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La carica dei vaccini

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AGI – Da Reithera, a Curevac, passando per i vaccini di Sanofi, Imperial College, e Novavax, sono davvero in tanti i vaccini che potrebbero arrivare presto sul mercato con solo qualche mese di ritardo e garantire così un’offerta più ampia in vista delle prossime campagne vaccinali contro il Covid-19. Ad accendere le luci sulla promettente seconda fila dei candidati vaccini in fase di sviluppo è stato proprio Reithera, il vaccino made in Italy che proprio oggi ha annunciato i risultati, davvero incoraggianti, raggiunti nel corso della fase I di sperimentazione. La pattuglia dei candidati vaccini contro il Covid-19 va infatti molto oltre quello dei vaccini che sono in fase III di sviluppo e si preparano ad essere valutati per la messa in commercio a livello mondiale.

Attualmente, secondo i dati del Milken Institute di Pasadena (Usa) sono 236 i candidati vaccini in fase di sviluppo e tra questi 40 sono quelli che hanno iniziato la sperimentazione clinica sull’uomo. Tra questi alcuni sono molto interessanti al punto da pensare che già entro i primi mesi del 2021 la scelta dei vaccini disponibili sarà molto più ampia di quella che possiamo immaginare ora. Tra i vaccini che hanno buone possibilità di veder completata con successo la fase III di sperimentazione c’è sicuramente il quello prodotto dalla società tedesca Curevac, che proprio la scorsa settimana ha sottoscritto un accordo con la Commissione Europea per la fornitura di 405 milioni di dosi. Anche questo vaccino è a base di MRna, come quelli di Pfizer/Biontech e di Moderna/NIH.

Su questa azienda, la scorsa primavera si erano anche concentrate le attenzioni dell’Amministrazione americana. Il presidente Donald Trump aveva infatti fatto pressione perchè la biotech di Tubinga (Germania) trasferisse le sue attività negli Stati Uniti.

La società ha già rilasciato i dati relativi alla fase I della sperimentazione insieme a quelli della sperimentazione di fase preclinica. Ora si trova ad affrontare la fase II mentre la fase III dovrebbe iniziare entro la fine del 2020. CureVac ha collaborato con la società Tesla di Elon Musk alla creazione di “micro-fabbriche” di mRNA, che potrebbero essere potenzialmente utilizzate in tutto il mondo per produrre miliardi di dosi del vaccino. Il 12 novembre, la società ha annunciato che il suo vaccino potrebbe essere conservato in frigorifero a +5 gradi Celsius.

Altri vaccini a RNA prodotti da Pfizer e Moderna devono essere invece conservati congelati a temperature molto più fredde. Curevac è anche molto attiva nella realizzazione di una infrastruttura di produzione europea e proprio ieri ha annunciato un accordo con Wacker Chemie AG per la produzione del vaccino CVnCoV, questa la sigla che identifica il farmaco di Curevac.

La società inizierà la produzione della sostanza attiva mRNA per CVnCoV presso il sito di Amsterdam nella prima metà del 2021. Sono già iniziati i preparativi per l’inizio della produzione, per il trasferimento tecnologico e per i test. Nel sito WACKER di Amsterdam, ogni anno verranno prodotte più di 100 milioni di dosi del vaccino CureVac.

Molto promettente è anche il vaccino prodotto dalla americana Novavax, una società di biotecnologie con sede nel Maryland che qualche settimana fa è stata presentata sulle pagine di Science come quella che ha sviluppato un candidato vaccino con il potenziale migliore rispetto a tutti gli altri.

“Prodotto da cellule di falena – si legge nella sezione delle news della prestigiosa rivista – per estrarre la proteina spike del virus, che il patogeno utilizza per invadere le cellule umane, il vaccino di Novavax ha superato i principali concorrenti sulle misure chiave nei test sulle scimmie e sui primi umani”.

Il vaccino di Novavax è a “subunità proteica”, impiegano cioè una proteina (o parte di una) dal virus mirato, più un composto di potenziamento immunitario chiamato adiuvante, per provocare una risposta immunitaria. Novavax è l’unica ad aver avviato una sperimentazione di fase III con questo tipo di vaccino e i risultati finali sono attesi per l’inizio del 2021.

L’altro possibile concorrente è Sanofi. La multinazionale francese Sanofi Pasteur che di vaccini in sperimentazione contro il Covid-19 ne ha addirittura due: uno in collaborazione con Translate Bio, di Lexington nel Massachussets (USA) a base di mRNA e uno con GlaxoSmithKline (GSK). Se per il primo dei due vaccini si è ancora in fase preclinica, cioè ancora alle analisi di laboratorio e alle prove su animali, per quello in fase di sviluppo con GSK la sperimentazione ha già avviato la fase II. Il vaccino si basa sullo stesso design utilizzato da Sanofi per creare Flublok , un vaccino approvato per l’influenza.

Le aziende hanno avviato una sperimentazione clinica di fase 1/2 a settembre. Hanno in programma di avviare una sperimentazione di fase 3 a dicembre e sperano di sapere se il vaccino sarà sicuro ed efficace entro la metà del 2021.

A partire da prima dell’inizio delle sperimentazioni cliniche, Sanofi ha negoziato diversi importanti accordi per la fornitura del vaccino, tra cui un accordo da 2,1 miliardi di dollari con gli Stati Uniti per fornire 100 milioni di dosi. Il 18 settembre hanno concluso un altro accordo con l’Unione Europea per 300 milioni di dosi per una quantità non specificata, e successivamente hanno raggiunto un accordo con il Canada per un massimo di 72 milioni di dosi. Inoltre, Sanofi ha accettato di fornire 200 milioni di dosi a COVAX, una collaborazione internazionale per distribuire equamente il vaccino in tutto il mondo. Hanno in programma di preparare fino a un miliardo di dosi nel 2021.

Un altro vaccino che potrebbe essere pronto per la distribuzione entro i primi mesi del 2021 è quello prodotto dai ricercatori dell’Imperial College che hanno sviluppato un vaccino a RNA “autoamplificante”, che aumenta la produzione di una proteina virale per stimolare il sistema immunitario. Hanno iniziato i test di Fase 1/2 il 15 giugno e hanno collaborato con Morningside Ventures per produrre e distribuire il vaccino attraverso una nuova società chiamata VacEquity Global Health. I ricercatori si aspettano di sapere se il vaccino sarà efficace entro la fine dell’anno. 

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Fonte: cronaca agi


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