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LA POLITICA … CHE FA ARRABBIARE

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Per commentare a dovere lo squallido spettacolo delle controversie politico-elettorali cui si sta assistendo in quest’ultimo scorcio di legislatura, regnando l’attuale pseudo “super partes” o “deus ex machina” di Palazzo Ghigi, non basterebbe, forse, la stesura di un ponderoso “dossier” per porre in evidenza i lati oscuri (con relative “malefatte”) di oltre mezzo secolo di instabile e stentata vita democratica della Nazione Italia.
Ciò a prescindere dai vari ricorrenti incidenti di percorso dovuti a disastri naturali e ambientali più o meno prevedibili, a colpevoli imprevidenze e inadempienze, al dilagare di fenomeni e problematiche sociali non facilmente gestibili, alla lunga e dannosa pandemia, alla sciagurata guerra di recentissima genesi fra Russia e Ucraina.
Il tutto in danno della soggiacente massa di popolazione che poco e nulla può fare al cospetto di tali calamità e che, oltretutto, è diuturnamente tartassata dalla pioggia torrenziale di brutte notizie, magari spudoratamente strumentalizzate oltre misura dai mass media, oltre che dalla carente gestione di parecchi servizi essenziali.
La giungla delle truffaldine bollette energetiche, l’aumento esponenziale del costo della vita, l’inflazione crescente e il PIL calante, la povertà dilagante, sono i tossici ingredienti di un minestrone affatto aulente e invitante.
Per azzardare un giudizio più o meno aderente alla realtà delle cose, tuttavia, può essere parecchio pertinente, a volte, ricordare il passato, pur se non tanto gradevole.
Durante una delle vanagloriose fasi della sua avventurosa carriera politica, oltretutto nell’allora qualità di Presidente del Consiglio, Berlusconi ebbe ripetutamente ad affermare che “…non è vero che gli italiani sono più poveri”.
Non se ne dolga, quindi, se qualcuno, nel tempo, ha osato accostarlo, magari in assenza del naso appuntito, ad un certo simpatico burattino collodiano.
Dallo schieramento di sinistra, di contro, in contrasto con l’assodata linea ideologica dello stesso, un altrettanto simpatico ex personaggio, il “guerriero” Prodi, dalla voce afona e sonnacchiosa, non appena insediatosi di straforo a Palazzo Ghigi, ritenne che, a parte il rinomato pasticcio dell’EURO, del quale nel bene e nel male ne ha assunto la paternità, si potesse ancora battere sul chiodo fiscale e che, quindi, non fosse peccaminoso o incoerente seguitare a torchiare gli onesti contribuenti non evasori, magari impoverendo ancor più una larga fascia degli stessi.
Altri “prodi” esponenti dei governi di quel nebuloso periodo (per non dire “dannoso”), un certo “bamboccione” ministro della economia e finanza (Padoa Schioppa) e un tale suo collega di nome Vincenzo Visco (incarnazione di un diabolico “fisco”, ottimo solo a fare rima col suo cognome), non si peritarono, nel corso dei rispettivi periodi di competenza, di porre mano a svariate indigeste “mini riforme fiscali”, riuscendo pienamente a complicare ancor più la vita dei contribuenti.
Tutto “va bene”, ebbe a dire allora il “Cavaliere … senza paura”, cui fecero seguito, a ruota, altri non meno tronfi successori (di cui qualcuno tuttora in lizza), considerato che un po’ tutti, abitualmente, vivono tuttora da “ricchi”, in un contesto privilegiato, attorniati da personaggi che li incensano e li imbeccano con artefatti attestati di “honoris causa”. Facoltosi e prodighi, loro possono anche infischiarsene della “pressione fiscale” o del “caro prezzi”. Chissà se hanno almeno un pizzico di rimorso per avere contribuito a determinare, nei vari tempi di competenza, l’attuale marasma politico istituzionale ben difficile da gestire nel clima di torre di babele degli attempati partiti di maggioranza o di opposizione e dei discoli partitini tenuti in vita ad “usum delphini”.
Non è ammissibile, fra l’altro, che personaggi di tanta decantata “bravura” non riescano a isolare le molte “poco onorevoli” sanguisughe che, malgrado i lauti compensi percepiti, non disdegnano, talvolta, di passare dal cartolaio di turno per rifornirsi di qualche “busterella”.
E’ chiaro che ogni riferimento è “puramente casuale” pur se, non facendo di tutta l’erba un fascio, l’uomo della strada ritiene che a tale “abitudine” sembrerebbero avvezzi, oltre che una certa parte di politicanti, i vari “pro consoli” di periferia (Regioni, Province e Comuni) che, a tal uopo, non disdegnano d’avviare vere e proprie “agenzie d’affari”.
