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Il mondo nel 2021: il Covid, le sfide di Biden e il tramonto di Merkel

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AGI – “L’America è tornata”. Così il 19 febbraio Joe Biden, alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, fa il suo debutto europeo da presidente degli Stati Uniti. L’accoglienza dei leader di Francia e Germania, Emmanuel Macron e Angela Merkel, è tiepida. Se il nuovo inquilino della Casa Bianca dipinge un mondo diviso in modo netto tra democrazie e autocrazie, Parigi e Berlino non vogliono rinunciare ai loro affari con Russia e Cina. Archiviata l’era Trump con le scene dell’assalto a Capitol Hill, il mondo non torna affatto al multilateralismo. Lo si vedrà al G20 di Roma, quando sia Xi Jinping che Vladimir Putin diserteranno l’appuntamento.

A voler guardare il mondo attraverso la dicotomia proposta da Biden a Monaco, il fronte delle autocrazie appare piuttosto compatto. Russia e Cina fanno esercitazioni militari congiunte, la Bielorussia sfida l’Europa con le spalle coperte dal Cremlino, la fragile democrazia di Taiwan è sempre più a rischio e quella di Hong Kong è ormai un ricordo. Non altrettanto si può dire dell’Alleanza Atlantica. Il caotico ritiro dall’Afghanistan ha messo in ombra la leadership degli Usa. Londra è fuori dall’Ue ma la ‘Global Britain’ di Johnson è ancora un progetto nebuloso. E quel maestro di poker che è Erdogan continua a giocare su più tavoli.

Quanto all’Europa, dovrà decidere cosa fare da grande senza più la guida sommessa ma sicura di Angela Merkel. La cancelliera tedesca, il cui partito è uscito con le ossa rotte dalle elezioni, lascia il posto al socialista Olaf Scholz e le ambizioni di leadership continentale sono tutte di Emmanuel Macron, che in primavera si giocherà una conferma che non appare troppo difficile. Il suo sogno di una difesa europea congiunta ha avuto un’accelerazione dopo lo schiaffo dell’Aukus, l’alleanza anti-cinese tra Usa, Gran Bretagna e Australia che, suggellata dalla cancellazione di una commessa di Canberra per l’acquisto di sommergibili francesi in favore di una fornitura americana, ha aperto nella Nato una frattura che sembrava insanabile prima che l’acuirsi delle tensioni tra Mosca e Kiev non riportasse tutti alla realtà.

Sullo sfondo una pandemia che una campagna vaccinale tutt’altro che equa, con l’Africa ancora al palo, non ha consentito di lasciarsi alle spalle. Mentre in Europa tornano le restrizioni, Washington e Londra giurano che non ci saranno nuovi lockdown. La nuova realtà dovrà essere la convivenza con il virus. Se ne è accorto anche chi, come Nuova Zelanda e Corea del Sud, aveva puntato tutto sulla riduzione dei contagi a ogni costo.

1 gennaio: il Regno Unito è fuori dalla Ue

La Gran Bretagna è ufficialmente fuori dall’Unione Europea. Per il primo ministro, Boris Johnson, è un “momento fantastico”. Si sentiranno tuttavia presto le conseguenze dei troppi punti lasciati in sospeso dall’accordo sulla Brexit e della fragilità dei compromessi raggiunti in materia come la pesca e il protocollo dell’Irlanda del Nord.

2 gennaio: corre la “variante inglese” del Coronavirus

Sono almeno 33 i Paesi che hanno identificato casi della nuova, più contagiosa, variante del Covid-19, identificata per la prima volta nel Regno Unito, dove da cinque giorni consecutivi i nuovi contagi superano quota 50 mila. In Inghilterra il 4 gennaio sarà annunciato un nuovo confinamento,mentre in Francia cresce il malumore per la lentezza della campagna vaccinale.

