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La Sicilia tra i morsi della fame e gli sciacalli della mafia e dei prezzi

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I volantini con le “offerte speciali” alle 10:30 sono già esauriti. La corsa ai rifornimenti alimentari a Palermo – dove la domenicale “putìe” (i negozi) e supermercati sono chiusi secondo quanto prevede l’ordinanza regionale – “vivacizza” una città, per il resto deserta.

Piazza Ignazio Florio, supermercato Sisa, ore 14: sono 112 le persone iscritte a turno che, pazientemente, hanno atteso anche sotto la pioggia. “Riceviamo costantemente il controllo delle forze dell’ordine ma a parte qualcuno che ha chiesto qualcosa da mangiare non abbiamo avuto alcun tipo di problema”, dice uno degli addetti che si occupa di regolare gli accessi. Un controllo più evidente dopo che nei giorni scorsi alcune persone avevano riempito i carrelli in un grande magazzino e poi alla cassa avevano detto di non potere pagare e, ancor di più, dopo il tam-tam alimentati dai social di “rivoluzione” e proteste nei quartieri più popolari. Sembra rientrata la tensione a nel capoluogo siciliano – che accetta con pazienza un mutamento di pelle per una città che vive ‘di strada’ ed è costretta a restare a casa – dopo l’assalto a un supermercato, secondo il sindaco, Leoluca Orlando, orchestrata dai social in mano a “sciacalli mafiosi“.

“La gente collabora, nonostante tutto”

La Questura conferma i presidi del Reparto Mobile in tre grandi ipermercati cittadini (Forum a Brancaccio, Conca d’oro allo Zen e La Torre al Cep) ma sottolinea che non si registrano “problemi e le persone rispettano le distanze di sicurezza e indossano i presidi”. Nei supermercati del centro storico – dalla stazione al Politeama – è scattata la “vigilanza dinamica” delle forze ordine: le volanti della polizia di Stato, le gazzelle dei carabinieri e le pattuglie della Guardia di finanza, a turno, controllano a vista gli ingressi dei supermercati. Scambiano qualche parola con le guardie giurate che regolano gli afflussi.

Unica eccezione – nel giro effettuato – al Lidl, di via Roma: a presidiare all’ingresso, oltre alle guardia giurate, anche una gazzella dei carabinieri: “La gente collabora, nonostante tutto” dicono i militari, mentre la fila, ordinata, è lunga un centinaio di metri. Alla Coop di piazzetta Bagnasco – nel salotto cittadino – una ventina di persone attende lungo l’area pedonale: anche qui nessun problema ma comunque arriva una pattuglia in borghese della Polizia di stato: “Nessun problema fino a questo momento”, dicono gli agenti.

A piazza Marina, supermercato Carrefour, alle 13:15 sono una cinquantina le persone in attesa di potere entrare: “Oggi nessun problema mentre ieri – dice uno dei metronotte – c’è stato qualche momento di tensione a causa del maggiore afflusso da parte di chi aveva percepito il reddito di cittadinanza”. Intanto, al Banco Alimentare della città, coordinato dal Comune si sono rivolte quasi duemila famiglie.

I siciliani temono il coronavirus – lo conferma un sondaggio Demopolis che ha registrato un aumento dell’80% della preoccupazione da quando l’epidemia è cominciata – ma scelgono di far prevalere la solidarietà. Caritas, comuni e botteghe non hanno atteso l’input del governo nazionale e di quello regionale per dare il via a una catena di aiuti che surroga, in qualche modo, il contatto umano imposto dal distanziamento sociale.

Piccole, grandi storie di solidarietà

Così, un esempio arriva da una bottega di Ragusa, corso Vittorio Veneto, a due passi dal centro storico: si chiama “Angolo della frutta” una piccola rivendita di frutta e verdura e generi alimentari che ha deciso di allestire un piccolo banchetto all’esterno, per aiutare le famiglie che non hanno di che sfamarsi: “Solo un piccolo gesto, abbiamo messo a disposizione per quanto possiamo, frutta e verdura in una determinata quantità per chi oggi non può nemmeno mangiare”, spiega la signora Gianna Puglisi che con il marito Maurizio ha deciso di fare qualcosa per chi annaspa.

Solo una regola: non più di due chili e mezzo a famiglia. “Lo abbiamo fatto con grande semplicità e non mi aspettavo tutto questo clamore. Siamo a fine mese, ci siamo accorti che la gente rovista nei bidoni della spazzatura; le persone anziane non arrivano già normalmente a fine mese, figuriamoci ora… Lo abbiamo fatto soprattutto per loro. Siamo un negozio di quartiere – dice ancora la signora Gianna -, una piccola attività e siamo rimasti colpiti da tanti ‘grazie’ pronunciati non solo dagli anziani, ma da tante madri di famiglia. Occhi negli occhi. Quei ‘grazie’ ci rendono felici”.

Gli ‘sciacalli’ non sono solo quelli mafiosi. “Sono aumentati del 100% i prezzi degli ortaggi”, ha fatto sapere la Regione Siciliana, che ha avviato una operazione di controllo sui prezzi dei prodotti agroalimentari. È un abuso, questo, che rende ancor più insopportabili i morsi della fame e soprattutto la rabbia della classe media, finora non considerata nelle misure immediate prese dal governo regionale: 100 milioni di euro destinati “all’assistenza alimentare.

I sindaci chiedono l’estensione del reddito di cittadinanza

Lo sa bene lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci: “Si tratta di una prima necessaria risposta che vogliamo dare per consentire a migliaia di famiglie siciliane, ormai esasperate, di far fronte almeno alle immediate esigenze alimentari. Speriamo che arrivino prestissimo anche gli interventi dello Stato, da me più volte sollecitati”.

In queste settimane di paralisi – aggiunge il governatore – sono cresciuti a dismisura nella nostra Isola i nuclei familiari più fragili e maggiormente disagiati, quelli cioè che stanno soffrendo pi+ù di tutti la perdurante crisi dovuta all’emergenza Coronavirus. Famiglie che in parte si aggiungono alle altre 450 mila dichiarate povere in Sicilia, secondo i dati dell’Istat.

Le risorse verranno assegnate, in più tranche, a tutti i Comuni, che nella distribuzione – si legge nella delibera – dovranno prestare particolare riguardo “alle nuove povertà determinate dalle famiglie che non percepiscono più alcun reddito, compreso quello di cittadinanza, e alcuna altra assistenza economica o sanitaria”. Proprio il reddito di cittadinanza diventa una zattera a cui aggrapparsi: i sindaci ne chiedono con insistenza l’estensione a chi oggi non ne fruisce, ovvero quella classe media che, come in Francia al tempo dei gilet gialli, potrebbe diventare leva di una rivolta. Intanto, ed è una buona notizia, a Palermo riaprono i fiorai. 

Vedi: La Sicilia tra i morsi della fame e gli sciacalli della mafia e dei prezzi
Fonte: cronaca agi


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