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La polemica di Fucsovics sul punto che (dice) l'arbitro ha regalato all'avversario

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Errare humanum est. Il giudice di sedia, Gianluca Moscarella, vede sula riga e non appena fuori il servizio e cambia il giudizio del giudice di linea. Anche se è il match point del tie-break, Marton Fucsovics non può sostenere di aver perso per quell’unico punto la partita contro Nikoloz Basilashvili, per quel servizio dell’avversario che per lui è dannatamente fuori. Ma certo, come altre volte, come per altri colleghi, come in altre partite, ripenserà a vita quell’unica palla.

Tanto che, uscendo dal campo, fotografa il segno sulla terra rossa del Foro Italico. Una traccia che conferma le sue ragioni. Che ripropone, amaro, su Instagram: “Ultimo punto del match, non volevo farlo ma ho ricevuto tante richieste di mostrare la foto che ho fatto sulla riga del campo… Se la palla è fuori, è doppio fallo, e mi avrebbe lasciato una possibilità. Ma l’arbitro ha detto il contrario…”.

Marton #Fucsovics fotografa e documenta l’accaduto. pic.twitter.com/cOv9z365mr

— Luca Fiorino (@LucaFiorino24)
12 maggio 2019

Questa foto rilancia la domanda di tutti: perché solo nei tornei sulla terra rossa non esiste Hawk Eye, Occhio di falco, il sistema elettronico, che con l’ausilio delle telecamere, determina se la chiamata dei giudici di linea è giusta o no? Dennis Shapovalov, fra i portabandiera d’avanguardia della Next Gen, appena nota il messaggio, abbraccia il collega ungherese su Twitter: “Per questa cosa è brutale. Abbiamo bisogno dell’Occhio di falco anche sulla terra. Ci dev’essere un sistema. Ragazzi, che ne pensate?”.

Soffiando sul fuoco della polemica, e lanciando una sorta di sondaggio fra gli amici. Tanto che Taylor Fritz, un altro giovanissimo, gli ha subito risposto, alzando il polverone nel players lounge: “Sono anch’io in ballo e ho bisogno che le pallottole Hawkeye lascino segni evidenti…. E’ indispensabile che gli arbitri posano vedere correttamente i segni della palla e identificare quali sono dentro e quali fuori dalle righe. Questo incidente specifico deve essere affrontato perché la chiamata di questa palla è assolutamente inspiegabile”.

Scatenando  una serie di pareri, fra cui quello telegrafico della pro francese, Alizé Cornet, “OMG” (O mio Dio), con anche link allegati di altri fattacci

Occhio di Falco non esiste anche al Roland Garros, lo Slam sul “rosso”, perché, ufficialmente, come spiega il super-tecnico Peter Irwin, esiste un problema di pulizia dell’immagine. “Misuriamo il campo, ma abbiamo bisogno di misurare anche le ondulazioni del terreno, i mini vortici causati dagli spostamenti, dal vento o dalla pioggia. Quando si gioca sulla terra il terreno è in continua evoluzione. Dovremmo quindi costantemente ricalibrare il sistema, cosa che comunque già facciamo sull’erba”. 

Il problema vero è economico. Centomila dollari a campo, più la manutenzione sugli 8 campi di Roma, costerebbero un bel po’ di quattrini. Per un macchinario che chiunque giochi a tennis giudica assolutamente inutile. Il segno è sempre chiarissimo. Ditelo a Fucsovics e agli giovani picchiatori della NextGen.

Vedi: La polemica di Fucsovics sul punto che (dice) l'arbitro ha regalato all'avversario
Fonte: sport agi


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