3 gennaio: si insedia il nuovo Congresso degli Stati Uniti

La sinistra dem, che aveva chiesto un ricambio generazionale, rispetta gli ordini di scuderia e l’ottantenne Nancy Pelosi viene rieletta speaker della Camera dei Rappresentanti. Anche le dure della ‘squad’ capeggiata da Alexandria Ocasio-Cortez, assenti alla prima chiamata, rientrano nei ranghi. Il 5 gennaio i ballottaggi in Georgia assegneranno, dopo 7 anni, il controllo del Senato al partito dell’Asinello.

6 gennaio: assalto a Capitol Hill

Mentre il Congresso è riunito per certificare la vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali, una folla di manifestanti pro Trump, che non intende accettare il risultato, invade le aule di Capitol Hill. Durante i disordini, quattro persone perdono la vita. Dopo alcune ore, le forze dell’ordine riprendono il controllo dei locali e la seduta riprende. “Rimettiamoci al lavoro”, scandisce un torvo Mike Pence, che aveva respinto le richieste del presidente di bloccare la certificazione. Le, spesso grottesche, immagini dei facinorosi nel tempio della democrazia Usa fanno il giro del mondo, suscitando l’indignazione degli alleati e il compiacimento degli avversari.

13 gennaio: la Camera approva l’impeachment di Trump

La Camera dei Rappresentanti approva, con il sostegno di dieci repubblicani, l’impeachment contro Donald Trump, primo presidente della storia degli Usa ad affrontare la procedura due volte. L’accusa è di “incitamento all’insurrezione” in relazione ai fatti di Capitol Hill. Il procedimento inizierà il 9 febbraio per concludersi quattro giorni dopo con un nulla di fatto.

14 gennaio: gli esperti dell’Oms arrivano a Wuhan

Nella città cinese, primo focolaio del nuovo coronavirus, giunge la squadra di esperti dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità incaricati di indagare sulle origini della pandemia di Covid-19. I risultati della missione saranno deludenti, a causa dell’ostruzionismo delle autorità di Pechino.

15 gennaio: il governo olandese cade per il caso degli assegni familiari

Lo scandalo del rimborso degli assegni familiari chiesto ingiustamente a migliaia di cittadini olandesi, molti dei quali immigrati, porta alle dimissioni in blocco del governo di coalizione guidato da Mark Rutte, che ammette le responsabilità politiche dell’esecutivo.

16 gennaio: Laschet è il successore di Merkel alla guida della Cdu

Armin Laschet viene eletto nuovo presidente dell’unione cristiano-democratica tedesca. Al governatore del Nord Reno-Vestfalia spetta il difficilissimo compito di succedere alla cancelliera Angela Merkel alla guida del partito conservatore.

17 gennaio: Navalny arrestato al suo ritorno in Russia

Alexei Navalny viene arrestato all’aeroporto di Mosca al ritorno dalla sua convalescenza in Germania per l’avvelenamento da agente nervino del quale il dissidente russo accusa il presidente Vladimir Putin. Il 2 febbraio sarà condannato a due anni e otto mesi per violazione della libertà vigilata.

20 gennaio: l’Inauguration day di Biden

Il democratico Joe Biden giura da presidente degli Stati Uniti e chiede la fine di “questa guerra incivile che vede i rossi contro i blu, i conservatori contro i liberal”. Il nuovo comandante in capo si impegna a rilanciare l’economia, contrastare il cambiamento climatico, assicurare giustizia razziale e sanare le divisioni. Trump diserta la cerimonia.

23 gennaio: i sostenitori di Navalny scendono in piazza

Migliaia di persone scendono in piazza in decine di città russe per chiedere la scarcerazione di Alexei Navalny. Oltre 3.500 dimostranti vengono fermati dalle forze dell’ordine. Il Cremlino bolla come “interferenze” le proteste della comunità internazionale. Il numero di arrestati nella successiva domenica di mobilitazione sarà ancora superiore. È solo l’inizio di una stretta senza precedenti sull’opposizione.

