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Le relazioni tra l’Ucraina e la Nato sono iniziate nei primi anni ’90

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AGI – “Le relazioni tra la Nato e l’Ucraina risalgono ai primi anni ’90 e dal 2014, sulla scia del conflitto Russia-Ucraina, la cooperazione si è intensificata in aree critiche”. A scriverlo è la stessa Alleanza che ha spiegato che il dialogo e la cooperazione sono iniziati quando l’Ucraina, appena indipendente, ha aderito al Consiglio di Cooperazione Nord Atlantico (1991) e al programma Partnership for Peace (1994). Le relazioni sono state rafforzate con la firma della Carta del 1997 su un partenariato distintivo, che ha istituito la Commissione Nato-Ucraina (NUC) per portare avanti la cooperazione.

Dal 2009, la NUC ha supervisionato il processo di integrazione euro-atlantica dell’Ucraina, comprese le riforme nell’ambito del programma nazionale annuale (Anp). La stessa Alleanza Atlantica spiega che la cooperazione si è approfondita nel tempo ed è reciprocamente vantaggiosa, con l’Ucraina che contribuisce attivamente alle operazioni e alle missioni guidate dalla Nato.

“La priorità è data al sostegno della riforma globale nel settore della sicurezza e della difesa, che è vitale per lo sviluppo democratico dell’Ucraina e per rafforzare la sua capacità di difendersi”, ha scritto ancora la Nato sul suo sito.

Dal vertice Nato di Varsavia del luglio 2016, il sostegno pratico della Alleanza all’Ucraina è definito nel pacchetto di assistenza globale (Pac) per l’Ucraina e, nel giugno 2017, il Parlamento ucraino ha adottato una legislazione che ripristina l’adesione alla Nato come obiettivo strategico di politica estera e di sicurezza. Si arriva così al settembre 2020, quando il presidente Volodymyr Zelenskyy ha approvato la nuova strategia di sicurezza nazionale dell’Ucraina, che prevede lo sviluppo del partenariato distintivo con la Nato con l’obiettivo dell’adesione alla Alleanza.

I requisiti

Questo il punto di partenza, ma per entrare nell’Alleanza il percorso è complesso, a partire dal fatto che l’adesione di un Paese deve essere confermata dai singoli Paesi attualmente membri; in pratica 30 Parlamenti. A definire il processo è il Trattato nord Atlantico all’articolo 10: “Le parti possono, con accordo unanime, invitare ad aderire a questo Trattato ogni altro Stato europeo in grado di favorire lo sviluppo dei principi del presente Trattato e di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni Stato così invitato può divenire parte del Trattato depositando il proprio strumento di adesione presso il governo degli Stati Uniti d’America. Il governo degli Stati Uniti d’America informerà ciascuna delle parti del deposito di ogni strumento di adesione”.

La Nato spiega anche che “qualsiasi decisione di invitare un Paese ad aderire all’Alleanza è presa dal Consiglio Nord Atlantico, il principale organo decisionale politico della Nato, sulla base del consenso di tutti gli alleati”. Lo stesso Trattato, ai primi due articoli, evidenzia che “le parti si impegnano, come stabilito nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre con mezzi pacifici qualsiasi controversia internazionale in cui potrebbero essere coinvolte, in modo che la pace e la sicurezza internazionali e la giustizia non vengano messe in pericolo, e ad astenersi nei loro rapporti internazionali dal ricorrere alla minaccia o all’uso della forza assolutamente incompatibile con gli scopi delle Nazioni Unite”.

E, al secondo articolo, “le parti contribuiranno allo sviluppo di relazioni internazionali pacifiche e amichevoli, rafforzando le loro libere istituzioni, favorendo una migliore comprensione dei principi su cui queste istituzioni sono fondate, e promuovendo condizioni di stabilità e di benessere”.

Cos’è il Map

Elementi che contrastano nella situazione di un Paese in uno stato di invasione militare con un recente passato di non risoluzione di questioni territoriali. Per dare consulenza, assistere e dare sostegno pratico ai Paesi interessati all’adesione, la Nato ha preparato il Membership Action Plan (Map). Si tratta di un programma della Nato di consulenza, assistenza e sostegno pratico su misura per le esigenze individuali dei Paesi che desiderano aderire all’Alleanza. La partecipazione al Map non pregiudica alcuna decisione dell’Alleanza sulla futura adesione. Attualmente vi partecipa la Bosnia ed Erzegovina.

Di fatto, i Paesi che partecipano al Map presentano programmi nazionali annuali individuali sui loro preparativi per una possibile futura adesione. Questi riguardano aspetti politici, economici, di difesa, di risorse, di sicurezza e legali. Il processo Map fornisce un meccanismo di feedback sui progressi dei Paesi aspiranti nei loro programmi e questo include sia la consulenza politica che tecnica, così come incontri annuali tra tutti i membri della Nato e i singoli aspiranti a livello del Consiglio del Nord Atlantico per valutare i progressi, sulla base di un rapporto annuale sui progressi. Un elemento chiave è l’approccio di pianificazione della difesa per gli aspiranti, che comprende l’elaborazione e la revisione degli obiettivi di pianificazione concordati. Durante tutto l’anno, incontri e workshop con esperti civili e militari della Nato in vari campi permettono di discutere l’intero spettro di questioni rilevanti per l’adesione.

Il Map è stato lanciato nell’aprile 1999 al vertice di Washington dell’Alleanza per aiutare i Paesi che aspirano a diventare membri della Nato nei loro preparativi. Il processo si è basato molto sull’esperienza acquisita durante il processo di adesione della Repubblica Ceca, dell’Ungheria e della Polonia, che sono diventati membri nel primo round di allargamento dell’Alleanza dopo la guerra fredda nel 1999. La partecipazione al Map ha aiutato a preparare i sette Paesi che sono entrati nella Nato nel secondo allargamento post guerra fredda nel 2004 (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia) così come l’Albania e la Croazia, che hanno aderito nell’aprile 2009. Il Montenegro, che ha aderito al Map nel dicembre 2009, è diventato membro dell’Alleanza nel giugno 2017. La Repubblica di Macedonia del Nord, che partecipava alla Map dal 1999, è entrata nella Nato nel marzo 2020. Se si guardano ai tempi, si capisce come il processo richieda anche decenni. Attualmente, la Bosnia-Erzegovina partecipa alla Map, essendo stata invitata a farlo nel 2010. (AGI)Bxt/Bra

Source: agi


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