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Il traffico per le strade di Roma spiegato quartiere per quartiere

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La città brulica di cantieri e molte strade si ritrovano con cambi nella viabilità. Così, archiviate le restrizioni legate al virus, sono tornate le lunghe colonne di macchine ferme ai semafori

AGI – La morsa del traffico si stringe su Roma: dal centro alla periferia l’esercito di auto private – 1,7 milioni di mezzi – che ogni giorno tiene in ostaggio la Capitale non fa sconti. La città brulica di cantieri e molte strade si ritrovano con cambi nella viabilità. Così, archiviate le restrizioni legate al virus, sono tornate le lunghe colonne di macchine ferme ai semafori.

Se si aggiungono le soste selvagge, le carenze nel trasporto pubblico (non all’altezza di una grande metropoli europea), l’invasione delle preferenziali, ecco la tempesta perfetta. La mappa tracciata dai mini-sindaci romani – interpellati dall’AGI – ha tratti comuni: il traffico morde fuori e dentro al Grande raccordo anulare (Gra) ed è legato molte volte ad opere (spesso ereditate, lamentano i presidenti dei Municipi) mal pensate (come piste ciclabili non funzionali) o a lungaggini nel terminare cantieri rimasti intrappolati tra i lacci e i lacciuoli della burocrazia.

I presidenti dei Municipi romani sono realisti: si spinge verso un miglioramento della mobilità sostenibile (il Giubileo 2025 e l’Expo 2030 sono grandi opportunità per realizzare nuove infrastrutture) ma non esiste una ricetta magica per risolvere il problema. E soprattutto i tempi non saranno brevi.

“Il 95% del nostro territorio – spiega Nicola Franco presidente del Municipio Roma VI, unico mini sindaco eletto con il centrodestra – è fuori dal Gra e gli automobilisti ogni mattina, per raggiugere il raccordo percorrono tre vie consolari che sono strade a due corsie insufficienti per l’attuale traffico su gomma. Sono opere vecchie: non sono mai stati fatti lavori di ammodernamento e di allargamento delle careggiate. Negli ultimi anni il nostro territorio è cresciuto, siamo arrivati quasi a 270 mila abitanti. Questa mattina – lamenta – sono partito da Tor Bella Monaca e per arrivare in Prefettura ci ho messo un’ora. Qui – continua – abbiamo la metro C ma se passa ogni 20 minuti il cittadino è costretto a prendere l’auto. Andrebbero implementate le corse. Poi servono delle vie preferenziali allargando le vie consolari. E occorre collegare la linea A con la linea C della metropolitana. L’operato di Gualtieri sul fronte dei trasporti è non classificabile. Non posso dire – conclude – nè che ha fatto bene nè che ha fatto male. Per ora non ha fatto nulla“.

Nel Municipio V – che racchiude diversi quartieri popolosi come Tor Pignattara, Quadraro, Centocelle, Casilino, Tor Sapienza, Pigneto – i problemi di viabilità sono legati soprattutto a cambi di marcia nelle strade e ad opere ancora da terminare. I residenti del quadrante sono costretti a passare ore in macchina per percorrere brevi tratti di strada: da quattro anni sono prigionieri di un cantiere mai partito e di una viabilità da incubo.

Da risolvere è il cosiddetto ‘nodo Pigneto‘ il futuro cantiere per la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria (da collegare con la metro C). “Due anni e mezzo fa – ricorda il mini sindaco Mauro Caliste – è stato cambiato il senso di marcia di via l’Aquila sulla circonvallazione Casilina perché era previsto l’inizio dei lavori dei sottoservizi per poter fare l’opera della stazione ferroviaria del Pigneto. Questo cambiamento del senso di marcia ha creato una fila di macchine che da Porta Maggiore arriva fino a largo Preneste, un’arteria molto trafficata. Noi stiamo chiedendo come Municipio a Ferrovie dello Stato di verificare se in attesa che inizino i lavori, previsti per l’estate prossima, sia possibile ripristinare le vecchie indicazioni stradali”.

L’aumento del traffico e i cattivi comportamenti alla guida hanno causato anche un aumento degli incidenti. “A noi sta molto a cuore – sottolinea il presidente del Municipio V – la sicurezza dei cittadini. Su questo tema stiamo presentando progetti al dipartimento mobilità. C’è bisogno di maggiore controlli sulle doppie file e sui passaggi per i disabili. La polizia locale – conclude Caliste – con il personale che ha, non può fare di più ma c’è bisogno di nuovi agenti per garantire una maggiore presenza sul territorio”.

Alcune opere mal progettate sono poi sul banco degli imputati nel VII Municipio, il più popoloso della città, l’unico con più di 300 mila abitanti. “Abbiamo un municipio – spiega il presidente Francesco Laddaga – con una densità abitativa molto elevata. Il problema traffico è legato principalmente alle due direttrici principali Tuscolana-Anagnina e Appia Nuova che alla mattina risentono dell’entrata verso il centro città e alla sera dell’uscita. Poi c’è una problematica sul tratto interno della via Tuscolana, quello dell’ex IX Municipio, dove è stata disegnata una pista ciclabile provvisoria nel periodo Covid che si dovrebbe però cambiare. Al di là dei problemi della doppia fila in alcuni punti crea grosse strettoie che a volte causano incidenti collegati anche ai comportamenti non prudenti degli automobilisti”.

Anche in questa parte della città si cerca di migliorare la sicurezza stradale. “Ci siamo accorti – continua Laddaga – di tantissime situazioni di pericolo per gli utenti più deboli della strada come i pedoni. E abbiamo elaborato un piano di messa in sicurezza con i comitati di quartiere per fare interventi negli incroci pericolosi in prossimità delle scuole, delle Asl o dei centri anziani”.

Per Amedeo Ciaccheri, presidente del Municipio VIII (che si estende da piazzale Ostiense fino a inglobare parte dell’aeroporto di Ciampino) Gualtieri “ha appena iniziato sarebbe non generoso imputare alla sua giunta la responsabilità di un problema, quello del traffico, che è decennale”. Il municipio sta lavorando su diverse micro-azioni per rendere la circolazione delle auto più fluida. A partire dagli ingressi a scuola. “Stiamo indirizzando le famiglie ad un accompagnamento che non conti più solo sull’automobile organizziamo, per le brevi distanze, gruppi di genitori, coadiuvati dal municipio, che portano i figli a scuola a piedi”, conclude Ciaccheri.