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La storia della Federazione Giuoco Calcio

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fonte@figc.it

La Federazione Italiana Giuoco Calcio, costituita a Torino il 26 marzo 1898, ha contribuito a far diventare il calcio il più importante fenomeno sportivo nazionale: oltre 12.000 le società affiliate (12.795) che schierano più di 83.000 squadre (83.142), con una forza di quasi 1.400.000 tesserati (1.356.749) in campo ogni anno per oltre 500.000 gare (572.438), con un rilevante impatto economico e sociale nella vita del Paese.
La storia della FIGC è al tempo stesso la storia del calcio italiano e dei suoi successi internazionali: 4 Coppe del Mondo (1934 – 1938 – 1982 – 2006), 2 Campionati Europei (1968 e 2021), 1 Medaglia d’oro e 2 Medaglie di bronzo alle Olimpiadi (1936, 1928 e 2004), oltre ai successi delle Nazionali giovanili e a quelli conquistati dai club italiani nelle competizioni FIFA e UEFA.

Le origini

La FIGC è costituita a Torino il 26 marzo 1898 come FIF (Federazione Italiana del Football, che resterà in vigore fino al 1909), su iniziativa di un Comitato istituito il 15 marzo, che elegge al vertice della neonata associazione l’ingegnere Mario Vicary, al termine dei lavori di una sorta di Costituente presieduta dal Conte D’Ovidio. Poco più di due mesi dopo, l’8 maggio 1898, viene organizzata al Velodromo Umberto I di Torino la prima edizione del Campionato italiano di calcio, con 4 squadre partecipanti: Fc Torinese, Genoa, Ginnastica Torino, Internazionale Torino; sarà il Genoa ad imporsi nel Torneo, conquistando di fatto quello che sarebbe poi passato alla storia come il primo scudetto. Nell’occasione, al club genoano andò la Coppa messa in palio dal Duca degli Abruzzi Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, aggiudicato definitivamente dopo il 3° scudetto del 1900, trofeo recentemente ritrovato e oggi in esposizione al Museo della storia del Genoa. Negli anni seguenti, il calcio riesce rapidamente a fare proseliti in tutta Italia, coagulando attorno a sé i fermenti e le iniziative che avevano già contagiato le grandi città, da Genova a Roma, da Torino a Palermo, da Milano a Napoli.
L’esordio della Nazionale è datato 15 maggio 1910, all’Arena di Milano, in maglia bianca (Italia – Francia 6-2); l’anno successivo, contro l’Ungheria, fa la sua prima apparizione la maglia azzurra, in omaggio al colore di casa Savoia.

Dopo la paralisi della grande guerra, nella quale anche il calcio italiano ha pagato un duro contributo di caduti in battaglia, mentre il Paese si rimette faticosamente in cammino, il calcio esplode, favorito da una volontà di riscatto e di rinascita in cui lo sport gioca un ruolo essenziale: nel 1913 il primo campionato su scala nazionale, articolato nei raggruppamenti settentrionale e centro sud vinto dalla Pro Vercelli; il 1922 è l’anno della prima Coppa Italia (vinta dal Vado) e della scissione della Confederazione calcistica italiana (C.C.I.) subito riconfluita nella Federazione l’anno successivo.

Gli anni ’30 consacrano la Nazionale guidata dal CT Vittorio Pozzo, che conquista due titoli mondiali (1934-1938) e la medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936.

Il dopoguerra

Il calcio è tra i fattori che aiutano l’Italia ad uscire dalle macerie della guerra: sono gli anni del Grande Torino (vincitore di 5 scudetti di fila) e della tragedia di Superga (1949), destinata a ripercuotersi anche sulla Nazionale, eliminata al primo turno alla Coppa del Mondo 1950 e 1954 e non qualificata all’edizione 1958.

 

A seguito di questo risultato, il Commissario Bruno Zauli vara il rinnovamento della Figc (1959): sono istituite le tre Leghe (Professionisti, semi-Professionisti, dilettanti), nascono il Settore Tecnico ed il Settore Giovanile e Scolastico. Il calcio italiano torna protagonista a livello internazionale: prima grazie ai successi dei suoi club, in particolare Inter e Milan nella Coppa dei Campioni, poi grazie a quelli della Nazionale guidata da Valcareggi, che nel 1968 si laurea Campione d’Europa nel torneo giocato in casa e nel 1970 sfiora il successo alla Coppa del Mondo in Messico, piegata in finale dal Brasile dopo la vittoria nella partita del secolo contro la Germania, finita 4-3 ai supplementari. I successi arrivano anche fuori dal campo: il Presidente della Figc Artemio Franchi diventa Presidente UEFA (1973) e Vice Presidente FIFA (1974).

Gli anni ’70/’90

 

Dopo uno sfortunato epilogo nella Coppa del Mondo 1978 (4° posto) e lo scandalo del “calcioscommesse”, l’Italia calcistica torna ad esultare grazie agli Azzurri di Enzo Bearzot che conquistano il terzo titolo mondiale in Spagna (1982).

Il calcio italiano entra negli anni ’90 con entusiasmo: la Juventus si impone nelle principali competizioni internazionali, mentre in Italia si svolge l’edizione 1990 della Coppa del Mondo; gli Azzurri di Azeglio Vicini sono battuti in semifinale ai rigori dall’Argentina e chiudono al 3° posto, mentre nasce il “Museo del Calcio” a Coverciano e il Presidente della FIGC Antonio Matarrese diventa Vice Presidente UEFA e poi FIFA.
Iniziano gli anni dei successi del Milan e Arrigo Sacchi, artefice di quei trionfi, nel 1991 è chiamato a guidare la Nazionale, che nei Mondiali di Usa ’94 è battuta in finale ai rigori dal Brasile. E’ l’Under 21 a conquistare numerosi trofei: gli Azzurrini di Cesare Maldini vincono per tre volte consecutive l’Europeo nel 1992, 1994 e 1996 (ai quali vanno aggiunte le vittorie del 2000 e del 2004 con Marco Tardelli e Claudio Gentile in panchina).

