Type to search

La mafia dentro il movimento antimafia. Adesso basta. Cambiare passo.

Share

Lo aveva già scritto Leonardo Sciascia, uno dei più grandi intellettuali italiani. E aveva visto giusto: l’antimafia può essere una professione fruttuosa. Le inchieste di questi ultimi mesi dimostrano ancora una volta che le intuizioni di Sciascia si sono tristemente avverate.

L’ultimo eclatante caso quello di Libero Futuro fuori dalla lista delle associazioni antiracket di Villa Whitaker. Lo ha deciso il prefetto Antonella De Miro firmando il provvedimento di cancellazione: all’interno figurerebbero persone vicine ad ambienti mafiosi o soggetti comunque contigui, il gruppo non avrebbe quindi più i requisiti di “affidabilità”. Il riferimento è, tra gli altri, ai Virga:  il legale di Libero Futuro è la madre di un socio dell’imprenditore di Marineo a cui sono stati sequestrati i beni.

Sotto accusa anche il fondatore di Libero futuro, Enrico Colajanni, che oggi è solo il consigliere dell’associazione, ma resta il simbolo del gruppo nato nel 2007 dalla scissione con il Comitato Addiopizzo: “Avrebbe commesso diverse leggerezze nell’accogliere sotto l’ombrello dell’associazione antiracket soggetti che – non poteva non sapere – avessero un curriculum non illibato”.

Ma in questi mesi abbiamo assistito ai casi Montante e all’inquinamento che molte associazioni antiracket hanno subito attraverso la presenza di uomini e donne non proprio cristallini. Insomma è arrivato il tempo della chiarezza e noi di Confedercontribuenti, aggiunge il Presidente Finocchiaro, che abbiamo sempre detto che il lavoro va fatto per scelta e non perchè esistono molti contributi pubblici, siamo soddisfatti di questo cambio di passo.

 

 

 


Tags: