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Le parole dell’arte – 9

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Didascalie delle opere a corredo dell’articolo precedente (n. 8)

Immagine n. 15
Jan Vermeer, Ragazza con l’orecchino di perla, 1665-1666 circa olio su tela , Museo Mauritshuis, l’Aia


Immagine n. 16
Marc Chagall, La passeggiata, olio su tela , 1917-1918, Museo di Stato Russo di San Pietroburgo.

9 . LE PAROLE DELL’ARTE
«Entrino signori, entrino. Ho preparato per voi una grande avventura … lasciate fuori i vostri pensieri, le vostre preoccupazioni. Potrete scegliere i vostri percorsi.
Solo una cosa vi chiedo: per favore lasciate fuori le scarpe.»
Le scarpe sono i pre-giudizi, le pre-attese che, come è naturale che sia, rimangono necessariamente deluse perché, mettono in discussione le nostre convinzioni, le nostre pre-conoscenze.
Considero lo studio dell’arte una cura contro il razzismo proprio perché ci fa continuamente incontrare il diverso, l’altro.
Se è complesso comprendere le opere d’arte è anche difficile capire le persone che non rientrano nel nostro patrimonio visivo e/o nel nostro modo di vivere: non sappiamo cosa pensano, a volte sembrano allontanarci. Meglio diffidare.
Un suggerimento per chi volesse approfittarne: se, per accettare il confronto, non pretendiamo di giudicare senza conoscere e/o riconoscere, ci predisponiamo meglio ad accogliere.
Così intendo la cultura nel suo senso più ampio: fare spazio dentro; aprire la mente e il cuore rende possibile la conoscenza dell ‘altro’ da me.
Se tratteniamo l’impulso a liquidare un incontro casuale o atteso con un semplicistico ‘mi piace /non mi piace’ e ci avviciniamo con rispetto e curiosità scopriremo persone/opere d’arte che, al di là di un’apparenza insignificante, poco decifrabile e, a volte, respingente hanno molto da insegnarci.
– Non accettare caramelle dagli sconosciuti è, naturalmente, sempre consigliabile.
Linguaggi a confronto

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