dice de Guindos.

Lo scenario dell’economia europea intanto continua a peggiorare: l’indicatore del sentimento economico della commissione europea a marzo e’ crollato in modo drammatico sia nell’area euro (-8,9 punti a quota 94.5) sia nell’Unione Europea (-8,2 punti a quatoa 94,8). Malgrado il fatto che in alcuni paesi i dati siano stati raccolti prima delle misure di confinamento introdotte dagli Stati membri per combattere l’epidemia di Coronavirus, si tratta del calo dell’ESI piu’ alto mai registrato dall’inizio dei rilevamenti nel 1985, ha spiegato la Commissione. E tra le grandi economie dell’area euro, l’Italia e’ la piu’ colpita con un calo dell’ESI di 17,6 punti, seguita da Germania (-9,8), Francia (-4,9), Olanda (-4,0) e Spagna (-3,4).
E proprio dalla Germania arrivano altre notizie negative: secondo il consiglio degli esperti economici di Berlino, una forte recessione in Germania e’ inevitabile. Stando alla valutazione dei ‘saggi’ che misurano l’impatto del coronavirus sull’economia del paese, l’economia tedesca calera’ drasticamente nel 2020, fino al 5,4%. 

Vedi: L'Europa divisa sui coronabond. Berlino: "Solidali in altri modi"
Fonte: estero agi


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