Type to search

Il sacco di Parigi 

Share

L’atto 18 della manifestazione dei ‘gilet gialli’ a Parigi si è trasformato nella tempesta perfetta per una guerriglia urbana. I black bloc, insinuatisi tra i cortei ormai tradizionali, hanno messo a ferro e fuoco la capitale francese. La furia dei facinorosi, che non sono riusciti a raggiungere il Palazzo dell’Eliseo, si è scatenata sugli Champs Elysees. Hanno dato fuoco a un palazzo, ferendo undici persone, saccheggiato i negozi (nella gioielleria Bulgari sono rimasti solo gli arredi) e distrutto tutto quello che hanno incontrato sul proprio cammino.

Non si è salvato da vandali nemmeno il lussuoso ristorante Le Fouquet’s, inaugurato nel 1899. Dallo store ufficiale della squadra parigini di calcio, il Psg, i manifestanti hanno rubato i palloni e distribuiti poi per strada. I cartelli stradali sono stati divelti per essere usati come arma contro le auto della polizia e le camionette della gendarmerie, presi di mira fin da subito. A fuoco anche diverse edicole e numerosi negozi.

In piazza sono scese 10 mila persone (14.500 in tutta la Francia) ma il livello odierno di violenza non era mai stato raggiunto, opera dei 1.500 ultra-violenti stimati dal ministero dell’Interno. Al punto che il premier Edouard Philippe, accompagnato dal ministro dell’Interno, Christophe Castaner, si è recato sul luogo per “ringraziare le forze dell’ordine per quel che stanno facendo”. “La violenza è inaccettabile e chi la giustifica è complice”, ha sottolineato il capo di governo. A metà giornata erano state fermate già 151 persone.

L’atto 18 della protesta per molti doveva essere la pietra tombale di un movimento che ormai si trascinava avanti senza troppa convinzione da diverse settimane. Invece si è trasformato nell’appuntamento più violento, oltrepassando pure quello del primo dicembre scorso. I black bloc, che non hanno voluto nemmeno indossare il gilet giallo, si sono subito distinti attaccando una camionetta della gendarmerie. E poi si sono scatenati contro gli immobili.

La prima a finire in fiamme è stata un’edicola. Hanno puntato poi una banca in un palazzo di Boulevard Roosevelt, vicino agli Champs Elysees. Le fiamme hanno avvolto l’intero immobile, costringendo l’evacuazione di diverse persone, tra loro undici che sono rimaste ferite. L’onda devastatrice si è poi propagata su tutte le altre vetrine, da Celio e a Lacoste, da Hugo Boss a Nespresso. Per ovvi motivi, particolare impegno è stato dedicato all’ampia gioielleria di Bulgari dove, nel giro di qualche minuto, l’unica cosa brillante rimasta erano i vetri a terra. 

Vedi: Il sacco di Parigi 
Fonte: estero agi


Tags:

You Might also Like