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La guerra di Putin fa pre­ci­pi­tare un nuovo ordine mon­diale (Tradotto dal quotidiano spagnolo EL PAIS)

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La cre­scente aggres­si­vità russa sca­tena una spi­rale di por­tata impre­ve­di­bile men­tre prende forma una rivo­lu­zione ener­ge­tica glo­bale: dalle rela­zioni inter­na­zio­nali allo stile di vita
B. DE MIGUEL / M. V. GÓMEZ I. SEISDEDOS, ·

La guerra di Vla­di­mir Putin sta pre­ci­pi­tando un nuovo ordine mon­diale. Il fal­li­mento mili­tare della Rus­sia e la deci­sione dell’Occi­dente di armare l’Ucraina con mate­riale sem­pre più abbon­dante e sofi­sti­cato stanno pro­lun­gando un con­flitto di por­tata impre­ve­di­bile. Nel set­tore ener­ge­tico, que­sta ricon­fi­gu­ra­zione, che riguarda le rela­zioni inter­na­zio­nali, le catene di approv­vi­gio­na­mento e le abi­tu­dini di vita, è già ini­ziata. L’UE sta cor­rendo per rom­pere la sua dipen­denza dalla Rus­sia dopo la deci­sione del Crem­lino que­sta set­ti­mana di tagliare il gas a Polo­nia e Bul­ga­ria. Cina e India si stanno fre­gando le mani con l’oppor­tu­nità di acqui­sire a un prezzo più van­tag­gioso l’ener­gia che l’Occi­dente non vuole più e i regimi auto­ri­tari sono in una posi­zione di forza con­tro le demo­cra­zie.
Il 9 mag­gio è con­tras­se­gnato in rosso come pos­si­bile punto più alto dell’offen­siva
Gli alleati stanno con­se­gnando armi sem­pre più sofi­sti­cate all’Ucraina
La guerra della Rus­sia con­tro l’Ucraina, entrata in una spi­rale che tra­volge lo scon­tro tra due Stati, rischia di assu­mere pro­por­zioni inter­na­zio­nali. Il fia­sco mili­tare di Vla­di­mir Putin, il morale della vit­to­ria di Volo­dy­myr Zelen­sky e gli inte­ressi geo­stra­te­gici di Joe Biden stanno indi­riz­zando il con­flitto verso una nuova fase, ancora più mor­tale di quella ini­ziale e con poten­ziali river­beri molto più gravi per il resto del con­ti­nente euro­peo. Le due parti affron­tano una set­ti­mana deci­siva, con la data del 9 mag­gio segnata in rosso come pos­si­bile punto alto dell’offen­siva russa o come pausa per i nego­ziati di pace. Ma lo sce­na­rio più pro­ba­bile, secondo fonti di Bru­xel­les e Washing­ton, è che la guerra sia pro­lun­gata e che la Rus­sia man­tenga un’esca­la­tion in cui sta maneg­giando, sem­pre più spesso, il suo arse­nale nucleare.
”Il governo russo ama gli anni­ver­sari e pro­ba­bil­mente vor­rebbe che il 9 mag­gio fosse una pie­tra miliare nel con­flitto”, sot­to­li­neano fonti della NATO, allu­dendo alla pros­sima com­me­mo­ra­zione della vit­to­ria dell’URSS sulla Ger­ma­nia nazi­sta nel 1945. La data sim­bo­lica, secondo que­ste fonti, sarebbe pro­pi­zia per il Crem­lino per cer­care di riven­di­care il suo suc­cesso nell’inva­sione o per offrire un per­corso nego­ziale. “Molto pro­ba­bil­mente, non sarà in grado di fare né una cosa né l’altra. La bat­ta­glia con­ti­nua e gli ucraini sono con­vinti di poter vin­cere.”