Fra le varie sottospecie delle “sanguisughe all’italiana”, sono altresì da annoverare taluni imprenditori senza scrupoli (diffusamente provetti elusori e ingordi speculatori), un certo tipo di “manager tuttofare” (che non sanno rinunciare alla tentazione degli intrallazzi), molti burocrati dai “colletti bianchi”, i carrieristi d’alto bordo che, spesso immeritatamente, percepiscono ricchi emolumenti.
Non va dimenticata, altresì, la variegata progenie di “professionisti” (abilitati dalle rispettive “corporazioni” a percepire parcelle e compensi da giocatori di serie “A”) o dei “militari da tavolino” che godono di lauti compensi a fronte di “stellette” e “greche” spesso guadagnate solo per anzianità nei corridoi dei diversi Comandi.
E come non ricordare, infine, i numerosi e voraci “piranha” dell’alta finanza che, per coprire le loro malefatte, hanno sperimentato la tecnica delle “plus valenze” da super enalotto (tassate, a suo tempo, con la modesta ritenuta alla fonte del 12,50%) pur dopo essere stati già sfacciatamente avvantaggiati dalle norme in materia di “scudo fiscale”. E chi più ne ha più ne metta !
E come se i vari inquilini dei palazzi del potere o gli eccelsi “burocrati” della piramide istituzionale, fossero divenuti una sorta di progenie del clamoroso falso storico dell’ “Uomo della Provvidenza”, illusoriamente dato in pasto all’opinione pubblica in un periodo a forte influenza concordataria – lateranense.
Leader oltretutto osannati solo da una minoritaria frazione di votanti che fra l’altro comprende una larga fascia di sostenitori ingordi, retrivi, opportunisti, portatori di privilegi, favori e prebende d’ogni tipo.
Tale fascia di elettori, pur se minoritaria e ben poco rispettosa dei valori della Costituzione, non ha certo niente in comune con quell’altra Italia che, facendo i conti col misero bilancio mensile, deve stringere sempre più la cinghia per risparmiare qualche “euro”, magari andando a fare la spesa negli insalubri “mercatini rionali” o in taluni “centri commerciali” si seconda serie, ben poco affidabili oltre che, spesso e volentieri, non rispettosi delle basilari norme in materia di salute pubblica.
E’ assodato, inoltre, che la stragrande maggioranza dei cittadini operosi e onesti non riesce a farla franca dalle “super accise” su carburanti e gas, dalle addizionali IRPEF, dai “tributi erariali”, dai truffaldini “oneri accessori” sulle già esose tariffe energetiche, dalle tasse e “pedaggi” comunali, provinciali e regionali.
Una sorta di riaffioranti “forche caudine” o “bilancia di Brenno”, destinati a fornire buona parte dei fondi utili a sopperire agli oneri collegati alle strutture di facciata e burocratiche centrali e periferiche, agli stracolmi organici di personale (talvolta incompetente, lassista o addirittura assenteista), al mefitico traffico elettorale, alle spropositate “luminarie” per manifestazioni stile “ludi circensi” o “festival giocherecci” che dir si voglia, agli inutili sfarzi di facciata, ai “contributi” più o meno ammissibili alle organizzazioni pseudo benefiche, sociali e culturali che fanno capo agli amici “elettori” … o agli amici degli amici, ecc. ecc.
Di tutto ciò, certamente, non fa parte la “terza Italia”, quella dei “veri poveri”, dei “pensionati al minimo”, dei “senza tetto”, dei “diversi”, dei “veri invalidi”, dei malati “abbandonati”, dei “barboni” !
Il discorso di cui sopra, in ogni caso, vale anche per molti illustri personaggi della “sinistra storica”, nella misura in cui, una volta inseriti nella casta dei “professionisti della politica” (di quella politica che prevalentemente vive di appannaggi pubblici), non disdegnano di percepire elevati stipendi, oltre che di consistenti “rimborsi” di varia natura.
La cosa strana è che parecchi di costoro seguitano a professare una inveterata devozione per la ex religione marxista.
Non sarebbe giusto dimenticare, infine, la tronfia, teatrale e affatto francescana “gerarchia ecclesiastica” …. che, pur con le dovute eccezioni e senza preconcette generalizzazioni, predica bene e razzola male. Per carità di patria, fra l’altro, è meglio non entrare nel merito dell’elusiva e poco trasparente gestione degli immensi patrimoni accumulati all’ombra dei campanili.
Un po’ tutti hanno un comune denominatore: pensano che lo Stato è equiparato ad una mucca da cui mungere del buon latte.
E’ fatale, in conclusione, che ogni qual volta dalle bocche di molti illustri esponenti del firmamento politico italiano, vengono fuori termini e frasi come “correttezza”, “trasparenza”, “onestà morale”, “codice di etica comportamentale”, “giustizia sociale”, “interesse collettivo” ecc. ecc., si offra al popolo, già in partenza democraticamente gabbato, uno spettacolo d’invereconda spudoratezza.

22 maggio 2022 Augusto Lucchese