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L’Antitrust bacchetta i comuni per gli eccessivi costi di accertamento delle multe

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Ogni anno gli automobilisti italiani ricevono multe per circa tre miliardi di euro. Una parte va a bilancio, ma ancora molti non rispettano l’obbligo di rendicontare le entrate dalle multe e come queste vengono utilizzate. È opportuno infatti ricordare che le multe da autovelox, come specifica anche l’articolo 142 del Codice della Strada, andrebbero destinate a miglioramenti della sicurezza delle infrastrutture. Una chimera!

di Ettore Minniti

Le automobili stanno diventando un bene di lusso. In molti si chiedono quanto costa mantenere un’auto. In linea generale il costo per il mantenimento di un’auto utilitaria in Italia è di minimo 1550 euro in un anno, considerando: un pieno di benzina al mese (in media 60 euro), per un totale di 720 euro all’anno, circa 500 euro di assicurazione, 200 di bollo auto, 50 di revisione e 80 di tagliando. Senza contare la spesa per il cambio delle gomme.
A vessare gli automobilisti poi ci pensano i comuni che riescono far cassa a loro spese.
Un argomento che contrappone automobilisti e comune è l’annoso problema dell’utilizzo improprio dell’Autovelox. In Italia sono elevate così tante multe con autovelox, che è come se ogni italiano pagasse 50 euro l’anno.
Ogni anno gli automobilisti italiani ricevono multe per circa tre miliardi di euro. Una parte va a bilancio, ma ancora molti non rispettano l’obbligo di rendicontazione delle entrate dalle multe e di come vengono utilizzate. È opportuno infatti ricordare che le multe da autovelox, come specifica anche l’articolo 142 del Codice della Strada, andrebbero destinate a miglioramenti della sicurezza delle infrastrutture. Una chimera.
Oggi a bacchettare i comuni ci pensa l’Antitrust che, riferendo al Parlamento, parla di “evidenti abusi” sulle spese di accertamento dei verbali. Il Garante evidenzia come “non esistono attualmente criteri oggettivi di quantificazione fissati dal legislatore”. Pertanto, ogni ente locale agisce secondo la sua piena discrezionalità: a volte si arriva ad oltre 15 euro per ogni sanzione.
I comuni si giustificano con i costi di stampa e postalizzazione, quelli per l’acquisto e la manutenzione dei palmari per la rilevazione delle infrazioni. Più la manutenzione delle apparecchiature e del software di gestione del servizio. E poi moduli autoimbustanti, redazione delle distinte delle raccomandate, visure alle banche dati della Motorizzazione. Così, l’automobilista paga il verbale (poniamo 41 euro per la tradizionale multa per divieto di sosta), più i costi di accertamento (fino a 15 euro), più le spese di notifica (altri 9,5 euro). Totale, ben 65,5 euro. Tutto in regola, comunque, secondo l’articolo 201 del codice della strada: le spese di accertamento e di notificazione sono a carico di chi è tenuto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria.
Un salasso che si abbatte come una mannaia sui contribuenti, come se non bastassero tutte le altre tasse.
La stragrande maggioranza dei comuni sono in dissesto o predissesto, sono pochi i comuni che hanno i bilanci a posto, e tendono a far cassa con le multe stradali, ma non può sempre pagare ‘pantalone’!