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Il pressing di Conte su Bruxelles per l'emissione di Eurobond 

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Le forze politiche di maggioranza e opposizione tentano il dialogo sui provvedimenti che servono per far rialzare il Paese: durante la cabina di regia di oggi il centrodestra ha chiesto di condividere lo scostamento del deficit e che la settimana prossima ci sia un vertice tra i leader. Il Movimento 5 stelle e il Pd spingono per una collaborazione ‘strutturale’ sul modello Usa dove democratici e repubblicani hanno unito le forze contro l’emergenza ma senza aprire minimamente la strada a Draghi.

Nel frattempo i vertici istituzionali, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono in pressing affinché l’Unione europea abbandoni qualsiasi indecisione e reagisca tempestivamente contro l’emergenza sanitaria.

È questo il quadro di una giornata segnata dal record di vittime a causa del coronavirus (il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro ha firmato una circolare che invita tutti gli edifici pubblici a esporre la bandiera italiana a mezz’asta nella giornata di martedì in segno di lutto) e dalla preghiera del Papa in una piazza San Pietro completamente deserta.

Tra il Capo dello Stato e il presidente del Consiglio c’è unità di vedute: ovviamente sulla necessità che i cittadini restino a casa per rispettare le regole ma anche sulla necessità che le istituzioni europee aprano una fase nuova. Mattarella ha parlato dell’importanza di non seguire più “un vecchio schema” e anche Conte ieri, bloccando la bozza delle conclusione del Consiglio europeo, ha sottolineato il bisogno di superare “gli strumenti del passato”. Insomma no al Mes. Sarebbe sbagliato ricorrere al fondo Salva Stati, la soluzione sono gli Eurobond.

È una partita che andrà avanti per le prossime due settimane, con la Cancelliera Angela Merkel che secondo la ‘Welt’ si è irritata per l’atteggiamento mostrato ieri dal presidente del Consiglio durante la video conferenza. Ma l’Italia si gioca tantissimo sul tavolo europeo. Anche perché di fronte ad un muro della Ue la Lega di Salvini avrebbe buon gioco a prendersela con Bruxelles.

Anche oggi il leader del partito di via Bellerio ha minacciato di ‘salutare’ l’Europa, provocando la reazione di ministri come Amendola o di esponenti dem come Marcucci. Il presidente del Consiglio che a diversi interlocutori ha fatto sapere di aver apprezzato la mossa di Draghi sulla necessità di uno choc e di non interpretarla come una operazione a lui ostile, è convinto che nessun Paese Ue possa fare da solo in questo momento. Che serva da parte dell’Europa una risposta coesa, forte e soprattutto veloce. E che occorre mettere a tacere gli attacchi in sede Ue sul debito italiano che a detta del premier è sostenibile. “L’Italia ha le carte in regola con la finanza pubblica”, ha spiegato ieri ai leader dell’Unione europea.

Per Conte dunque occorre fare presto. “La priorità – la linea ribadita da Fraccaro in una nota – è immettere tutta la liquidità necessaria per consentire ai cittadini di fronteggiare quest’emergenza. È il momento di un cambio di passo da parte dell’Unione europea”. Il governo intanto è al lavoro sul prossimo decreto legge di aprile. Questa mattina è stato proprio il ministro dell’Economia, Gualtieri, a sottolineare che l’intervento sarà superiore rispetto ai 25 miliardi del Cura Italia, con il possibile coinvolgimento di Cdp.

È la posizione anche del presidente del Consiglio. Ma sarà difficile però arrivare alla cifra chiesta dall’opposizione. In ogni caso i rosso-gialli, sotto la regia del ministro D’Incà, si vedranno con Lega, Fdi e FI anche domani. Del resto Mattarella ha ribadito di auspicare “un impegno comune” perché “unità e coesione sociale sono indispensabili in questa condizione”.

La Lega oltre a fronteggiare l’emergenza già guarda oltre. Al di là di Draghi si evoca un governo di ‘ricostruzione’ senza il Movimento 5 stelle. Una prospettiva che il Pd non prende in considerazione. “Non vedo adesso il Paese pronto per un governo di unità nazionale”, dice anche Romano Prodi

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Fonte: politica agi


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