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Il Sovrano Ordine di Malta e la svolta di Bergoglio

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Dopo quasi mille anni di storia, assedi subìti respinti e altri riusciti, l’Ordine dice addio alla nobiltà, nel senso che cade la regola che vuole assurgere ai massimi livelli solo chi ha quattro quarti di sangue blu

AGI – Dopo quasi mille anni di storia, assedi subìti respinti e altri riusciti, il Sovrano Ordine di Malta dice addio alla nobiltà, nel senso che cade la regola che vuole assurgere ai massimi livelli solo chi ha quattro quarti di sangue blu. Lo vuole Papa Francesco, è scritto nei nuovi statuti che, chiamati a rimpiazzare quelli del 1961, entreranno tra poco in vigore e che la agenzia cattolica CNA ha avuto occasione di vedere.

Novità assoluta, ma forse la meno sostanziale di una svolta che Bergoglio, mosso dalla crisi interna del Sovrano Ordine di Gerusalemme Rodi e Malta, vuole e impone in senso spirituale. Più monaci, meno nobili, più cavalieri, meno uomini di mondo: così li vuole il papa, così forse diverranno un giorno.

Intanto, come in tutti i processi di trasformazione, salgono le incognite. Le reazioni interne non si sono ancora tutte manifestate. Ci vorranno, forse, anni. Anche perché la riforma necessariamente non deve mettere a repentaglio la sovranità dell’Ordine di Malta pur riconoscendone la complessa realtà e la storia talvolta turbolenta.

La nuova costituzione riflette in molti luoghi la Costituzione del 1961, un documento ancora visibile sul sito ufficiale dell’Ordine. Allo stesso tempo, vi sono sostanziali integrazioni, sia al testo della costituzione che al codice. Queste integrazioni lasciano intravedere cambiamenti radicali, non solo nell’Ordine di Malta, ma anche nella vita delle associazioni.

La Santa Sede e il Papa assumono un ruolo di grande centralità. Secondo gli articoli 6 e 14, il papa è un co-regolatore dell’Ordine. Tutti i membri dell’Ordine di Malta sono direttamente soggetti a lui. Secondo la vecchia costituzione, i membri dell’ordine godevano invece di una certa autonomia. Questa fondamentale differenza è espressa nel paragrafo dedicato al giuramento del Gran Maestro.

La vecchia costituzione, in vigore fino al 4 settembre, sottolineava che chi sarebbe stato eletto Gran Maestro prestava giuramento “dopo aver comunicato l’elezione al Santo Padre”. La nuova costituzione, approvata da papa Francesco, stabilisce che “c’è bisogno di una conferma dell’elezione da parte del Santo Padre”.

I Gran Maestri non sono più eletti a vita ma per un massimo di due mandati quinquennali, ovvero fino al compimento degli 85 anni. Il requisito per i cavalieri professi di provenire dall’aristocrazia non esiste più. Un cammino di formazione spirituale deve essere il segno distintivo di quanti vivono la vocazione religiosa.

Secondo l’antica costituzione, “i Cavalieri e Cappellani appartenenti al primo ceto emettono la Professione dei Voti di povertà, castità e obbedienza a norma del Codice, tendendo così alla perfezione evangelica. Sono religiosi a tutti gli effetti del diritto canonico e si attengono alle norme particolari che li riguardano“.

A questo punto una precisazione, sulla struttura dell’Ordine. La struttura dell’Ordine di Malta comprende priorati, sottopriorati e 48 associazioni affiliate. L’organizzazione impiega anche circa 45.000 dipendenti, assistiti da quasi 100.000 volontari.

Si dice che il budget per i progetti umanitari dell’ordine ammonti a 2,3 miliardi di dollari.

Allo stesso tempo, il Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta – questo è il nome ufficiale completo – ha tre classi di cavalieri. La prima classe è composta dai Cavalieri di Giustizia o Cavalieri Professi, nonché dai Cappellani Conventuali Professi.

I cavalieri di questa classe prendono i voti religiosi di povertà, castità e obbedienza. Sono definiti religiosi. La seconda classe comprende i Cavalieri e le Dame in Obbedienza, che promettono di obbedire ai loro superiori e si adoperano per la perfezione cristiana nello spirito dell’ordine. La terza classe comprende i laici che non fanno né voti né promesse, ma si impegnano a vivere una vita pienamente cattolica secondo i principi dell’ordine.

Nella nuova costituzione, tra i doveri dei membri, leggiamo che “i professi, memori della loro vocazione e degli obblighi liberamente assunti dinanzi alla Chiesa e all’Ordine, devono conformare la loro vita allo spirito del Vangelo e del Magistero dell’Ordine Chiesa secondo il Codice costituzionale della Carta, tendere alla perfezione religiosa e dedicarsi alle attività apostoliche dell’Ordine, testimoniando la Fede e la Carità”.

Secondo l’articolo 49, i cavalieri professi sono il “nucleo essenziale dell’Ordine”. Il Gran Maestro diventa unico sovrano: la sua autorità, a norma dell’articolo 15, si estende a tutti i membri, persone giuridiche e beni dell’ordine; l’articolo 184 del codice stabilisce che il Gran Maestro dirige i lavori delle associazioni e poi ammette anche membri laici e può sospendere il presidente da un’associazione.

Ma che dire della terza classe dell’Ordine di Malta, i membri laici che non fanno né voti né promesse, ma si impegnano a vivere una vita pienamente cattolica secondo i principi dell’ordine? Nella nuova costituzione sono riconosciuti come “fedeli legati all’Ordine” (articolo 82 del codice) e possono essere nominati personalmente dal Gran Maestro (articolo 87 del codice).

Un’altra novità sono i tre consigli evangelici per la povertà, la castità e l’obbedienza stabiliti dal codice, che valutano la vita religiosa. In pratica, l’idea generale della riforma è quella di rendere più spirituale l’Ordine di Malta. Per questo molti paragrafi ricordano la vita religiosa. Il gran maestro è quasi equivalente al superiore di una congregazione e il papa si riferisce ai cavalieri come se fossero frati. Se basterà a evitare colpi di testa e magari abbandoni lo dirà la storia dei prossimi anni.