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In Nigeria si teme una "ecatombe" di morti per coronavirus

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Nel Nord della Nigeria si moltiplicano i focolai di “morti misteriose”, inizialmente attribuite a patologie ‘classiche’, che solo ora vengono ricollegate al Covid-19, facendo temere un’ecatombe, secondo le conclusioni di una missione sanitaria ufficiale nella regione settentrionale.

Secondo l’ultimo bilancio ufficiale nello Stato di Kano finora i contagi sono stati 666 e i decessi 32, diventando il secondo più grande focolaio in Nigeria dietro Lagos, nel sud. Dopo i primi casi di “morti misteriose” nel capoluogo di Kano, 10 milioni di abitanti, ora le vittime aumentano negli Stati vicini di Jigawa, Yobe e nella città di Azare, nel Bauchi dove, secondo quanto riferito dal capo tradizionale locale, Mahmood Abdullahi, un team di epidemiologi è stato dispiegato in seguito alla morte di 110 persone.

Insignificante il numero di test eseguiti e molto complesso diagnosticare il Covid-19: nella regione a maggioranza musulmana i defunti vengono seppelliti poche ore dopo il loro decesso e senza alcuna autopsia. Le autorità procedono ad ‘autopsie verbali’, interrogando i familiari sui sintomi riscontrati prima della morte.

“Non possiamo negare che il Covid-19 stia devastando Kano e la sua regione. Altre epidemie precedenti e non concluse complicano la gestione di questa crisi” ha spiegato il medico Ibrahim Musa. Per giunta e’ appena cominciata la stagione più calda e propizia al propagarsi delle malattie prevalenti come colera, tifo, meningite e morbillo. Intanto nel Nord della Nigeria si continua a morire di altre patologie, in primis di diabete, anche perché molti ospedali hanno chiuso le porte ai pazienti per timore dei contagi da Covid-19 in assenza di dispositivi di protezione per medici ed infermieri.

Il governatore di Kano, Abdullahi Umar Ganduje, ha ordinato agli ospedali privati di accettare e curare pazienti affetti da altre malattie per scongiurare il rischio di un’altra ecatombe. L’emergenza coronavirus rappresenta un’altra sfida per servizi sanitari gia’ in ginocchio per mancanza di medicinale, strumentazioni e personale competente. In questa vasta fascia settentrionale della Nigeria il 90% della popolazione degli stati di Sokoto e Jigawa vive con meno di 1,25 dollaro al giorno.

In città densamente abitate e estremamente povere e’ impossibile far applicare il lockdown e quotidianamente, per gli scambi commerciali, migliaia di persone si spostano. Per giunta i bambini di strada sono stati fatti salire su camion per tornare nei villaggi di origine, facendo aumentare ulteriormente i rischi di contagi in altre regioni. E ora, in pieno ramadan, si teme un’altra impennata di casi di coronavirus: nonostante i divieti i fedeli continuano ad andare in moschea. 

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Fonte: estero agi


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