La spi­rale di reto­rica aggres­siva da parte del governo del pre­si­dente russo Vla­di­mir Putin e, soprat­tutto, la sua con­ti­nua vio­lenza reto­rica delle ultime set­ti­mane, fanno temere un aggra­va­mento del con­flitto e un’esten­sione delle rami­fi­ca­zioni inter­na­zio­nali. Gli alleati occi­den­tali stanno for­nendo all’eser­cito ucraino armi sem­pre più abbon­danti e sofi­sti­cate in modo che possa difen­dersi dagli inces­santi bom­bar­da­menti russi. Fonti alleate rico­no­scono che tali con­se­gne richie­de­ranno una par­te­ci­pa­zione per­ma­nente occi­den­tale alla manu­ten­zione e alla gestione del mate­riale for­nito e al lavoro di adde­stra­mento per i mili­tari ucraini, due fat­tori che aumen­tano il rischio di un attacco for­tuito o deli­be­rato da parte dell’eser­cito di Putin. I mili­tari ucraini si stanno già tra­sfe­rendo nelle basi sta­tu­ni­tensi in Ger­ma­nia e in altri paesi per la for­ma­zione, ha annun­ciato il Pen­ta­gono.
Deci­mare l’eser­cito aggres­sore
Washing­ton si è posta l’obiet­tivo di aiu­tare il pre­si­dente ucraino Volo­dy­myr Zelen­sky a deci­mare l’eser­cito russo fino a ren­derlo inca­pace di intra­pren­dere un’inva­sione come quella ini­ziata il 24 feb­braio. E il pre­si­dente degli Stati Uniti Joe Biden sta per aumen­tare gli aiuti a Kiev a livelli che in soli quat­tro mesi egua­gliano la spesa annuale degli Stati Uniti durante la sua cam­pa­gna in Afgha­ni­stan.
Putin ha minac­ciato, da parte sua, di ricor­rere a armi mai usate prima per rispon­dere a un coin­vol­gi­mento occi­den­tale che, secondo Mosca, sta comin­ciando a rasen­tare la co-bel­li­ge­ranza. E il suo mini­stro degli Esteri, Ser­gei Lavrov, ha accu­sato la NATO lunedì scorso di aver intra­preso una guerra con­tro la Rus­sia attra­verso la media­zione dell’Ucraina; e ha avver­tito che il rischio di una con­fla­gra­zione nucleare è “serio, reale”. “Non dob­biamo sot­to­va­lu­tarlo” ha aggiunto minac­cio­sa­mente.
La Rus­sia minac­cia anche di esten­dere il con­flitto alla Mol­da­via appro­fit­tando della pre­senza delle sue cosid­dette forze di pace nella regione sepa­ra­ti­sta della Trans­ni­stria, che apri­rebbe un altro fronte sul fianco sud-occi­den­tale dell’Ucraina. E, per la prima volta, le auto­rità russe stanno ini­ziando a usare il ter­mine “guerra” per descri­vere un con­flitto che fino ad ora hanno descritto come una “ope­ra­zione mili­tare spe­ciale”. Fonti occi­den­tali sot­to­li­neano che l’ala più dura di Mosca sarebbe a favore di dichia­rare già aper­ta­mente guerra all’Ucraina, una mossa che impli­che­rebbe la mobi­li­ta­zione gene­rale della popo­la­zione russa adulta per l’even­tuale coscri­zione.
“I rife­ri­menti alla eca­tomba nucleare rive­lano fru­stra­zione” dice un esperto
Fonti alleate attri­bui­scono la cre­scente aggres­si­vità delle gesti­co­la­zioni del Crem­lino alle sue con­ti­nue dif­fi­coltà sul campo di bat­ta­glia. “Alzare così tanto la voce in que­sto momento è una prova di debo­lezza piut­to­sto che di forza”, sot­to­li­neano. Jamie Shea, del think tank Friends of Europe ed ex alto fun­zio­na­rio della NATO, con­corda sul fatto che le pro­te­ste russe con­tro la for­ni­tura di armi occi­den­tali sono un chiaro segno che Mosca teme un fal­li­mento mili­tare. “Il Crem­lino sa che dovrà ral­len­tare la sua offen­siva nella regione del Don­bas e nel Mar Nero quando l’eser­cito ucraino ini­zierà a uti­liz­zare armi sofi­sti­cate e high-tech, come droni Switch­blade, lan­cia­mis­sili o sistemi di difesa aerea e radar.”
Anche l’UE, ini­zial­mente rilut­tante all’idea di par­te­ci­pare alla riso­lu­zione del con­flitto, sta diven­tando sem­pre più com­bat­tiva. “L’aggres­sione della Rus­sia è una minac­cia diretta alla nostra sicu­rezza, ne faremo un fal­li­mento stra­te­gico”, ha detto que­sta set­ti­mana la pre­si­dente della Com­mis­sione euro­pea Ursula von der Leyen. “Que­sto è un momento deci­sivo, la nostra rispo­sta deci­derà il futuro sia del sistema inter­na­zio­nale che dell’eco­no­mia glo­bale”, ha pre­detto durante una visita uffi­ciale in India.
