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Il razzismo in Gran Bretagna e il caso Sterling

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Il razzismo in Gran Bretagna? C’è, eccome, ed accesissimo. La buccia di banana gettata in campo da un tifoso del Tottenham a Pierre-Emerick Aubameyang dell’Arsenal non è stata un caso.

A Stamford Bridge, il tempio del Chelsea, l’attaccante del Manchester City, Raheem Sterling, ha accusato un tifoso di casa di averlo insultato. Supportato inequivocabilmente da un video che è circolato sul web, dove, dopo 38 minuti e 10 secondi, si vede un uomo con gli occhiali, visibilmente alterato, nella prima fila della tribuna, che urla al calciatore parolacce che non hanno bisogno del labiale per essere capite.

Un comportamento per il quale l’anonimo spettatore, rintracciabile attraverso il suo biglietto, potrebbe essere espulso a vita dallo stadio – e intanto non potrà andare allo stadio, insieme ad altri tre tifosi – ma che, almeno sul momento, non ha scosso il 24enne calciatore. Il quale, come si vede sempre nel filmato al vaglio degli inquirenti, sorride davanti agli insulti. 

Il calciatore è un personaggio particolare. Prima dei Mondiali s’è tatuato su un polpaccio un fucile d’assalto, scatenando le reazioni più dure sul web e difendendosi così: ”Mio papà è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco, il tatuaggio ha un significato più profondo”. Stavolta, ha commentato: “Mi è venuto da ridere perché non mi aspetto niente di meglio”, ha spiegato on line, rimarcando la triste abitudine a simili offese. Ma ha aggiunto: “In genere non sono il tipo di persona che parla molto, lo faccio solo quando penso di aver bisogno che il mio punto di vista venga ascoltato: i giornali hanno contribuito ad alimentare razzismo e comportamenti aggressivi, per come parlano dei giovani calciatori neri”.

Numerose stelle dello sport di oggi e di ieri hanno twittato il loro sostegno a Sterling, tra cui Gary Lineker, Ian Wright, Rio Ferdinand. Patrice Evra, ex difensore del Manchester United, che nel 2011 subì un violento attacco razziale da parte di Luis Suarez del Liverpool, ha scritto cinguettato: "Ho visto cosa è successo ieri con @ sterling7 …. Che cosa deve ancora accadere nel 2018?!”! Suggerendo, come molti altri che la Premier League intervenga al più presto con nuove e più dure regole per evitare fattacci del genere, non solo con il comunicato di circostanza di condanna di ogni forma di razzismo emesso subito dopo. Con Guardiola in scia: “Lo ammiro, è un bravissimo ragazzo, dobbiamo difendere lui e difenderci tutti dal razzismo”.

Sterling però non si è fermato ai sorrisi. Ha postato su Instagram due foto di giocatori del Manchester City, Tosin Adarabioyo e Phil Foden. L’immagine del secondo è accompagnata di giornali con la didascalia: “La stellina del City acquista per due milioni di sterline una nuova abitazione per la madre”, quella del primo, di colore, recita: “Il giovane calciatore del City, che viene pagato 25.000 sterline a settimana, e ha appena 20 anni, butta sul mercato 2.25 milioni di sterline per una casa, nonostante non abbia mai iniziato una partita nella Premier League”.

Incalza l’attaccante: “Tosin e Phil sono tutt’e due giovani peraltro della stessa squadra e agli inizi di carriera e hanno fatto la stessa cosa, acquistare una casa per la propria madre che ha profuso tanto tempo ed amore per aiutarli a farli arrivare dove sono. Penso che questo tipo di giornalismo sia inaccettabile. Sono entrambe innocenti, non hanno fatto niente di male ma, proprio per come è stata raccontato dai giornali, il comportamento del giovane ragazzo nero è guardato in una cattiva luce”. Come dargli torto?

Vedi: Il razzismo in Gran Bretagna e il caso Sterling
Fonte: sport agi


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