Type to search

«Imprese a rischio usura. Banche intervenite». E il 57% delle aziende rinuncia a chiedere prestiti

Share

Indagine di Confesercenti Siena sugli ultimi tre mesi del 2011. Fucecchi: «Fises e protocolli d’intesa non bastano più»

«Imprese a rischio usura. Banche intervenite». E il 57% delle aziende rinuncia a chiedere prestiti

Banche e imprese, rapporto da separati in casa. Non si parlano, non comunicano e ormai sembrano avviati su strade che li porteranno distanti. E che la tensione tra sistema bancario ed imprenditoriale sia sempre più alta lo conferma un’indagine di Confesercenti Siena. Per oltre sei aziende su dieci il rapporto con le banche negli ultimi tre mesi del 2011 è peggiorato e solo per 1 azienda su cento è migliorato; per più di cinque aziende su dieci i motivi sono da ricercarsi nei mancati nuovi finanziamenti (54% dei casi). Insomma, le banche non si fidano a prestare denaro alle imprese, generando così la sfiducia nelle stesse aziende.

Difficoltà nei finanziamenti Alla domanda (scarica grafici in allegato) di quante difficoltà ha avuto l’impresa negli ultimi tre mesi nella richiesta di nuovi finanziamenti solo il 5% dichiara di non averne avuta alcuna, mentre il 75% dichiara di avere avute alcune difficoltà o molte, e per il 20% di loro è stato addirittura impossibile ottenere i finanziamenti richiesti. La situazione appare così difficile che ormai le stesse aziende rinunciano al credito nel 57% dei casi mentre il 30% dichiara che proverà a farvi ricorso nei prossimi 3 mesi e il 13% che dovrà valutare. Tra i motivi per richiedere nuovo credito i nuovi investimenti comprendono solo il 26% dei casi, mentre per il 63% dei casi i soldi freschi servono per sostenere l’azienda in questo periodo di crisi, e solo l’11% lo richiede per ampliamento o acquisto di immobili

Risorse per le imprese nella fase di crisi. Tra i motivi addotti del peggiorato rapporto di credito incide l’aumento dei tassi bancari e dei costi (47,6%), richiesta di maggiori garanzie (31,7%), negati nuovi prestiti (15%), riduzione dei crediti già concessi (9,3%), richiesta rientro dei crediti (12,1%). L’indagine è stata condotta nel mese di febbraio dal Centro studi ‘Mercurio’ di Confesercenti Siena, che ha sottoposto un apposito questionario ad un campione pari al 2 per cento delle imprese attive nei settori del commercio e del turismo. I segnali raccolti nel settore commerciale-ricettivo della provincia di Siena ricalcano in parte i risultati di analoghe indagini condotte su scala nazionale.

«Banche locali si facciano carico della situazione» «Lo scenario senese – commenta il direttore di Confesercenti Siena, Valter Fucecchi – appare in linea con il quadro di contrazione del sistema creditizio certificato dal più recente Bollettino economico della Banca d’Italia: -1,5% di crediti erogati nel trimestre finale del 2011, -2,5% nel solo mese di dicembre. E accredita indirettamente non solo i timori di ‘credit crunch’, o blocco della liquidità, che riecheggiano da più parti, quanto anche le perplessità per un atteggiamento del sistema bancario italiano che, a fronte del denaro ottenuto dalla Banca Centrale Europea, preferisce ‘parcheggiare’ tali disponibilità piuttosto che impiegarlo in nuovi stimoli al tessuto imprenditoriale. Sul territorio senese allo stato attuale appaiono sterili anche i diversi protocolli d’intesa stipulati più o meno recentemente tra banche, istituzioni e forze economiche, mentre parallelamente si avvalora il timore che ‘sottotraccia’ si stia facendo largo un fenomeno già affacciatosi in passato: quello dell’usura. Va considerato il prezioso ruolo della Fises, ma non basta: chiediamo alle banche attive sul territorio di farsi carico con urgenza di questa situazione».

Allegati

Scarica Allegato Download Confesercenti Siena Grafici 

27/02/12 17:49 in economia & finanza


Tags:

You Might also Like