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La Cina "svuota" un villaggio su una scogliera per combattere la povertà 

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Il villaggio di Atulie’er, nella provincia sud-occidentale cinese del Sichuan, che sorge su una scogliera alta 800 metri, era diventato famoso per essere uno dei più impervi della Cina, raggiungibile solo tramite una ripida scala a pioli in vimini. Oggi, 84 abitanti del remoto villaggio sono stati ricollocati in nuovi appartamenti in un’area urbana nella vicina contea di Zhaojue, a circa settanta chilometri di distanza: è un tassello degli sforzi del gigante asiatico nella lotta contro la povertà.

Le immagini degli abitanti che scalavano la montagna per tornare a casa – spesso portando in spalla i generi di necessità del villaggio, ma anche i figli piccoli – avevano attirato l’attenzione internazionale nel 2016, e lo stesso presidente cinese, Xi Jinping, si era interessato alle condizioni di vita del villaggio a strapiombo sul precipizio. Finora, però, l’unica miglioria di rilievo aveva riguardato la scala per accedere al villaggio (diventata di acciaio).

Oggi gli abitanti di Atulie’er, molti appartenenti alla minoranza etnica Yi, si sono trasferiti in appartamenti ammobiliati di 50, 75 o 100 metri quadrati, che verranno assegnati in base alla composizione familiare, e che prevede uno spazio di 25 metri quadrati disponibili per persona, a prezzi calmierati.

Per prendere possesso della nuova casa occorrerà sborsare 2.500 yuan (326,30 euro) a persona, molto al di sotto delle tariffe di mercato: in quell’area, spiega il quotidiano China Daily, il prezzo al metro quadro di un appartamento va dai tremila ai seimila yuan (dai 391,73 ai 783,46 euro). Il reddito medio pro-capite degli abitanti del villaggio, però, è molto basso: circa tremila yuan all’anno, e il rischio è quello di indebitarsi.

Dopo il trasferimento, scrive un altro giornale cinese, il Global Times, citando un funzionario locale, i nuovi residenti, in gran parte agricoltori, verranno incoraggiati a trovare un lavoro nelle imprese locali o a continuare nello sviluppo agricolo. Chi rimarrà nel remoto villaggio sulla scogliera, circa una trentina di persone, si occuperà invece dello sviluppo turistico, e vedrà sorgere una funivia, per il trasporto dei visitatori. Il caso di Atulie’er non è unico, in Cina, dove Xi nutre l’ambizioso piano di sradicare entro quest’anno la povertà.

Questa lotta è una delle tre grandi battaglie della Cina (le altre due sono contro l’inquinamento e contro i rischi finanziari) e rappresenta una priorità per il presidente cinese. Il compito appare, pero’, in salita, dopo lo scoppio dell’epidemia di coronavirus, che ha assorbito buona parte delle energie del governo e delle amministrazioni locali e ha fatto sprofondare l’economia nel primo trimestre.

La soglia di povertà in Cina viene generalmente stimata in un reddito netto annuo non superiore ai 2.300 yuan, trecento euro: secondo dati del 2017, sono trenta milioni le persone nel Paese asiatico che vivono al di sotto di questa soglia. ​

Vedi: La Cina "svuota" un villaggio su una scogliera per combattere la povertà 
Fonte: estero agi


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