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La mappa delle proteste no-vax in Europa

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AGI – L’Europa, di nuovo epicentro mondiale della pandemia, torna a introdurre restrizioni – come il green pass o lockdown mirati – per evitare una nuova esplosione dei contagi. E con le restrizioni, è scattata la rabbia di quella parte della popolazione fortemente no vax e che – in questa recrudescenza della pandemia – è stata additata dalle autorita’ di diversi Paesi come la principale indiziata per l’aumento dei contagi che sta gettando un’ombra lunga sul Natale.

Austria

Primo Paese a rendere, da febbraio, la vaccinazione obbligatoria – alla vigilia del lockdown generale entrato in vigore oggi, in 40.000 sabato hanno manifestato nella capitale, dove si sono verificati scontri con la polizia.

A Vienna, a fomentare la ribellione contro la chiusura di 20 giorni imposta dal governo e’ stato il leader del partito di estrema destra Fpo, terza forza in Parlamento, Herbert Kikl, che ha denunciato l’instaurazione di una “dittatura” nel Paese. In piazza, i manifestanti sventolavano la bandiera nazionale e gridavano slogan come “no alla vaccinazione”, “ne abbiamo abbastana”, “Abbasso la dittatura fascista”.

La campagna di immunizzazione in Austria è ferma a uno dei tassi più bassi dell’Europa occidentale: circa un terzo degli abitanti risulta non vaccinato. Gli ospedali delle zone più colpite hanno avvertito che le loro unità di terapia intensiva stanno raggiungendo la capacità massima, mentre nelle ultime settimane la media delle morti giornaliere è triplicata.

Paesi Bassi

La protesta nel fine settimana è stata estesa e violenta: manifestazioni con scontri e arresti si sono verificate a L’Aja, Rotterdam ma anche nella città centrale di Urk e nella provincia meridionale del Limburg.

Il Paese, dalla scorsa settimana, è in lockdown parziale per far fronte a un focolaio di casi, con una serie di restrizioni che interessano in particolare il settore della ristorazione, obbligato a chiudere alle alle 20. I manifestanti contestano soprattutto i piani del governo sulla possibilità di estendere l’uso del green pass in maggiori settori della vita pubblica e di non permettere l’ingresso ai non vaccinati in alcuni luoghi, tra cui bar e ristoranti.

Germania

Secondo un’indagine della societa’ Morning Consult, terzo Paese dopo Russia e Usa per numero di no vax (16%) – solo il 69% della popolazione risulta pienamente vaccinata. Secondo il Robert Koch Institut (Rki), solo tra il 5-10% della popolazione è fortemente contraria ai vaccini, ma sono in molti a essere incerti sul ricevere la propria dose.

Nelle ultime due settimane, il tasso di incidenza dei casi su base settimanale ha raggiunto i massimi dall’inizio della pandemia: si viaggia intorno ai 60.000 contagi e oltre 240 morti in 24 ore. Per arginare la situazione – che la cancelliera, Angela Merkel, ha definito “drammatica” – il governo ha imposto restrizioni a livello nazionale sui non vaccinati, col pass sanitario per accedere a trasporti e luoghi di lavoro e la regola delle ‘2G’ (vaccinati o guariti) per ristoranti e palestre.

Da più parti si chiedono misure piu’ severe e i politici stanno iniziando a discutere la necessita’ della vaccinazione obbligatoria, non escludendo fino ad allora l’eventualita’ di nuovi lockdown nazionali. Se la misura entrasse in vigore, gli analisti hanno gia’ previsto pesanti proteste.

Belgio

È uno dei Paesi più colpiti dall’ultima ondata di Covid-19, nel fine settimana circa 35.000 no vax e no green pass sono scesi in piazza a Bruxelles, dove si sono registrati scontri con la polizia nei pressi di Palazzo Berlaymont, che ospita la sede della Commissione europea.

I manifestanti, con cappucci in testa e molti con bandiere nazionaliste fiamminghe, protestavano soprattutto contro il divieto ai non vaccinati di entrare in bar e ristoranti.

Francia

Tra i Paesi in Europa più scettici verso i vaccini dove i contrari alla somministrazione dei sieri sono il 13% secondo Morning Consult – da mesi si tengono proteste regolari il sabato in tutto il Paese contro quello che qui e’ chiamato ‘pass sanitario’.

Il presidente Emmanuel Macron ha per ora escluso la necessità per ora di ulteriori restrizioni e negli ultimi giorni, episodi di protesta violenta si sono verificati solo nell’arcipelago di Guadalupa, territorio d’oltremare francese nel Mar dei Caraibi, dove le proteste sono sfociate in saccheggi e spari contro le forze dell’ordine.

“Questi manifestanti violenti sono solo una minoranza che fa molto rumore, bisogna stare attenti a non trarre conseguenze da queste proteste”, ha avvertito Patrick Martin-Genier, specialista di Europa e insegnante alla Science Po.

“A Rotterdam, più della metà degli arrestati erano giovani venuti da fuori per provocare violenze“, sottolinea lo specialista, “a Bruxelles in piazza c’erano anche le istanze indipendentiste fiamminghe, a Guadalupa c’è invece forte disagio sociale: molto spesso le misure anti-Covid sono solo un pretesto per essere violenti”.

Source: agi


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