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La Cultura in fiamme!

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“La bancarella del Professore”, andata in fiamme a Roma, è una notizia di cronaca di circa un mese fa, ma che oggi risuona, soprattutto, come una metafora che annuncia un triste presagio

di Anna La Mattina

Se non si interviene nel far qualcosa, rischiamo davvero di vedere azzerare la nostra memoria culturale, insieme alle menti dei ragazzi, che stanno spegnendo ogni barlume di autonomia e di ricerca, attraverso le pagine di un libro, il cui profumo va dalla mente al cuore, se lo si annusa, lo si inala, come si fa per i migliori sulfumigi, risanatori dei nostri polmoni.

E sì… perché la cultura è come una sanissima boccata d’aria, che disintossica dall’odore acre della spazzatura digitale, della informazione di regime, spacciata per cultura h24, dai nostri media sempre più compromessi con i poteri di turno e perciò sempre meno liberi.

Ma i più giovani questo pericolo non lo colgono…lo cogliamo noi, i meno giovani, che siamo cresciuti con i libri. I libri di testo a scuola, tanto per cominciare, che oggi sembrano relegati al ruolo di forniture per i docenti e che i ragazzi (o meglio, le loro famiglie) non comprano più. Le ragioni di questo abbandono sono tante: perché non possono permetterselo e ci dicono, a noi insegnati, che compreranno i libri ai loro figli soltanto se avranno dimostrato impegno a scuola, quasi come “premio”… e non si accorgono che è proprio all’aver quel libro tra le mani, con i compiti assegnati da seguire, che si impara ad imparare, ad esser sempre più curiosi e assetati di conoscenza.

È una tragedia cosmica, che si sta consumando sotto i nostri occhi impotenti… ma finché avremo la forza di far circolare cultura buona, anche attraverso un buon giornale, un buon libro, un buon messaggio anche in digitale, forse non tutto sarà perduto, come la Bancarella del Professore, la storica postazione di vendita di libri usati, che diffondeva cultura in Piazzale Flaminio a Roma, di proprietà da vent’anni del Sig. Alberto Maccaroni, che in lacrime dichiarava che non rimaneva niente di tutto ciò che lui aveva contribuito a dare, con quei libri usati, tutti andati distrutti, bancarella compresa, dal nobile nome La bancarella del Professore: la dice lunga sulla sensibilità e sulla cultura di questo esercente, amatissimo dai suoi compratori, che avevano fatto di quell’angolo, un tipico luogo dove la cultura si respirava e si alimentava, dando piacere ai sensi, ma anche all’anima.

Il sig. Alberto dichiara di non avere nemici e che sicuramente il rogo sia stato appiccato da una manica di balordi… una ragazzata insomma.

Ed ha chiesto aiuto al neo sindaco di Roma, il signor Gualtieri (della cui risposta pare non ci sia notizia), per la ricostruzione in tempi brevi dell’angolo e della bancarella di piazzale flaminio.

Io vorrei dire al sig. Alberto Maccarone, encomiabile cittadino nostro, di cui andiamo fieri tutti, anche chi non abita nella Capitale, che un nemico invece lui ce l’ha: è tutto ciò di cui abbiamo parlato in questo articolo1 il nemico è il liberismo sfrenato che inseguendo il “far soldi” sfruttando la trovata tecnologica del Ventunesimo secolo, tende a togliere di mezzo, a calcioni, tutto ciò che gli da fastidio tra i piedi, lungo la sua folle corse verso l’autodistruzione dell’Umanità! Tutto ciò non è solo anticulturale, ma è anche anti ecologico… ma i fautori della futura società umana (si fa per dire), modello Idiocracy, tutto questo non sono minimamente in grado di comprenderlo!

Ferfino Nerone piangerebbe di fronte al rogo dei libri della Bancarella del Professore, di Piazzala Flaminio…

Mi piacerebbe ipotizzare la nascita di Bancarelle del Professore in tutta Italia, per dare un segnale positivo, chiaro e determinato, all’ignoranza spacciata per nuove competenze. L’Italia non si arrende ad Idiocracy… e ricorda a tutto il mondo che siamo i figli legittimi di Virgilio, Dante, Petrarca, Boccaccio, Marco Polo, Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Machiavelli, Giordano Bruno, Galileo Galilei, Parini, Goldoni, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Verga, Carducci, di Giuseppe Verdi, di Vincenzo Bellini, Pascoli, Pirandello, Grazia Deledda, Montale, Pier Paolo Pasolini, Eduardo de Filippo, dei prolifici cantautori e poeti contemporanei di valore e tanti altri che qui, per ovvie ragioni, non ho potuto nominare: tutti coloro che con la musica  e la loro arte hanno costruito l’identità culturale italiana, con connotati internazionali, persino mondiali, riconosciuta in tutti gli esseri pensante.

Si dice che il diavolo fa le pentole… ma non i coperchi…  e fu così che, dopo solo tre giorni (ci ricordano qualcosa di felicemente noto, questi tre giorni?), la bancarella è risorta! Grazie alla solidarietà del Comune di Roma, ma soprattutto grazie alle cittadine e ai cittadini romani che hanno contribuito alla ricostruzione della storica bancarella, con la donazione spontanea dei loro libri, non rassegnati affatto alla distruzione, non tanto simbolica, della cultura.

La cultura è democratica, appartiene a tutti e la vita si impone sempre sulla morte… ed anche la cultura vivrà, finché ci saranno uomini e donne di buona volontà sulla terra, in grado di volerla creare e diffondere.

Mi appello ai miei colleghi insegnati, perché noi siamo coloro che lasciamo “il segno dentro” (in-segnanti) ai nostri studenti, la famosa “generazione perduta” post-covid, di cui abbiamo già parlato, attraverso il nostro giornale, per la quale nutro un immenso affetto e dovere di dedizione speciale: ripartiamo con il nuovo anno scolastico, attraverso la creazione di una Bancarella del professore nelle nostre scuole di appartenenza, nelle piazze dei nostri rispettivi comuni e la prossima estate torniamo a confrontarci… sono sicura che le riflessioni saranno più positive e faranno ben sperare in un futuro migliore.

Non rassegniamoci ad Idiocracy, l’idiozia al potere! Come vorrebbero i pochi al comando della nave senza nocchiero in gran tempesta…!