1 febbraio: i militari tornano al potere in Myanmar

L’esercito rovescia il governo civile di Aung San Suu Kyi, il cui partito viene accusato di aver truccato le elezioni. La leader viene incarcerata insieme a decine di politici a lei leali. Nelle settimane successive la popolazione scenderà in piazza per protestare contro il colpo di Stato militare. Le forze armate soffocheranno la rivolta nel sangue, uccidendo centinaia di manifestanti.

10 febbraio: il Parlamento europeo approva il Recovery fund

L’Eurocamera dà il via libera a larghissima maggioranza al piano da 672,5 di miliardi di euro per traghettare l’Ue fuori dalla pandemia. La Lega si smarca dal resto del gruppo dei sovranisti di Identità e democrazia (Id), quando mancano pochi giorni alla nascita del governo Draghi.

11 febbraio: prima telefonata tra Biden e Xi

Colloquio introduttivo tra i due leader in un contesto di crescenti tensioni. Il nuovo presidente Usa cita il cambiamento climatico e la proliferazione nucleare come potenziali aree di cooperazione e richiama la Cina sul commercio sleale e le violazioni dei diritti umani.

14 febbraio: gli indipendentisti vincono in Catalogna

A tre anni dal fallito tentativo di secessione, i partiti indipendentisti conquistano la maggioranza assoluta alle elezioni per il rinnovo del ‘Parlament’. A capo del governo regionale andrà una figura moderata e dialogante come Pere Aragones, che otterrà da Madrid la scarcerazione dei politici catalani incarcerati.

17 febbraio: gli Usa nella morsa della tempesta artica

Un’ondata di gelo si abbatte sul Midwest e sul Sud degli Stati Uniti, mietendo decine di vittime. La situazione più grave si registra in Texas, dove cinque milioni di persone rimangono senza energia elettrica. A Fayetteville, in Arkansas, il termometro scende a -28.

18 febbraio: ‘Perseverance’ arriva su Marte

Dopo un viaggio di sette mesi, il rover della Nasa “Perseverance” atterra su Marte e invia la sua prima immagine della superfice del pianeta rosso. Scopo della missione è trovare conferme a quanto le due precedenti missioni marziane dell’agenzia Usa, Curiosity e Opportunity, avevano suggerito: miliardi di anni fa Marte era un pianeta umido e con condizioni potenzialmente adatte alla vita.

22 febbraio: ucciso l’ambasciatore italiano a Kinshasa

Luca Attanasio è tra le tre vittime di un agguato a un convoglio delle Nazioni Unite a Goma, nella Repubblica democratica del Congo. A oggi non è ancora stata fatta piena luce sulle circostanze dell’assassinio.

26 febbraio: la Cia rivela: ‘Mbs appoggiò l’omicidio Khashoggi’

Desecretato il rapporto dell’intelligence Usa secondo il quale il principe saudita Mohammed bin Salman approvò l’eliminazione del giornalista dissidente. Dopo aver tolto il sostegno all’operazione in Yemen contro gli Huthi, Biden continua ad allontarsi da Riad, che era stata un alleato strettissimo di Trump.

28 febbraio: dopo Pfizer e Moderna, l’Fda approva il vaccino J&j

L’agenzia per il farmaco Usa dà luce verde al siero monodose. L’11 marzo arriverà il via libero dell’Ema che, a differenza dell’equivalente Usa, ha approvato anche il vaccino di AstraZeneca.

1 marzo: Sarkozy condannato a tre anni di carcere

L’ex presidente francese viene riconosciuto colpevole di aver ottenuto dal giudice di cassazione Azibert, nel 2014, informazioni sull’inchiesta sui presunti finanziamenti libici della campagna 2007 in cambio di un posto di rilievo a Montecarlo.

6 marzo: il Senato Usa approva il piano di aiuti economici

Nel testo, modificato rispetto a quello della Camera, resta l’assegno fino a 1.400 dollari per i redditi medio-bassi. Previsti anche crediti d’imposta per le famiglie con figli a carico e le piccole aziende. Per Biden è “un passo da gigante”.

