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Il "reddito di Emergenza" e gli altri fronti aperti nel governo

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L’Eurogruppo è fissato per il 7 aprile ma come le istituzioni europee risponderanno alla ‘Bestia’ coronavirus (copyrght di Zingaretti) è ancora da stabilire. Il Commissario europeo agli affari economici Paolo Gentiloni si è detto convinto che la strada della condivisione del debito tra gli Stati europei sia già stata abbandonata: meglio, a suo dire, finalizzare l’emissione dei bond a una “missione” ben precisa, ovvero a come “affrontare l’emergenza sanitaria”.

Il ministro dell’Economia, Gualtieri, spiega un ‘big’ dem, è sulla stessa linea mentre il presidente del Consiglio Conte – riferiscono fonti parlamentari della maggioranza – insiste sulla strada degli ‘Eurobond’.

Il timore è che il percorso porti al Fondo Salva Stati, alla discussione sulle condizionalità, quando il premier – i Cinque stelle non vogliono neanche sentirne parlare – ha sostenuto anche negli ultimi giorni che il Mes è uno strumento del passato e che occorre dare risposte innovative, altrimenti – ha spiegato oggi in un’intervista – si finisce per far prevalere i nazionalismi.

Chiaramente il premier è concentrato soprattutto sull’emergenza sanitaria: ne ha parlato nella giornata di lunedì anche con il Papa durante un colloquio durato un’ora. Colloquio riservato, con i canali tra il Vaticano e il governo che restano sempre aperti. Non è un caso che ieri il Viminale sia intervenuto per due volte, prima per sottolineare che i matrimoni possono essere celebrati e poi per spiegare che si può andare in chiesa, anche se solo sulla strada che conduce al lavoro o al supermercato o farmacia. Inoltre nel Dpcm sul soccorso alimentare viene dato risalto al lavoro del Terzo settore e del volontariato.

Il prossimo passo dell’esecutivo – il Consiglio dei ministri dovrebbe tenersi giovedì – sarà la proroga delle misure sul ‘lockdown’, ma su come e su quando arriverà l’allentamento della stretta sarà necessario aspettare perlomeno fino a Pasqua. La modalità è quella della proporzionalità, come ha spiegato Conte, e la linea è quella di rispettare rigorosamente le indicazioni arrivate dal governo.

“Chiedere la riapertura delle aziende, delle scuole e degli uffici potrebbe rendere vano quello che finora è stato fatto”, dice il ministro per i Rapporti con il Parlamento, D’Incà. Mentre si attende una vera frenata dei contagi nel governo si discute dei provvedimenti da mettere in cantiere per la ‘ricostruzione’. Con il sindaco di Milano Beppe Sala che propone una Costituente e il segretario dem, Zingaretti (guarito dopo 23 giorni di isolamento), che invita ad essere tutti uniti contro la ‘Bestia’.

Al momento – al di la’ della posizione di Berlusconi espressa oggi – quel clima di collaborazione auspicato dal Capo dello Stato Mattarella stenta a vedersi, soprattutto da parte della Lega e di Fratelli d’Italia. Un passo in avanti potrà registrarsi nell’incontro in settimana che il premier Conte avrà con i leader dell’opposizione. Solo successivamente si riunirà la cabina di regia ma il governo dovrebbe raccogliere disposizioni del centrodestra nel decreto che arriverà ad aprile, piuttosto che sul ‘Cura Italia’.

I fari sono già puntati infatti sul provvedimento che potrebbe approdare prima di Pasqua. Ma sulle misure la maggioranza rosso-gialla dovrà trovare un’intesa. Perché, per esempio, il Movimento 5 stelle punta sul reddito di Emergenza ma – spiegano fonti parlamentari – al Mef frenano e anche il Pd preferirebbe circoscrivere l’intervento.

Nelle ultime ore si era parlato di un intervento cospicuo che potesse arrivare anche ad un tetto vicino ai dieci miliardi. In realtà fonti ben informate spiegano che non ci sarà alcuna erogazione a pioggia, che ci saranno dei paletti e che la misura – di uno o due miliardi – non sarà strutturale ma un sostegno temporaneo che potrebbe durare uno o due mesi.

Il Movimento 5 stelle però alza l’asticella. “Servono 3 miliardi e procedure semplificate, in modo da poterlo erogare in pochissimo tempo”, rilancia sull’Huffington Post il ministro del Lavoro, Catalfo che propone anche un allargamento del Reddito di cittadinanza prevedendo un ‘alleggerimento’ dei requisiti d’accesso.

“Il Reddito di cittadinanza si è dimostrato fondamentale. Intanto abbiamo protetto lavoratori, famiglie e imprese che fronteggiano il coronavirus, misure che rinnoveremo. Ora lavoriamo a un Reddito di emergenza, perché nessuno deve rimanere indietro”, dice il responsabile della Pa, Dadone.

“Lavoriamo insieme alla maggioranza per il reddito di emergenza”, afferma anche il reggente M5s Crimi che propone – al pari di Di Maio – il taglio degli stipendi per i parlamentari. “Per il reddito di emergenza stanzieremo il necessario”, puntualizza il viceministro al Mef, Misiani. Con Italia viva che resta fortemente contraria. Mentre Grillo va oltre: “serve un reddito di base universale, per diritto di nascita, destinato a tutti, dai più poveri ai più ricchi. Non si faccia come nel 2008″.

“Serve un reddito di base che garantisca tutte e tutti coloro che ne hanno bisogno”, è il parere anche di Fratoianni di Leu. Il centrodestra insorge contro Grillo e boccia anche la proposta di un reddito d’emergenza. Così come Renzi che insiste sulla necessità di discutere fin da subito come ‘riaprire’ l’Italia.

Su questo punto, però, il presidente del Consiglio predica calma, anche se ritiene che le fabbriche non potranno certo restare chiuse per tanto tempo. Intanto i deputati tornano al lavoro, si voterà il decreto sul cuneo fiscale mentre al Senato a metà settimana si comincerà a lavorare sul ‘Cura Italia’. Per quanto riguarda il dl di aprile l’obiettivo è stanziare una cifra intorno ai 3 miliardi, con l’obiettivo di dare liquidità alle imprese e ai lavoratori. 

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Fonte: politica agi


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