Type to search

Le conseguenze di una vignetta anti semita pubblicata dal New York Times 

Share

Il New York Times ha annunciato una serie di iniziative dopo la pubblicazione, giovedì scorso, di una vignetta considerata anti-semita e finita al centro di una dura protesta da parte dei lettori e di Israele. La vignetta mostrava il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu rappresentato come un cane guida con stella di David, tenuto al guinzaglio dal presidente Donald Trump, in versione non vedente e con la kippa in testa.

Già sabato il Times si era scusato pubblicamente, ammettendo che la vignetta, andata sull’edizione internazionale, “comprendeva clichés antisemiti” e “offensivi”. Ma non era bastato a fermare l’ondata di critiche: l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, si era infuriato, una decina di persone aveva manifestato davanti alla sede del giornale.    

Così l’editore, A. G. Sulzberger, ha deciso di andare oltre, annunciando una serie di iniziative concrete. “Abbiamo deciso di cambiare alcune procedure”, ha scritto in una lettera ai dipendenti e pubblicata sul giornale, “perché episodi del genere non si ripetano”. Verrà avviata una procedura disciplinare contro il responsabile dell’edizione che aveva scelto la caricatura, non disegnata per il New York Times ma presa da un archivio.

Alla domanda se il giornalista rischia il licenziamento, i vertici non hanno fornito risposte. E’ stato annullato il contratto con l’associazione che fornisce le vignette. Il giornale, inoltre, non pubblicherà più disegni da autori che non siano strettamente legati al giornale. Tutti i redattori dovranno partecipare a un corso sull’etica dell’informazione, focalizzato sull’antisemitismo. “Siamo lontani dai valori espressi in quel disegno”, ha ribadito l’editore.    

L’episodio ha finito per rinfocolare le polemiche che riguardano il giornale americano, accusato di essere da anni sempre molto critico verso Israele, anche se a destra viene visto come un giornale ebreo, vista l’origine dell’editore. Intervistato dal Jerusalem Post, l’autore della vignetta, il portoghese Antonio Moreira Antunes, ha contestato il fatto che potesse essere antisemita.

La vignetta era stata pubblicata a Lisbona prima di essere presa dalla CartoonArts International, che collaborava con il quotidiano americano per l’edizione internazionale. Anche se il disegno non è mai comparso sull’edizione nazionale, anche oggi il Times ha dato spazio alle lettere di protesta dei suoi lettori. 

Vedi: Le conseguenze di una vignetta anti semita pubblicata dal New York Times 
Fonte: estero agi


Tags:

You Might also Like