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La Tassonomia della discordia

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Dopo tante controversie e tensioni, il Parlamento europeo ha incluso gas e nucleare nella tassonomia «green», includendoli nella lista delle produzioni compatibili con la sostenibilità nella fase di transizione all’energia completamente pulita. A Bruxelles la maggioranza «Ursula» si è però spaccata a metà e anche quella che in Italia sostiene il governo Draghi è divisa. Come sempre, le regole le dettano i grandi capitali

di redazione

Tassonomia: un parolone di difficile comprensione per noi comuni mortali. Dall’enciclopedia Treccani: tassonomia. Nelle scienze naturali, termine usato spesso come sinonimo di sistematica… il termine taxon (pl. taxa) è impiegato genericamente per designare un raggruppamento sistematico di qualsiasi rango (specie, genere, famiglia ecc.).

La Commissione europea, da circa quattro anni sta lavorando ad una definizione univoca di quali attività economiche – e quali investimenti – possano definirsi sostenibili, perché le agenzie di rating ESG, i gestori finanziari e i fondi di investimento hanno una propria definizione, i propri criteri e la propria metodologia nella selezione delle emittenti sostenibili. Metodi non sempre comparabili tra le varie offerte.

La Commissione Europea ha come obiettivo di considerare il mondo della finanza lo strumento principe per orientare i capitali verso business responsabili nel quadro di uno sviluppo economico sostenibile.

Al centro del lavoro della Commissione europea attorno alla finanza sostenibile è proprio la Tassonomia: la classificazione delle attività economiche che possono essere definite sostenibili o ecosostenibili, che non impatti negativamente sull’ambiente.

La Tassonomia individua sei obiettivi ambientali e climatici:

  1. mitigazione del cambiamento climatico;
  2. adattamento al cambiamento climatico;
  3. uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine;
  4. transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti;
  5. prevenzione e controllo dell’inquinamento;
  6. protezione della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.

Tutto chiaro? Le relazioni della Commissione Europea sembrano essere scritte solo per gli addetti ai lavori e, a volte, sono state divisive, tant’è che una decina di Stati membri hanno chiesto e ottenuto un rinvio per la sua applicazione.

Trovare un accordo è difficile perché la finanza sostenibile muove molti capitali. Essere ammessi o esclusi da questi investimenti, quindi, ha un suo valore. Sarebbe un danno, e non da poco, essere esclusi da questi ingenti investimenti per quei settori industriali non ammessi. E i Paesi in cui quei comparti pesano particolarmente hanno fatto sentire la loro voce ai vertici europei.

I punti che hanno scatenato più scontri riguardano il gas naturale come fonte energetica e il nucleare. Quest’ultimo settore assai controverso, non tanto per le emissioni inquinanti che comporta (che di per sé sono basse), ma per la gestione delle scorie nucleari che non deve neppure nuocere agli altri obiettivi (biodiversità, economia circolare, protezione degli oceani, limitazione dei tassi di inquinamento).

Dopo tante controversie e tensioni sugli argomenti, il Parlamento europeo ha posto fine a questa diatriba con un atto delegato che prevede l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia «green».

Il regolamento sulla “certificazione verde” delle attività economiche include gas e nucleare nella lista delle produzioni compatibili con la sostenibilità nella fase di transizione all’energia completamente pulita.

I nuovi impianti a gas e nucleare potranno quindi ricevere finanziamenti da parte degli investitori, anche se per un periodo di tempo limitato e solo quando tali impianti sostituiscono le centrali a carbone.

A Bruxelles la maggioranza «Ursula» si è però spaccata a metà e anche quella che in Italia sostiene il governo Draghi è divisa.

Vivere in modo “green” è possibile, ma le regole le dettano i grandi capitali (come sempre).