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"La dad non funziona più" dice Lucia Azzolina. E c’è anche un altro problema

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“Gli studenti hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Tanto vale che lo facciano all’interno della loro classe”. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in un intervento a “Tutti in classe” su Rai Radio 1 ammette di essere “molto preoccupata. A marzo scorso – ricorda – sono stata io a volere la didattica a distanza che però è uno strumento che va bene per qualche settimana o per qualche mese. È evidente che non può più funzionare. I ragazzi sono arrabbiati e disorientati ed io sono preoccupata come ministro per il deflagrare della dispersione scolastica“.

La maturità?

“Il ministro sta lavorando, Abbiamo chiesto agli studenti, come l’anno scorso, di farci delle proposte perché è giusto che siano coinvolti: l’anno scorso ci hanno presentato proposte ragionevoli e di buon senso”. La ministra Azzolina assicura che “una decisione la prenderemo a breve: i ragazzi vivono una situazione di incertezza assoluta ci sono date che slittano come in una tela di Penelope, hanno bisogno di avere certezze e a breve le avranno”.

“Sappiamo tutti che il rischio ‘zero’ non esiste, a scuola come in nessun altro ambito. Ma all’interno delle scuole il rischio è molto basso, ci sono tanti studi italiani ed europei che ce lo confermano”, ha ribadito la ministra dell’Istruzione.

“Il governo ha lavorato molto e bene – ha ricordato la ministra – sono stati messi in campo i prefetti con i quali sono stati definiti piani territoriali, provincia per provincia, per orari e trasporti: le scuole sono pronte per ripartire, ma sono le Regioni ad avere la possibilità di riaprirle o meno. Io chiedo a tutti di trattare la scuola non in maniera diversa rispetto a come vengono trattate le attività produttive. Le scuole non producono incassi, ma i costi sono lo stesso altissimi: il messaggio deturpante per cui nelle regioni ‘gialle’ oggi è tutto aperto fuorché le scuole lascia profonde cicatrici”.

“Io non voglio fare alcuna polemica con nessun presidente di Regione ma restano i fatti e i fatti vanno raccontati. Il 23 dicembre – ha ricordato Azzolina – è stata stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che le superiori sarebbero ripartite con una presenza tra il 50 e il 75%. è stato fatto un lavoro enorme, coinvolgendo i prefetti su orari e bus, ed anche alcune Regioni come la Toscana hanno lavorato bene. Oggi è difficile per gli studenti capire perché non si riapre: hanno ragione, capisco le loro frustrazioni e le loro difficoltà. La scuola è un diritto costituzionale, se a me l’avessero tolta probabilmente non sarei qui”.

Il concorso straordinario riprenderà, circa il 75% delle prove è stato svolto e il ministero ha predisposto tutti gli aspetti informatici che consentiranno ai commissari, lavorando da remoto, di iniziare a correggere le prove svolte. “Al più presto – ha spiegato – appena lo permetterà la situazione sanitaria, termineremo le prove di quel concorso, ci mancano 4 giorni per finire. Poi partirà il concorso ordinario”.

Fonte: cronaca agi


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