8 marzo: l’intervista di Harry e Meghan a Oprah Winfrey agita la famiglia reale

Raffica di accuse e rivelazioni da parte dei duchi del Sussex. “Al Palazzo erano preoccupati del colore della pelle di Archie”, racconta Markle, “pensai al suicidio e nessuno mi aiutò”. La Regina Elisabetta si dirà “addolorata”.

9 marzo: la giustizia brasiliana annulla le condanne di Lula

Secondo la Corte Suprema, il giudice era di parte. L’ex presidente socialista recupera i diritti politici e potrà correre contro Jair Bolsonaro nel 2022. A febbraio annuncerà se correrà o meno.

14 marzo: doppia debacle per Merkel in due lander strategici

La Cdu registra il peggior risultato di sempre sia nel Baden-Wuerttemberg che in Renania-Palatinato, dove si impongono Verdi e Socialisti. È un’anticipazione di quanto accadrà alle elezioni parlamentari di settembre, che vedranno il partito della cancelliera crollare al minimo storico.

16 marzo: Abdul Hamid Dbeibah è il nuovo premier libico

Il capo del governo uscente di Accordo nazionale libico (Gna) Fayez al-Sarraj, consegna il potere al nuovo esecutivo ad interim che dovrà traghettare il Paese fino alle elezioni in programma il 24 dicembre. Dbeibah era stato scelto il 5 febbraio dai 75 delegati libici presenti al Forum di dialogo sponsorizzato dall’Onu.

17 marzo: Biden dà a Putin del “killer”. Ira di Mosca

Il presidente americano accusa la Russia di interferenze nella campagna elettorale. “Chi lo dice lo è”, risponde ironico il capo del Cremlino.

18 marzo: gelo al summit in Alaska tra Usa e Cina

Scontro in mondovisione. I diplomatici di Pechino chiedono a Washington di non interferire nei loro affari interni. “Fanno i teatrali, vogliono mettersi in mostra”, commenta il segretario di Stato Blinken. Biden lo elogia: “Sono orgoglioso di lui”.

21 marzo: riesplode lo scontro tra Ue e Astrazeneca

La settimana prima mezza Europa aveva sospeso l’inoculazione a causa di alcuni casi di trombosi sospetti. Pochi giorni dopo il via libera dell’Ema, la Commissione Ue lamenta che è stato consegnato solo il 30% delle 90 milioni di dosi concordate per il primo trimestre. Già a gennaio Bruxelles aveva accusato la casa farmaceutica anglo-svedese, in ritardo con le consegne, di aver dirottato verso il Regno Unito parte delle forniture previste. L’azienda aveva rivendicato di “non avere obblighi contrattuali”, un’affermazione definita “scorretta e inaccettabile” dall’Ue, che aveva chiesto accesso alle dosi prodotte in Gran Bretagna. Alla fine l’Europa non proseguirà l’acquisto del farmaco di AstraZeneca.

23 marzo: la Ever Given blocca il canale di Suez

Una portacontainer lunga 400 metri si incaglia e ostruisce una delle principali arterie del commercio marittimo mondiale. La colossale imbarcazione verrà disincagliata sei giorni dopo aver bloccato merci per decine di miliardi di dollari e causato perdite all’Egitto pari a circa 13 milioni di dollari al giorno.

25 maggio: Israele vota per la quarta volta in due anni

Neanche la nuova chiamata alle urne riesce a dare una maggioranza chiara al Paese. Nessun blocco ha i 61 seggi necessari per formare un governo. Il 6 aprile il presidente Rivlin affiderà un nuovo incarico a Netanyahu, che il 5 maggio getterà la spugna. Il 13 giugno verrà formato un nuovo governo, con una coalizione molto ampia che escluderà per la prima volta dopo 13 anni il Likud. Secondo l’accordo tra i partiti, nella carica di primo ministro si alterneranno il conservatore Naftali Bennett e, dopo due anni, il centrista Yair Lapid.

