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La storia della maledizione dei gol di Aaron Ramsey

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L’annuncio è arrivato ieri, direttamente dal sito della Juventus: Aaron Ramsey ha firmato. Per lui un contratto di 4 anni a 7 milioni a stagione. Sbarcherà a Torino il primo luglio, all’apertura del mercato estivo, arrivato dall’Arsenal a parametro zero, un vero affare per Paratici&Co. In molti si aspettano grandi cose dal gioiellino ex-Gunners, accostato la scorsa estate al Milan, compresi tanti gol. Ramsey infatti è un centrocampista cui piace finire vicino alla porta avversaria, solo che ogni volta che la palla finisce in rete e lui esulta, da qualche parte nel mondo qualcuno, al contrario, piange. E non sono tifosi avversari. Parliamo della maledizione di Ramsey, o meglio, di come è stata soprannominata questa bizzarra coincidenza che coinvolge il calciatore gallese.

Ne avevamo parlato qui, l’11 ottobre 2018. Quello che segue è quell’articolo integrale.

La ‘maledizione’ dei goal di Aaron Ramsey, raccontata dall’inizio

Il gol segnato domenica da Aaron Ramsey nel derby contro il Fulham è una gioia per gli occhi, puro ossigeno per ogni vero appassionato di calcio. Un’azione corale che ha portato il centrocampista gallese, che recentissimi rumors di mercato vorrebbero da gennaio al Milan, a concludere in rete con un colpo di tacco da standing ovation.

Ma i gol di Ramsey se da una parte fanno gioire i tifosi dei Gunners dall’altra fanno tremare il mondo intero, questo dovuto ad una macabra maledizione coincidente con molte reti messe a segno dal calciatore gallese. Ma partiamo dal principio.

Cosa è successo ogni volta che Ramsey ha segnato

Il 14 ottobre del 2009 Ramsey gioca Liechtenstein-Galles, il giovane centrocampista va in gol e solo due giorni dopo viene a mancare Andres Montes, mitico giornalista e commentatore sportivo spagnolo. Esattamente il mese dopo, Ramsey torna a segnare, sempre con la maglia della sua nazionale, il giorno dopo la tragedia: il suo collega messicano Antonio de Nigris muore colto da un arresto cardiaco.

È il primo maggio del 2011 invece quando Aaron va in gol contro il Manchester UTD, il giorno dopo i corpi speciali della marina militare americana in una retata uccidono Osama Bin Laden.

E fin qui si parla di coincidenza. Cinque mesi dopo Ramsey torna a segnare, stavolta contro il Tottenham, siamo a ottobre, il giorno dopo il mondo saluta la scomparsa di Steve Jobs, uno degli uomini più visionari della storia. Ma ancora nessuno fa caso alla coincidenza.

Passano solo una manciata di giorni quando il centrocampista dell’Arsenal firma un’altra rete, contro il Marsiglia, e il giorno dopo Mu’ammar Gheddafi viene catturato e ucciso dai militari americani a Sirte.

Ora qualcuno comincia a sospettare qualcosa anche perché Ramsey è un centrocampista e chiaramente i suoi gol sono un’eccezione, insomma, ci si fa più caso; non può passare inosservato infatti il fatto che il 12 febbraio, circa quattro mesi dopo, il giorno successivo alla sua rete al Sunderland, viene trovata senza vita l’immensa Whitney Houston.

È maggio invece quando Ramsey finisce nuovamente sulla lista dei marcatori, la partita è contro il Wigan e il giorno dopo il dittatore argentino Jorge Videla muore in carcere all’età di 87 anni.

Ad agosto invece il gallese gioca con la nazionale olimpica del Regno Unito le olimpiadi, va a segno contro la Korea del Sud e il giorno dopo muore la meravigliosa poetessa messicana Chavela Vargas.

Siamo a settembre quando Aaron va a segno in Champions League contro l’Olympique Marsiglia e il giorno dopo il mondo dello sport saluta Ken Norton, uno dei pugili più forti di tutti i tempi.

Arriva novembre, l’Arsenal gioca contro il Cardiff, Aaron torna a segnare e la maledizione a colpire, stavolta tocca a Paul Walker, attore diventato famosissimo per il suo ruolo nell’action movie cult “Fast and Furious”.

