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Intercettazioni, Delmastro “Allo studio anche misure sui giornali”

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Di Giulia Chiara Cortese fonte @lumsanews.it/

Dopo le polemiche sull’uso delle intercettazioni seguite all’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio il 19 gennaio alla Camera, scoppia un altro caso.

Secondo Andrea Delmastro, Fdi, sottosegretario alla Giustizia, “bisogna intervenire da una parte con l’Ispettorato generale per verificare che non vi siano fuoriuscite di notizie dalle Procure stesse, dall’altra parte con una norma più stringente. E poi lo dico onestamente, sì, anche sui giornali”.

Le diverse voci del governo

Secondo quanto riferisce un retroscena di Repubblica, arrivano dal governo voci contrastanti, anche dalla maggioranza. La presidente della commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno, intervistata dallo stesso giornale, ha espresso la necessità di tutelare il ruolo delle intercettazioni, facendo sempre attenzione alle leggi. “Guai a cancellarle. Di contro, guai a pensare che ci sia sempre uno scrupoloso rispetto delle leggi”.

Sul Corriere della Sera, invece, è intervenuto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. “Nordio ha sempre dichiarato di voler combattere non l’uso, ma l’abuso. Sotto questo profilo siamo d’accordo. Ma non depriveremo mai i magistrati del maggiore strumento di ricerca della prova nel contrasto alla criminalità organizzata e alle mafie”.

Cantone: la criminalità è già oltre

Il dibattito sulla regolamentazione delle intercettazioni rischia di essere “di fatto già superato dalla criminalità organizzata che parla in maniera esplicita di traffici di droga e armi su nuove e sofisticate piattaforma informatiche. Il rischio da contrastare è che voli più veloce delle leggi”: a dirlo è il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone, già a lungo presidente dell’Anac.

Cantone, soffermandosi con l’ANSA sull’attuale dibattito in corso – va oltre il confronto che c’è ad esempio sul captatore informatico trojan. “Senza intercettazioni sarebbe praticamente impossibile fare indagini sui fatti di corruzione” ribadisce comunque Cantone.

“La corruzione – evidenzia – è un reato per sua natura difficile da far emergere. Non ci sono infatti testimoni, non ci sono denunce e nemmeno parti offese. Spesso ci sia arriva da altre indagini, come, per citarne uno, il caso di mafia capitale. Senza intercettazioni si rischia di poter intervenire solo su fatti secondari”.

“Il suo impiego – spiega – è ormai regolato in maniera molto chiara e precisa. Ma questo tema è di fatto già superato dalla criminalità che si muove sulle nuove piattaforme. Episodi già emersi anche in alcune nostre indagini”.