29 marzo: al via il processo per la morte di George Floyd

Sul banco degli imputati l’ex poliziotto Derek Chauvin, accusato di aver ucciso il pregiudicato afroamericano tenendogli il ginocchio premuto sul collo nonostante avesse lamentato più volte di non riuscire a respirare. Chauvin sarà condannato a 22 anni e 6 mesi il 25 giugno per un omicidio che aveva fatto riesplodere con violenza le tensioni razziali in Usa.

4 aprile: sventato un “complotto” contro il re di Giordania Abdallah

Il fratellastro del monarca viene posto ai domiciliari e 16 alti funzionari vengono arrestati. Secondo il governo di Amman, il principe Hamzah “era in contatto con un’agenzia di intelligence straniera e con oppositori interni”.

7 aprile: il sofagate fa litigare Ue e Turchia

La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, sono in visita ad Ankara ed, entrati nella sala del ricevimento, trovano una sola poltrona a fianco del presidente Erdogan. Michel ci si fionda e Von der Leyen, dopo un’esitazione iniziale, si siede su un divano di fronte al ministro degli Esteri turco Cavusoglu. L’episodio suscita un’ondata di indignazione ed Erdogan viene accusato di uno sgarbo voluto e addirittura di sessismo. È però plausibile l’ipotesi di un malinteso protocollare.

8 aprile: a Belfast riesplode la violenza settaria

La Brexit riapre le cicatrici dei ‘Troubles’. Il protocollo sull’Irlanda del Nord, che di fatto fissa una frontiera marittima con l’Inghilterra, scatena la rivolta nei quartieri protestanti e unionisti, tra auto incendiate, molotov, sassaiole contro la polizia e bus dirottati e dati alle fiamme.

9 aprile: muore a 99 anni il principe Filippo

Il duca di Edimburgo scompare due mesi prima di compiere 100 anni, dopo averne passati oltre 70 al fianco di una delle donne più potenti e rispettate al mondo: Elisabetta II.

16 aprile: condannato Jimmy Lai, il magnate dei media di Hong Kong

Il proprietario di Apple Day, tabloid critico contro Pechino, dovrà scontare 14 mesi di carcere. È una delle vittime di più alto profilo della stretta repressiva della Cina, che ha ormai soffocato ogni anelito di democrazia nell’ex colonia britannica.

19 aprile: levata di scudi contro la Super League

Dodici tra i maggiori club europei di calcio (Milan, Inter, Juventus, Liverpool, Arsenal, Chelsea, Tottenham, Manchester United, Manchester City, Atletico Madrid, Real Madrid e Barcellona) annunciano un accordo congiunto per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale. La rivolta della politica e l’ira di Fifa e Uefa costringeranno molto presto le società ad accantonare il progetto.

20 aprile: il presidente del Ciad Idriss Deby ucciso al fronte

In uno scontro con i ribelli, la Francia perde il principale alleato nella lotta alla crescente offensiva jihadista nel Sahel. Il presidente Emmanuel Macron sarà costretto il 10 maggio ad annunciare l’addio all’Operazione Barkhane di contrasto a un’insurrezione che dilania Mali, Niger e Burkina Faso con stragi sempre più sanguinose.

30 aprile: Ue e Russia ai ferri corti

Le relazioni tra la Russia e l’Unione europea già “al livello più basso” dai tempi della Guerra fredda, peggiorano ancora. Al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e alla vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova, viene vietato l’ingresso in Russia in risposta alle sanzioni adottate da Bruxelles a marzo.

1 maggio: l’India nuovo epicentro della pandemia

Il subcontinente, che aveva revocato la maggior parte delle restrizioni e consentito lo svolgimento di raduni di massa, registra un record di oltre 400 mila contagi. Non ci sono pire sufficienti a smaltire l’enorme numero di cadaveri.