Degli sfortunati eventi coincidenti con i gol di Ramsey si torna a parlare nell’aprile del 2014, ed è di nuovo il mondo del pugilato a salutare una delle sue icone, muore infatti Rubin Carter, soprannominato Hurricane, cui venne dedicato anche un omonimo film e una splendida canzone di Bob Dylan; il giorno prima il centrocampista gallese andava in gol contro l’Hull City.

Un mese dopo il mondo dell’arte saluta Hans Ruedi Giger, storico  pittore, scultore e designer svizzero, morto il giorno dopo il gol di Ramsey al Norwich. È agosto invece quando il giorno dopo la sua rete al Manchester City uno degli attori più amati del mondo, Robin Williams, si toglie la vita nel suo appartamento a Paradise Cay.

Ormai le voci sulla maledizione diventano praticamente ufficiali quando nemmeno due settimane dopo, all’indomani del suo gol all’Everton, Sir Richard Samuel Attenborough, Barone di Richmond upon Thames, che per molti resterà per sempre l’inventore del Jurassik Park di Steven Spielberg, si spegne in una casa di riposo per attori di Londra.

La maledizione è riconosciuta in tutto il mondo, anche in Italia, dove qualcuno fa caso al fatto che il giorno dopo il suo gol allo Stoke siglato l’8 dicembre dello stesso anno, in casa nostra viene a mancare l’amatissimo Mango.

Ma per due anni tutto si placa finché non è la maledizione a mettere a segno una doppietta successivamente a due gol di Ramsey siglati a pochissimi giorni l’uno dall’altro nel gennaio del 2016, contro Sunderland e Liverpool, stavolta a morire sono il mito David Bowie e l’attore inglese Alan Rickman, famoso, tra le altre cose, per il suo ruolo nella saga di Harry Potter.

L’anno dopo siamo a maggio quando Ramsey segna contro l’Everton e Nicky Hayden, 35enne talentuosissimo pilota di moto viene investito a Cesena mentre gira in bicicletta.

Due mesi dopo Ramsey va di nuovo in gol, stavolta contro il Bayern di Monaco e stavolta la maledizione colpisce il mondo della musica, nella sua residenza a Palos Verdes Estates in California, viene trovato morto suicida Chester Bennington, leader dei Linkin Park.

E siamo così giunti al 2018, ad aprile Aaron segna contro il West Ham e il giorno dopo il calcio francese saluta una delle sue icone, il mister Henri Michel.  

Più che una maledizione di Ramsey, una ‘correlazione spuria’

Una maledizione che non esiste davvero, intendiamoci, si scherza, trattasi invece di quella che in matematica si chiama “correlazione spuria”, una sorta di bug delle analisi statistiche, un errore che avviene quando si prendono un esame due serie che registrano due fenomeni diversi tra loro presentando caratteristiche identiche e la nostra “Maledizione di Ramsey” ne è un classico esempio: i fenomeni analizzati non hanno alcuna correlazione tra loro o meglio non hanno sicuramente tra loro una correlazione causa-effetto.

Il primo a teorizzare queste correlazioni fu lo statistico britannico George Udny Yule nel 1926, che studiò il rapporto tra tasso di matrimoni religiosi e tasso di mortalità; se ci fosse stata una correlazione effettiva si sarebbe giunti alla conclusione che numero maggiore di matrimoni religiosi avrebbe comportato una vita più breve, cosa chiaramente falsa.

Il sito Tylervigen.com ha messo insieme anni fa una serie infinita di queste correlazioni del tutto folli che ci restituirebbero, qualora fossero vere (e chiaramente non lo sono) una totalmente insospettabile geometria della realtà. Potreste mai pensare, per esempio, che esista una correlazione tra le morti per affogamenti in piscina e i film di Nicolas Cage? Eppure questo stravagante ramo della statistica lo dimostrerebbe inconfutabilmente.

O che il consumo pro capite di formaggio possa in qualche modo influire con le morti causate dall’aggrovigliamento con le lenzuola del letto? Eppure è il mondo nel quale viviamo. Per chi fosse interessato nel 2015 queste correlazioni sono state raggruppate tutte in un divertente libro reperibile su Amazon. Nessuna maledizione quindi vedrebbe protagonista il fortissimo centrocampista gallese, i Vip di tutto il mondo possono smettere di tremare, i gol di Aaron Ramsey non provocano la morte di nessuno, ma è semplicemente la bizzarra matematica dell’universo che rema contro la reputazione del talento gallese.  

Vedi: La storia della maledizione dei gol di Aaron Ramsey
Fonte: sport agi


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