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La situazione dell’agroalimentare italiano

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Arrivano buone quasi ottime notizie dal mondo agricolo e alimentare del nostro paese. L’arcinoto ed eccellente Parmigiano Reggiano chiude il primo trimestre del 2021 con risultati sbalorditivi.

Le vendite in volume hanno fatto registrare un + 12 % rispetto al periodo pre pandemia. 8627 tonnellate rispetto alle 7704 del 2019. Gli altri formaggi a pasta dura segnano un buon 5 % in più.

E tutto ciò nonostante brexit, dazi Usa e copioni fraudolenti che ricavano miliardi di euro dai loro sporchi traffici sottraendo clienti al consorzio.

Anche dal punto di vista del prezzo i produttori hanno visto aumentare la quotazione del re dei formaggi.

Il consorzio può ora concentrarsi sul settore HORECA per risollevare la quota di mercato. Il settore dei prodotti biologici è cresciuto dell’8 % nel periodo della pandemia e l’Italia è al secondo posto tra gli esportatori dopo Usa e prima di Cina, Francia e della Spagna.

Olè! A livello internazionale i consumi di prodotti biologici sono cresciuti in 10 anni di ben il 115 % in Germania. I maggiori mercati per i nostri prodotti sono quelli dell’Europa del Nord e gli Usa. I prodotti nostrani bio più apprezzati sono la pasta con un + 15,5 % , il vino + 2,4 % con il 93 % dei consumatori americani e il 43 % dei consumatori cinesi che ritengono importante l’origine italiana del vino.

Molto apprezzate frutta e verdura fresca e l’olio extravergine che per i crucchi e i franzosi è il cima alla classifica dei prodotti Made in Italy. Per quanto concerne i nostri vini si stanno riducendo sensibilmente le giacenze e aumentano i prezzi.

Gli spumanti fanno registrare una ottima crescita di vendite  in tutti i mercati. Procede molto bene l’export verso la Cina soprattutto dopo lo spazio aperto a causa dei super dazi comminati all’Australia.

Ne hanno approfittato i cugini franzosi aumentando le vendite dei 47,7 % e l’Italia con il 19 %. In buon aumento i prezzi delle uve per i produttori a causa delle gelate recenti ed improvvise.

Buone notizie per il Vigneto Italia che ritornerà ad avere 700.000 ettari coltivabili come nel 2008. In quell’anno la UE ebbe la sciagurata idea di varare il piano della OCM contenente il premio per gli espianti delle viti.

Ma a Bruxelles in quelle stanze tristi e grige non hanno altro da fare che riunirsi per partorire sonore cazzate?

Umberto Faedi 

fonte: egnews