6 maggio: tensione sulla pesca tra Francia e Gran Bretagna

Ottanta pescherecci francesi bloccano la circolazione nella Manica per protesta contro il nuovo sistema di licenze applicato da Jersey. Il Regno Unito risponde inviando due navi da pattugliamento della Marina. La calma tornerà in poche ore ma non sarà affatto l’ultimo scontro tra Londra e Parigi sugli accordi post-Brexit per i diritti di pesca nel Canale.

7 maggio: Boris Johnson espugna il ‘red wall’

I conservatori britannici, dati in svantaggio dai sondaggi, alle elezioni amministrative conquistano numerose roccaforti laburiste. Si vota anche in Galles e in Scozia, dove la premier Nicola Sturgeon ottiene una robusta conferma e rilancia la battaglia per l’indipendenza.

10 maggio: è di nuovo guerra tra Israele e Hamas

Dopo giorni di scontri a Gerusalemme Est tra la polizia e i palestinesi, irati per il rischio che decine di loro vengano sfrattati dal quartiere di Sheikh Jarrah per fare posto ai coloni ebrei, il movimento islamista che controlla Gaza inizia a lanciare decine di razzi sullo Stato ebraico, che risponde bombardando la striscia. Il 21 maggio verrà siglato il cessate il fuoco. Israele conterà 13 civili uccisi, Gaza quasi 250 morti tra militanti e civili.

18 maggio: Rabat apre le frontiere, crisi migratoria a Ceuta

Le guardie di frontiera marocchine lasciano entrare migliaia di persone nell’exclave spagnola. Si tratta di una rappresaglia per l’accoglienza concessa da Madrid a Brahim Ghali, il leader delle milizie del Sahara Occidentale, territorio che il Marocco rivendica come suo. Ghali era stato lasciato entrare in Spagna dall’Algeria sotto falso nome per curarsi il Covid-19. Non sarà l’ultima volta quest’anno che i migranti vengono utilizzati come strumento di pressione politica.

23 maggio: Minsk dirotta un aereo per arrestare un oppositore

Un aereo Ryanair partito da Atene per Vilnius viene dirottato poco prima dell’arrivo da un jet dell’aviazione militare bielorussa, che lo costringe ad atterrare a Minsk per consentire l’arresto di Roman Protasevich, responsabile di un canale di informazioni dell’opposizione. La vicenda apre uno scontro precedenti tra Ue e Bielorussia che avrà pesanti strascichi.

16 giugno: Biden e Putin si incontrano a Ginevra

Dopo le schermaglie verbali dei mesi precedenti, i due leader si incontrano in Svizzera per un tentativo di disgelo. Il risultato immediato è una dichiarazione congiunta sulle armi nucleari e il ritorno alla normalità dei rispettivi contingenti diplomatici. Sia il presidente russo che quello statunitense stilano un bilancio positivo di un incontro che è stato un successo anche per il solo fatto di essersi verificato.

19 giugno: Raisi nuovo presidente dell’Iran. e il negoziato sul nucleare entra in stallo

In elezioni segnate da un astensionismo record, il giudice ultraconservatore sale alla guida della Repubblica Islamica in luogo del pragmatico Hassan Rohani, che era riuscito a portare avanti con discreti progressi il negoziato sul nucleare faticosamente ripreso grazie alla disponibilità di Biden, dopo l’uscita unilaterale decisa da Trump nel 2018. La trattativa sul ripristino del Jcpoa sarebbe ripresa solo a fine novembre, e non sotto buoni auspici.

20 giugno: le Regionali francesi resuscitano gollisti e socialisti

Les Republicains si aggiudicano il primo turno delle amministrative, mentre l’estrema destra del Rassemblement National (Rn) incassa un risultato inferiore alle attese e non riesce a conquistare nemmeno una regione. A sinistra tengono Socialisti e Verdi, mentre il mediocre risultato di La Republique En Marche conferma lo scarso radicamento sul territorio del partito del presidente, Emmanuel Macron.