Negli anni ’90 il calcio italiano vive anche un periodo di profonde trasformazioni: la nascita delle pay tv (1991) e la questione dei diritti televisivi; la riforma delle competizioni internazionali per club (1992), gli effetti della sentenza-Bosman (1995), il decreto legge (1999) che istituisce la rappresentanze delle componenti tecniche nei consigli Federali. Il decennio si chiude con due beffe firmate dalla Francia: ai Mondiali ’98 (ko ai quarti ai rigori) e all’Europeo 2000 (ko in finale con il golden gol nei supplementari). Nel dicembre 1998, la Figc festeggia il suo centenario all’Olimpico: in campo azzurri e FIFA All Stars (finirà 6-2 per la Nazionale italiana).

L’età contemporanea

Nel 2004, l’Under 21 conquista la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene, mentre a Manchester (2003) la Champions League è assegnata per la prima volta in una finale tutta italiana (Milan – Juventus).

 

Nel 2006, in un periodo difficile per il calcio italiano dopo l’inchiesta denominata “Calciopoli”, l’Italia guidata dal CT Marcello Lippi conquista la quarta Coppa del Mondo: nella finale di Berlino la Francia è battuta ai calci di rigore. L’anno successivo, Giancarlo Abete è eletto alla guida della Figc, carica nella quale verrà confermato nel 2009 e nel 2013 (nel 2011 sarà inoltre nominato Vice Presidente UEFA). La Nazionale di Cesare Prandelli entusiasma gli italiani nell’Europeo 2012 e conquista la finale, dove è sconfitta dalla Spagna. La successiva eliminazione al Mondiale in Brasile (2014) determina le dimissioni del Presidente federale Abete e del CT Prandelli. E’ Carlo Tavecchio a raccogliere il testimone nell’agosto seguente e sulla panchina della Nazionale arriva Antonio Conte, che regala nuovo entusiasmo ai tifosi azzurri agli Europei 2016 in Francia dove, al termine di una straordinaria avventura, l’Italia è eliminata ai rigori ai quarti di finale dalla Germania. La nuova governance avvia numerose riforme sui principali aspetti del calcio italiano, in particolare sull’utilizzo dei giovani calciatori formati in Italia, sulla sostenibilità economico – finanziaria dei club professionistici; avvia la riorganizzazione della struttura operativa della FIGC; promuove molteplici iniziative in tema di lotta alla discriminazione e responsabilità sociale. A supporto dell’attività svolta e nell’ottica della massima trasparenza, la FIGC pubblica una serie di documenti: Report Calcio, Bilancio Integrato (evoluzione del Bilancio Sociale), Management Report, Conto Economico del calcio italiano. Il Direttore Generale Michele Uva viene eletto nel 2017 Vice Presidente della UEFA.

Nel frattempo, la Nazionale guidata da Gian Piero Ventura fallisce dopo 60 anni la qualificazione al Mondiale, eliminata dalla Svezia nel play off di novembre 2017, fattore che determina una nuova crisi al vertice della FIGC con le dimissioni di Tavecchio e un’Assemblea a gennaio 2018 che non riesce a raggiungere il quorum per l’elezione di un nuovo presidente. Roberto Fabbricini è nominato dal CONI nel ruolo di Commissario Straordinario il 1° febbraio 2018 e tre mesi dopo affida a Roberto Mancini l’incarico di Ct della Nazionale

Il 22 ottobre 2018 si esaurisce la gestione commissariale e Gabriele Gravina diventa il nuovo presidente della FIGC, eletto al primo scrutinio con il 97,20% dei voti. A due anni di distanza dalla mancata qualificazione al Mondiale, la Nazionale di Mancini ottiene il pass per EURO 2020 a suon di record, vincendo per la prima volta tutte le gare del girone e qualificandosi al primo Campionato Europeo itinerante della storia, che per l’emergenza causata dal COVID-19 viene posticipato all’estate del 2021. Nel 2020 l’Italia continua a vincere e convincere qualificandosi anche alla Final Four della UEFA Nations League, che ospiterà a Milano e Torino nell’ottobre 2021. Il 22 febbraio 2021 Gravina viene confermato alla presidenza della FIGC con il 73,45% dei voti, mentre il suo sfidante Cosimo Sibilia si ferma al 26,25%. Due mesi dopo, al 45° Congresso UEFA a Montreux, il presidente federale viene eletto nel Comitato Esecutivo della UEFA con 53 preferenze su 55, risultando il più votato tra i candidati. E il 13 maggio 2021, in occasione della conferma di Giovanni Malagò alla presidenza del CONI, Gravina entra anche a far parte in rappresentanza del Calcio della Giunta del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. L’11 luglio battendo l’Inghilterra ai rigori la Nazionale guidata da Roberto Mancini si laurea per la seconda volta Campione d’Europa regalando all’Italia un titolo che mancava dal 1968. Otto mesi dopo, però, l’Italia è di nuovo fuori dal Mondiale. Ancora una volta, come con la Svezia, sono fatali i play off, con gli Azzurri che a Palermo dominano il match con la Macedonia del Nord, ma subiscono allo scadere il gol che manda i macedoni in finale ed estromette la Nazionale dalla corsa a Qatar 2022.