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La coppa del mondo di Fortnite apre una nuova era per gli eSport

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Il 28 luglio di quest’anno, a New York, il miglior giocatore al mondo di Fortnite alzerà una coppa e metterà in tasca un assegno da 3 milioni di dollari: la vincita più grande di sempre in un singolo torneo di videogiochi. Basterebbe questo a far capire quanto la “Fortnite World Cup”, che prenderà il via il 13 aprile, sia destinata a segnare la storia degli eSport. Eppure quello economico non è l’unico elemento degno di nota.

La “Fortnite World Cup” si divide in due fasi: le qualificazioni a cui possono accedere tutti online, e l’evento finale a New York a cui avranno accesso solo i migliori 200 giocatori. Dal prossimo 13 aprile e per le dieci settimana successive, ogni sabato qualsiasi giocatore di Fortnite (e, secondo gli ultimi annunci di Epic, nel mondo ce ne sono 250 milioni) potrà accedere alla semifinali online: ogni giocatore ha tre ore di tempo e fino a un massimo di dieci partite per accumulare il maggior numero di punti possibile.

I migliori tremila accedono alle finali della domenica che si giocano con le stesse regole e forniscono a una ventina di giocatori il biglietto per le finalissime di New York e 50 mila dollari di premio. Dal 26 al 28 luglio si vola così a New York per le finalissime cui, tra gioco singolo e in coppia, partecipano un totale di 200 giocatori con l’obiettivo di mettersi in tasca una parte del montepremi complessivo di 30 milioni di dollari, di cui tre milioni per il vincitore del gioco in singolo.

Per rendere l’evento il più internazionale possibile Epic ha previsto che dalla fase di qualificazione escano giocatori di tutto il mondo, in particolare quello Occidentale, suddividendo i posti disponibili tra Europa, America del Nord (costa est e costa ovest), Brasile, Asia e Oceania. In questo modo a New York ci saranno rappresentanti di tante nazioni diverse e non si rischia di trovarsi di fronte a un derby tra statunitensi (al momento nettamente i più forti in questo gioco). Altrimenti che coppa del mondo sarebbe?

La cifra complessiva del montepremi, 30 milioni di dollari per il solo evento di New York più un milione di dollari a settimana per dieci settimane, fa segnare il record per ogni torneo di videogame di cui si abbia memoria. Il titolo di competizione più ricca è infatti detenuto da anni da “Dota 2”, un moba (acronimo di Multiplayer Online Battle Arena, in italiano letteralmente “Arena di Battaglia Multigiocatore in Linea”) in cui due squadre di cinque giocatori ciascuna impersonano degli eroi presi dall’immaginario fantasy con l’obiettivo di conquistare la fortezza nemica.

Dota 2 è sviluppato da Valve, la società che controlla il più importante negozio di videogiochi digitale Steam, ed è al centro di uno dei circuiti di eSport più competitivi e strutturati. Una volta l’anno i migliori giocatori danno vita all’evento chiamato “The International”: dal 2014 a oggi il montepremi degli International è aumentato dai 10 ai 25 milioni di dollari dell’ultima edizione, quella del 2018, migliorando di volta in volta il record di torneo più ricco.

Record che, almeno fino all’annuncio dell’edizione 2019, è ora in mano al battle royale di Epic games. Che ha anche un altro vantaggio non da poco: per quanto Dota 2 e giochi simili come l’altra hit “League of Legends” abbiano community enormi ed entusiaste, restano titoli non facili da capire e seguire per i non appassionati.

Fortnite è invece riuscito a superare i confini della community dei gamer tradizionali, convincendo anche i cosiddetti giocatori casuali a competere online. O almeno a seguirne le partite in streaming. I dati di Twitch in questo senso non lasciano spazio a dubbi: nell’ultimo anno, secondo le statistiche di SullyGnome.com i match di Fortnite sono stati seguiti in streaming per un totale di 1 miliardo e 200 milioni di ore. Dota 2 si è fermato a 74 milioni di ore e League of Legends a 35 milioni di ore. La coppa del mondo di Fortnite ha insomma tutti gli ingredienti per diventare un evento pop paragonabile ai grandi tornei degli sport tradizionali. E forse anche di più.

Il sistema di qualificazione così “massivo” darà vita a non poche sorprese nella composizione della rosa dei duecento contendenti della finale newyorkese: impossibile prevedere oggi chi riuscirà a conquistare il suo pass per gli States. Sul fronte italiano gli occhi durante queste qualificazioni saranno puntati su Giorgio Calandrelli, in arte “P0wer”, giocatore professionista e membro della squadra di Fortnite dei Fnatic, team londinese tra i più importanti al mondo nella scena degli eSport (quinto al mondo per totale di premi vinti, secondo i dati di eSportEarnings.com). Calandrelli, in passato pro player anche di Call of Duty, in carriera ha vinto circa 50 mila euro con Fortnite ed è oggi il più apprezzato streamer su Twitch del nostro Paese, dall’alto dei suoi 460mila follower)

 

 

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Fonte: innovazione agi


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