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La girandola degli allenatori nel tennis femminile 

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Il tourbillon che si è creato al vertice del tennis donne, con Serena Williams più vulnerabile che mai e tantissimo equilibrio fra le “top ten” – otto vincitrici diverse negli ultimi otto Slam – ha trasformato il consueto valzer degli allenatori in una autentica girandola: frenetica, veloce e cieca. Quanto il gioco moderno, dominato da tante violente botte da fondocampo e poca tattica e pensiero. 

Cominciamo dalla Numero 1, la pièveloce romena Simona Halep è stata abbandonata da Darren Cahill, col pedigree di guida tecnica di Andre Agassi e Lleyton Hewitt. L’ex pro australiano aveva già detto no a Roger Federer per motivi familiari, ora rinuncia per crescere i figli. Ma magari risponderà al prossimo SOS dell’alunna. 

Angelique ci ripensa

Idee divergenti, un inizio di stagione deludente, una richiesta di aumento? La Numero 2 del mondo, la tedesca Angelique Kerber, ha lasciato l’ex numero 1291 del mondo del 1999, il belga Wim Fissette, pioniere del tennis analizzato coi numeri al computer, col quale è tornata a vincere uno Slam, a Wimbledon. Al suo posto, il connazionale Rainer Shuttler, ex n. 5 Atp, finalista agli Australian Open 2003. Mentre Fissette, artefice dei successi di Kim Clijsters, torna a Vika Azarenka, che aveva lanciato prima della gravidanza.

Anche cinque in due anni

Peperino Elina Svitolina, numero 4 Wta, ha licenziato uno dietro l’altro Thierry Ascione e Nick Saviano, e ha promosso primo allenatore lo sparring partner Andrew Bettles. La numero 6, Sloane Stephens, una delle più discontinue del tour, si è presa “un periodo di riflessione” da Kamau Murray dopo il trionfo agli Us Open 2017, la finale al Roland Garros 2018 e il record di 3 del mondo, a luglio. La 8 del ranking, la ceca Karolina Pliskova, dopo quattro coach in due anni, va contro corrente assoldando una donna, l’ex pro Conchita Martinez, già chiave del successo a Wimbledon 2017 di Garbine Muguruza (con Sam Sumyk). La grande speranza Usa, Madison Keys, che ne ha cambiati cinque in due anni, ora riparte da Jim Madrigal (ex di Bryan Baker e Sandgren).

Venus ti seduce e ti abbandona

Inquietante il grido di dolore che lancia l’onesto David Witt, sedotto ed abbandonato da Venus Williams dopo una vita in tandem: “Dopo undici anni, è finita con una chiamata di due minuti. Non so nemmeno il motivo”. Dopo l’illusorio ritorno al vertice del 2017, la venere nera del tennis è uscita per la prima volta dalle “top 20”, dal 2013. Come accettare il peso dei 38 anni, di cui 24 sul tour, con troppi acciacchi e la sindrome di Sjogren?

Ritorno da papà

La britannica d’importazione, Johanna Konta, non si interroga sui propri limiti caratteriali ma, dopo un’annata-no dal numero 4 al 37 del mondo, caccia coach Michael Joyce e ingaggia Dmtry Zavioloff (ex di Wawrinka e Timea Bacsinszky). Joyce, ben più quotato come tennista, ex 64 del mondo, e come coach, già guida di Sharapova e Azarenka, s’è tuffato nella sfida-Eugenie Bouchard. Che, scesa all’88 del mondo, ha salutato Robert Lansdorp (in passato con Sharapova e Davenport). Cambia strada anche la greca Maria Sakkari che, per superare la sfida indiretta con mamma Angeliki Kanellopoulou, licenzia il coach svedese Thomas Johansson ed assolda l’inglese Mark Petchey.

Dopo gli ultimi problemi fisici che frenano gli annunci di grandezza dei trionfi giovanili, Belinda Bencic (scesa dal 7 del mondo 2016 al 37) saluta Vladimir Platenik – già con Dominika Cibulkova e Daria Kasatkina – e torna con… papà Ivan! Mentre la veterana Samantha Stosur, 34enne ex 4 del mondo oggi 72, liquida anche Josh Eagle e ritorna da Nick Watkins. E, per il primo anno da pro, dopo le promesse juniores, Olga Danilovic (figlia del grande Sascha del basket), saluta coach Alex Korech e si lega a Petar Popovic, promosso dalle esperienze con Krajinovic e Karlovic.

 

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Fonte: sport agi


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