Washing­ton impo­sta il ritmo
Ma è Biden che segna il passo nella corsa agli arma­menti a favore del governo Zelen­sky. Il balzo in avanti di Washing­ton è arri­vato dopo che, secondo fonti alleate,” la man­canza di sof­fietti dell’eser­cito russo è stata dimo­strata ” e le appa­renti carenze dei ser­vizi segreti del Crem­lino. “Le armi occi­den­tali hanno ini­ziato a entrare in Ucraina il 25 feb­braio, e non c’è ancora trac­cia che la Rus­sia abbia col­pito anche una delle spe­di­zioni occi­den­tali”, osserva una fonte alleata.
La Casa Bianca sta lavo­rando sulla scena di un lungo con­flitto
Secondo fonti della NATO, ci sono il 30% in meno di truppe inva­sori rima­ste in Ucraina
L’account del Crem­lino “apre la strada alle assun­zioni obbli­ga­to­rie”
“È chiaro che c’è un cam­bia­mento di stra­te­gia a Washing­ton e in molte capi­tali euro­pee”, spiega Richard Gowan, ana­li­sta dell’Inter­na­tio­nal Cri­sis Group, al tele­fono da New York. “Ora si è aperta una spac­ca­tura attra­verso la quale vedono pos­si­bile andare oltre e finire per inde­bo­lire la Rus­sia per impe­dir­gli di osare in futuro con altri paesi.”
La svolta degli Stati Uniti sul fronte ucraino è ini­ziata lunedì scorso con il suo segre­ta­rio alla Difesa, Lloyd Austin, dicendo, dopo una visita fur­tiva a Kiev, che spera che la guerra serva a “inde­bo­lire la Rus­sia.”È con­ti­nuato mar­tedì con Austin che si è messo a capo di un’alleanza di 40 paesi nella base mili­tare di Ram­stein in Ger­ma­nia. E ha rag­giunto il suo picco gio­vedì, con la richie­sta di Biden al Con­gresso di appro­vare 33.000 milioni di dol­lari (31.000 milioni di euro) più aiuti per il paese attac­cato. Que­ste tre pie­tre miliari pos­sono essere inter­pre­tate come segni di un cam­bia­mento in ciò che gli Stati Uniti si aspet­tano dal con­flitto: dall’essere la bat­ta­glia per difen­dere una fra­gile demo­cra­zia ed evi­tare il suo smem­bra­mento, si è tra­sfor­mato in un’esca­la­tion che implica un con­fronto sem­pre più diretto tra Washing­ton e Mosca.
Se l’importo totale impe­gnato si aggiunge ai bil­lion 13.6 miliardi di aiuti appro­vati all’ini­zio di que­sto mese dal Con­gresso, gli Stati Uniti avranno inviato bil­lion 46.6 miliardi nei primi quat­tro mesi di quest’anno in Ucraina, più di quanto è stato speso ogni anno in Afgha­ni­stan (circa bil­lion 40.8 miliardi in media, secondo il Pen­ta­gono). Que­sto annun­cio è anche un segno ine­qui­vo­ca­bile che la Casa Bianca sta lavo­rando sul pal­co­sce­nico di una lunga guerra. Uno dei suoi alti fun­zio­nari ha rico­no­sciuto gio­vedì, par­lando a con­di­zione di ano­ni­mato, che que­sto denaro, una quan­tità “sto­rica” di aiuti a un paese stra­niero, garan­ti­sce ”almeno, aiuti per altri cin­que mesi di con­flitto.”
Ian Les­ser, diret­tore ese­cu­tivo della filiale di Bru­xel­les del think-tank Ger­man Mar­shall Fund, ritiene che se l’obiet­tivo di Putin di inde­bo­lire la Rus­sia fosse con­fer­mato, ” signi­fi­che­rebbe che a Washing­ton e nella NATO è con­tem­plato un periodo dura­turo di con­fronto e rischio in rela­zione alla Rus­sia.”
