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La difficile ricostruzione di Ischia dopo il terremoto

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AGI – Il terremoto colpisce Ischia la sera del 21 agosto 2017. Una scossa avvertita alle 20:57:51 non solo nell’isola verde del golfo di Napoli, ma anche nel capoluogo campano e nei comuni flegrei. La magnitudo determinata all’inizio non sembra allarmante, ma con il passare delle ore arrivano le notizie delle vittime, dei feriti, dei tre bambini di un famiglia dispersi sotto le macerie della loro casa (Saranno trovati in poche ore salvi, grazie a uno di loro, il piccolo Ciro) e il quadro cambia.

Solo quattro giorni dopo, i sismologi dell’Ingv la determinano a 4,0, con epicentro a circa 1 km a sud ovest da Casamicciola Terme, in prossimità di località Maio, con ipocentro a 1,73 km di profondità. Cinque secondi in cui la terra trema, si apre, inghiotte, provocando danni in tre comuni isolani (oltre Casamicciola, a Forio e a Lacco Ameno).

La bassa profondità ipocentrale, spiegheranno poi gli esperti, nonostante la sua relativamente bassa magnitudine, nell’area di Casamicciola Terme, inferiore ai 2 chilometri quadrati, ha determinato una intensità equivalente a quella di un terremoto di magnitudo 6. I danni prodotti, oltre che a una generale scarsa resistenza degli edifici costruiti in un territorio vittima di scempi edilizi dagli anni ’60, sono attribuibili a un ‘effetto di sito’, che ha provocato amplificazioni locali.

A morire, due donne, Mariella Romanini, 65 anni, ischitana di adozione, e Lina Balestrieri, 59 anni, madre di 6 figli di cui 2 adottati. In totale, 42 feriti e oltre 2mila gli sfollati. Hanno fatto seguito alla scossa numerosi eventi tellurici di assestamento: l’8 agosto 2018 alle ore 10:02, a quasi un anno dal sisma, una scossa lieve di magnitudo 2,4 ad una profondità di 3 km è stata avvertita nella parte alta di Casamicciola; e la notte del 9 dicembre dello stesso una di di magnitudo 1,3 avvertita nel centro di Casamicciola.

Il terremoto di Ischia, un anno dopo quello del Centro Italiacon le emergenze che aveva creato, rimane nell’ombra. Solo dopo il crollo del viadotto Polcevera a Genova, viene considerato dal legislatore. Il 28 settembre 2018 viene approvato il decreto legge 109, chiamato Decreto Genova, che prevedeva anche lo stanziamento di circa 60 milioni di euro per la ricostruzione a Ischia.

Nel decreto venne anche autorizzato il condono di alcune abitazioni abusive che furono lesionate dal sisma. Bisogna aspettare il 3 marzo 2019 perchè il commissario straordinario, prefetto Carlo Schilardi, che resta in carica fino al dicembre 2021 affiancato da Invitalia, riesca a sbloccare i fondi statali destinati agli sfollati.

Trovare alloggio ai 2.302 evacuati, tre anni dopo il sisma, è costato allo Stato 9.668.904 euro, cui vanno aggiunti 4.624.721 euro per gli hotel che li hanno ospitati all’inizio, per un totale di 14.293.625 euro. Gli immobili inagibili sono 1.068, di cui 759 a Casamicciola (175 nella zona rossa), 276 a Lacco Ameno e 33 a Forio.

Gli alberghi chiusi sono 12. A tre anni dalla scossa permessi accordati per la ricostruzione di immobili sono 56 (38 a Casamicciola, 15 a Lacco Ameno, 3 a Forio): il 5% del totale. Casamicciola Terme era stata distrutta nel 1883 da un violento terremoto di magnitudo 5.8, con danni notevoli e più di 2000 vittime, tanto che in napoletano ‘fare una Casamicciolà è una locuzione per indicare l’aver compiuto una distruzione. Dal 1935 Casamicciola Terme è classificata come zona sismica di seconda categoria.

Source: agi


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