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INTEL investe al Nord, la Sicilia non è Italia

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La multinazionale americana Intel aveva messo gli occhi sull’area industriale di Catania per un nuovo maxi-investimento. Ma alla fine sembrerebbe aver puntato su Torino, in pole position. Un ruolo importante in questa scelta sembra averlo svolto il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (Lega), il quale aveva da sempre sponsorizzato proprio il Piemonte, nell’area di Torino – Mirafiori, a discapito della Sicilia. Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti, stigmatizza in una nota le gravi responsabilità della politica siciliana

di redazione

L’avevamo scritto nei giorni scorsi, la questione Meridionale è sparita dall’agenda politica dei partiti e dei loro leader, anche nella campagna elettorale in corso non vi è alcun cenno all’argomento.

È così che in merito alla possibilità di ospitare in Italia tutto, o una parte collegata, del maxi-investimento che Intel, colosso americano che produce processori, chip, schede madri e schede video dei computer, ha in animo di portare avanti in Europa pari a livello continentale di 80 miliardi in 10 anni per produrre microchip, si viene a conoscenza dalle parole del presidente della regione Piemonte, Alberto Ciro che “… insieme a noi, in Italia sono ancora in corsa tre regioni: Lombardia, Veneto e Puglia. Le candidature, se ricordate, erano di più”.

Va da sé che la Sicilia sembra essere stata esclusa da questa importante opportunità di investimento che avrebbe garantito centinaia di posti di lavoro.

La multinazionale americana Intel aveva messo gli occhi sull’area industriale di Catania per un nuovo maxi-investimento. Ma alla fine sembrerebbe aver puntato su Torino, in pole position.

Un ruolo importante in questa scelta sembra averlo svolto il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (Lega), il quale aveva da sempre sponsorizzato proprio il Piemonte, nell’area di Torino – Mirafiori, a discapito della Sicilia.

Da fonti interne al Ministero si fa sapere che l’area individuata dalla regione non è idonea e che la responsabilità della non candidatura di Catania per l’investimento di Intel sarebbe da attribuire alla regione siciliana.

La responsabilità e di chi ha gestito la nostra città e la Regione. Catania polo di alta tecnologia perde l’occasione per garantire nel nostro territorio sviluppo tecnologico e tanta occupazione. Vadano a casa i politici di basso livello che hanno retto le sorti del nostro territorio. Serve comunque che anche l’università di Catania riprenda autorevolezza e dia un contributo serio per la nuova Etna Valley. Basta invocare il Pnrr se poi perdiamo le opportunità a portata di mano”, lo scrive in una nota Carmelo Finocchiaro (Confedercontribuenti)

Appare evidente a tutti che vi è la inadeguatezza, l’irresponsabilità e l’incapacità di una classe politica regionale, ma non di meno anche di quella nazionale, eletta in questi territori, incapace anch’essa di imporsi su quella locale sostenendola e aiutandola in questi problemi di vitale importanza per la sopravvivenza dell’Isola.

Non è bastato per Catania e la Sicilia l’autorevole sponsor del CNR- IMM, Istituto parte del Consiglio Nazionale delle ricerche che si occupa di microelettronica e microsistemi. Una vera e propria eccellenza italiana. L’Istituto ha sei sedi italiane, tra cui la sede principale a Catania, dove conta ben due sedi. Una è all’interno dell’Università, precisamente nel dipartimento di Fisica e l’altra, la principale che nel 2021 ha compito vent’anni, nella zona industriale, in quella che per molti anni è stata definita “Etna Valley”. I dirigenti dell’Istituto si erano spesi per questa opportunità ritenendo che “Con un’azione molto coordinata con tutti gli attori che operano sul territorio potremmo aspirare veramente a diventare dei leader mondiali”.

Dettagliate e corpose le relazioni dell’Istituto, a sostegno della candidatura di Catania quale sede del progetto Intel, che tra l’altro si era detta interessata a questa iniziativa, per cui la scelta di non prendere in considerazione la sua candidatura, appare evidente, è solo ed esclusivamente politica.

I cittadini elettori ringraziano, i siciliani ancor di più.