Una cen­trale elet­trica incaz­zata
L’otti­mi­smo dell’Occi­dente, e dell’Ammi­ni­stra­zione Biden in par­ti­co­lare, sulla scon­fitta della Rus­sia e sul suo defi­ni­tivo inde­bo­li­mento pre­oc­cupa alcuni ana­li­sti. “È un errore fare della debo­lezza della Rus­sia l’obiet­tivo prin­ci­pale. Dovremmo evi­tare che fini­sca per diven­tare un potere arrab­biato, amaro e peri­co­loso, come la Ger­ma­nia era negli anni Venti”, afferma Michael O’Han­lon, diret­tore della ricerca sulla poli­tica estera presso il Broo­kings Insti­tu­tion ana­ly­ti­cal labo­ra­tory, esperto di difesa sta­tu­ni­tense e sicu­rezza nazio­nale. “E non c’è biso­gno di ricor­dare cosa, un secolo fa, è venuto dopo quell’umi­lia­zione.”
Gowan è anche a favore delle potenze occi­den­tali che con­ti­nuano a inviare un mes­sag­gio a Putin che esi­ste ancora un’opzione per un’uscita nego­ziata. “Se l’unico mes­sag­gio che il Crem­lino vede è che gli Stati Uniti sono pronti per una lunga guerra, è pro­ba­bile che Mosca rad­dop­pierà la sua scom­messa e che il lungo con­flitto sarà del tutto ine­vi­ta­bile.”
Fonti della NATO rico­no­scono che ” c’è la pos­si­bi­lità che Putin opti per l’esca­la­tion.”E da Bru­xel­les osser­vano con evi­dente appren­sione un pre­si­dente russo che, secondo quelle fonti“” spesso non sem­bra essere ben infor­mato dai suoi coman­danti su ciò che sta acca­dendo sul campo di bat­ta­glia.”
Due mesi dopo l’ini­zio della guerra, l’eser­cito russo avrebbe avuto solo bat­ta­glioni 90 sul ter­ri­to­rio ucraino, con altri 20 in Rus­sia per motivi di approv­vi­gio­na­mento, secondo fonti della NATO. Le stesse fonti sti­mano che all’ini­zio dell’inva­sione potreb­bero esserci stati ben 130 bat­ta­glioni, il che indi­che­rebbe che ci sono il 30% in meno di truppe russe rima­ste in Ucraina. L’intel­li­gence occi­den­tale ritiene inol­tre che il Crem­lino abbia esau­rito il suo arse­nale di armi di pre­ci­sione e non abbia la capa­cità finan­zia­ria o tec­nica di dotarsi di mis­sili che costano circa due milioni di dol­lari per unità. “La Rus­sia sta ricor­rendo all’arti­glie­ria per­ma­nente e agli attac­chi indi­scri­mi­nati che, invece di distrug­gere un obiet­tivo spe­ci­fico, por­tano avanti un intero quar­tiere”, sot­to­li­neano fonti alleate.
Que­sta bat­tuta d’arre­sto ha por­tato il Crem­lino la scorsa set­ti­mana a ripren­dere le sue minacce di un attacco nucleare. ” Non pos­siamo spe­cu­lare su ciò che i russi faranno o non faranno, ma il fatto è che sono una potenza nucleare e non sap­piamo se sia tutto un bluff”, rico­no­scono fonti della NATO. Le stesse fonti con­si­de­rano “tre­men­da­mente irre­spon­sa­bile che una potenza nucleare stia intra­pren­dendo tale reto­rica”, anche se sot­to­li­neano che le allu­sioni a un pos­si­bile attacco pro­ven­gono più dall’ambiente media­tico di Putin che dal regime stesso.
Andrei Kole­sni­kov, capo della poli­tica russa del think tank Car­ne­gie Moscow, ritiene che i rife­ri­menti alla bomba nucleare ” fac­ciano parte del lin­guag­gio dell’odio e anche le fonti uffi­ciali ora ricor­rono facil­mente a par­lare di argo­menti che fino a poco tempo fa erano tabù.”Per Kole­sni­kov, tale reto­rica” rivela un certo grado di fru­stra­zione.”Ma mette in guar­dia con­tro il rischio di igno­rarlo. “Putin può fare qual­siasi cosa: nes­suno cre­deva di poter annet­tere la Cri­mea e nes­suno pen­sava di poter lan­ciare una “ope­ra­zione spe­ciale”, ma lo ha fatto.”Il por­ta­voce del Pen­ta­gono John Kirby ha detto mer­co­ledì:” Nes­suno vuole che que­sta guerra si inten­si­fi­chi più di quanto non abbia già fatto. E cer­ta­mente non in ogni caso al ter­ri­to­rio nucleare”” Biden, da parte sua, ha defi­nito i fan­ta­smi ato­mici susci­tati nei giorni scorsi da Mosca “irre­spon­sa­bili.”Mi pre­oc­cu­pano per­ché mostrano la dispe­ra­zione che la Rus­sia si sente di fronte al suo fal­li­mento abietta.”
