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La rivincita di Trump, Sessions e il dr. Jackson

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AGI – “Una grande vittoria” che ha il sapore di una doppia rivincita per Donald Trump. L’ex ministro di Giustizia Jeff Sessions è stato sconfitto alle primarie repubblicane dell’Alabama da Tommy Tuberville, allenatore di football al suo esordio in politica spinto dell’endorsement del presidente. L’ex Guardasigilli, silurato nel 2018 perchè ha deciso di astenersi rispetto alle indagini sul Russiagate, non aveva mai perso una gara elettorale in vita sua e sperava di riconquistare quel seggio al Senato occupato per un ventennio che ha lasciato quando è diventato ministro. È caduto, al ballottaggio, sotto la scure dei colpi del tycoon che ha così consumato non sola la sua personale vendetta ma ha dimostrato di non aver perso quel tocco magico sui candidati che sponsorizza.

Per mesi, durante la stagione delle primarie del 2020, il capo della Casa Bianca si è vantato per il record di imbattibilità dei suoi candidati. “64 a zero”, aveva twittato lo scorso 3 giugno Brad Parscale, direttore della campagna presidenziale di ‘The Donald’. Poi è arrivato il coronavirus e lo scenario è un po’ cambiato. I candidati promossi dall’inquilino della Casa Bianca sono stati sconfitti alle primarie del Grand Old Party (Gop) in Colorado, North Carolina e Virginia. Tuberville sfiderà Dough Jones che alla speciale elezione del 2017 aveva ottenuto un risultato clamoroso vincendo, seppur di misura, nella rossa Alabama ma dove Trump vanta il consenso più alto d’America, all’89%. Tuberville “ha battuto alla grande Jeff Sessions, sarà un grande senatore per l’incredibile gente dell’Alabama. Dough Jones è un terribile senatore, solo un pupazzo super liberal di Schumer e Pelosi.

Rappresenta l’Alabama in modo debole. Avanti al 3 novembre”, ha esultato Trump che aveva definito Tumberville “un vero leader” che non tradisce il Paese, trasformando le primarie Gop in un referendum sulla fedeltà al presidente. Sessions, repubblicano conservatore, primo senatore ad appoggiare il tycoon nel 2016, ha ancora un suo seguito ma questa batosta potrebbe segnare la fine della sua carriera politica. Trump ha definito la nomina di Sessions alla Giustizia, l’errore più grande della sua presidenza. “Non ho rimpianti. Sono onorato di aver servito la gente dell’Alabama al Senato e sono straordinariamente orgoglioso dei risultati ottenuti come procuratore generale. Sull’astensione (dal Russiagate) – ha tenuto a rimarcare l’ex Guardasigilli dopo sconfitta – ho seguito la legge. Ho fatto la cosa giusta” e ho “lasciato l’incarico con la mia integrità intatta”.

In ballo al Senato alle elezioni di novembre ci sono 35 seggi di cui 23 Gop e 12 dem. I repubblicani puntano a mantenere la maggioranza (attualmente con 53 seggi contro 47) e in Alabama hanno ottime chance di sfilare un posto al partito dell’Asinello. Nel Maine, i democratici hanno scelto chi sfiderà la Gop Susan Collins il prossimo novembre. Si tratta della centrista Speaker del parlamento dello Stato Sara Gideon che ha avuto la meglio contro due rivali più a sinistra: l’attivista Betsy Sweet e l’avvocato Bre Kidman, primo candidato al Congresso dichiaratamente non-binario.

Per Collins si profila una dura battaglia con i democratici determinati a vincere il suo seggio. Una seconda vittoria per Trump in questo martedì di primarie è arrivata anche con il trionfo in Texas dell’ex medico della Casa Bianca, Ronny Jackson, appoggiato dal presidente nella corsa per un seggio alla Camera contro il lobbista Josh Winegarner. “Ronny sarà un fantastico deputato. Sono orgoglioso di te”, ha cinguettato Trump che gli ha telefonato per le congratulazioni. Il dottor Jackson era stato nominato ministro per i Veterani ma ha dovuto rinunciare in seguito alle accuse di abuso di alcol e prescrizioni facili di farmaci. Si dice che l’ex medico facesse mettere del cavolfiore ‘di nascosto’ nel purè di patate del presidente per migliorare la sua dieta.

Un’affermazione quella dei candidati di Trump che suona come un campanello d’allarme per lo sfidante democratico Joe Biden, favorito nei sondaggi e con un’agenda sempre più liberal. L’ex vice presidente ha lanciato ieri la sua risposta “verde” all”America First’ di Trump con un piano da 2 mila miliardi. Si è impegnato a costruire 500 milioni di pannelli solari e a tagliare le emissioni inquinanti. Aveva già promesso di estendere la copertura sanitaria pubblica e il welfare per i meno abbienti che si sommano al “Buy American” da 700 miliardi per spingere lo sviluppo di prodotti Made in Usa e la ricerca. “Penso che il compromesso raggiunto, se attuato, renderà Biden il presidente più progressista dai tempi di Franklin D. Roosevelt”, ha dichiarato il socialista Bernie Sanders che non dispensa simili valutazioni con leggerezza. L’ala maggioritaria dem è sicuramente soddisfatta. Bisogna vedere come reagirà l’elettorato.

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Fonte: estero agi


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