Scin­tilla temi­bile
Ian Les­ser ritiene che il rischio nucleare è “pic­colo, anche se non zero.”Il diret­tore del Ger­man Mar­shall Fund a Bru­xel­les vede” il rischio di uno scon­tro con­ven­zio­nale tra NATO e Rus­sia, inten­zio­nal­mente o, più pro­ba­bil­mente, a causa di un inci­dente in un’ope­ra­zione mili­tare, è molto più alto. E que­sto potrebbe cau­sare un’esca­la­tion.”Gli esperti avver­tono anche che le zone di attrito per que­sta scin­tilla temi­bile non si limi­tano al ter­ri­to­rio ucraino e din­torni. “Potrebbe essere al con­fine polacco, nel Bal­tico o nel Mar Nero, ma è anche con­ce­pi­bile nel Medi­ter­ra­neo, in Siria, in Libia o nel Sahel, dove le forze russe e occi­den­tali sono in con­tatto”, ricorda Les­ser.
” La Rus­sia sa che non può vin­cere una guerra nucleare e che gli Stati Uniti e la NATO hanno capa­cità in quel campo che sono molto più che uguali alla Rus­sia”, afferma Jamie Shea. Que­sto ana­li­sta e por­ta­voce della NATO durante la guerra del Kosovo inter­preta che le gesti­co­la­zioni nucleari di Mosca non cer­cano solo di inti­mi­dire l’Occi­dente. “È anche uno stru­mento di pro­pa­ganda interna per creare davanti all’opi­nione pub­blica la falsa impres­sione che la Rus­sia stia con­du­cendo una guerra esi­sten­ziale in Ucraina in cui è in gioco la sua soprav­vi­venza di fronte all’aggres­sione occi­den­tale.”Per Shea, quel conto” apre la strada a coscritti più obbli­ga­tori men­tre aumen­tano le vit­time dell’eser­cito in Ucraina.”Que­sta deci­sione potrebbe rive­larsi molto impo­po­lare per una popo­la­zione russa che Mosca man­tiene imba­va­gliata o ipno­tiz­zata sulla base della pro­pa­ganda su una pre­sunta dena­zi­fi­ca­zione dell’Ucraina. La pro­pa­ganda di Putin rag­giun­gerà il suo apice durante la parata mili­tare pre­vi­sta per il 9 mag­gio. Lo stesso giorno, l’UE cele­brerà l’anni­ver­sa­rio della Dichia­ra­zione Schu­man, il testo fon­da­tore del club comu­ni­ta­rio. E al Par­la­mento euro­peo, a Stra­sburgo, si con­clu­derà la con­fe­renza sul futuro dell’Europa, un eser­ci­zio di rifles­sione dei cit­ta­dini che aspira ad adat­tare l’Unione alla realtà del XXI secolo.
L’Europa di Putin in guerra con­tro il dia­logo e la con­cor­dia dell’UE nello stesso giorno, uno scon­tro dalle con­se­guenze impre­ve­di­bili. Anche se stiamo ini­ziando a sognare, è anche pos­si­bile imma­gi­nare un dopo­guerra in cui una Rus­sia libe­rata dalla sua deriva auto­ri­ta­ria e con il suo arse­nale nucleare sog­getto a norme inter­na­zio­nali potrebbe unirsi al vec­chio pro­getto di costru­zione di un con­ti­nente di pace e pro­spe­rità da Lisbona a Vla­di­vo­stok. Anche la ricon­ci­lia­zione tra Ger­ma­nia e Fran­cia sem­brava un sogno irrea­liz­za­bile quando Robert Schu­man scom­mise sull’inte­gra­zione euro­pea nel 1950, appena cin­que anni dopo la scon­fitta di Adolf Hitler.

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