24 giugno: il crollo di un condominio a Miami uccide quasi 100 persone

Nessuno verrà estratto vivo dalle macerie dell’edificio di 12 piani sulla Surfside. Dopo un mese il bilancio ufficiale sarà di 97 morti e una dispersa.

25 giugno: in Germania torna il terrore, strage con coltello a Wurzburg

Tre persone muoiono e una decina rimangono ferite nella città bavarese da un 24enne di nazionalità somala armato di coltello. Il giovane, noto ai servizi psichiatrici della città, colpisce a caso i passanti prima di essere neutralizzato dalla polizia.

1 luglio: Xi festeggia i 100 anni del Partito comunista cinese: “Nessuno ci prevarichera’”

“Non abbiamo mai prevaricato popoli di altri Paesi e non lo faremo mai, e non permetteremo a forze straniere di prevaricarci, opprimerci o soggiogarci”, ha scandito il presidente cinese in un discorso di oltre un’ora a piazza Tiananmen, “chiunque osi farlo”, andrà a sbattere contro la Grande Muraglia di acciaio forgiata da oltre 1,4 miliardi di persone”.

3 luglio: caldo killer in Canada, centinaia di morti nella British Columbia

Un’ondata di calore senza precedenti uccide oltre 700 persone in una settimana. La siccità alimenta gli incendi, aggravati da un’anomala pioggia di fulmini.

7 luglio: ucciso il presidente haitiano Jovenel Moise

Moise viene assassinato nella sua abitazione, nella capitale Port-au-Prince, da un commando composto da stranieri. È un duro colpo alla stabilità di un Paese poverissimo, preda delle violenze delle gang e ancora non ripresosi dal devastante terremoto del 2010.

12 luglio: cubani in piazza contro il governo, decine di arresti

Decine di dimostranti vengono fermati dalla polizia durante proteste antigovernative che hanno visto per la prima volta i cubani manifestare il loro malcontento contro il potere, stremati dalla peggior crisi economica degli ultimi 30 anni, aggravata dalla pandemia di Covid-19.

13 luglio: decine di morti in Sudafrica dopo l’arresto di Zuma

L’incarcerazione dell’ex presidente, condannato dalla Corte Suprema a 15 mesi per essersi rifiutato di testimoniare nei numerosi processi per corruzione che hanno riguardato il suo governo, scatena violenti disordini. Sono almeno 45 i morti nell’ondata di violenze e saccheggi.

15 luglio: i nubifragi mettono in ginocchio la Germania

Violente precipitazioni investono il Nord Europa. La Germania è la nazione più colpita, in particolare i lander della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Vestfalia, il cui governatore, Armin Laschet, candidato della Cdu alla cancelleria, viene colto a ridere durante una cerimonia in memoria delle vittime, aggravando un danno d’immagine già pesante. Interi villaggi vengono spazzati via e decine di persone perdono la vita. Situazione grave anche in Belgio, dove decine di migliaia di persone rimangono senza elettricità e si conteranno 42 morti. In Germania il bilancio definitivo sarà di 196 morti.

18 luglio: il Covid entra nel villaggio olimpico

A meno di una settimana dall’apertura dei Giochi di Tokyo quattro sudafricani risultano positivi. La ‘bolla’ del Villaggio Olimpico viene bucata e le Olimpiadi coincideranno con un aumento dei contagi nella capitale nipponica. Nel complesso, le misure di sicurezza messe in campo dall’organizzazione si riveleranno però molto efficaci.

19 luglio: il ‘Freedom day’ dell’Inghilterra

In Inghilterra scatta l’ultima fase di riaperture che prevede la revoca di quasi tutte le ultime restrizioni anti-Covid. Il passo è stato strenuamente difeso dal premier britannico, Boris Johnson, nonostante l’allarme degli esperti, che temono fino a 200 mila contagi al giorno sulla scia della rapida diffusione della variante Delta.

20 luglio: Jeff Bezos nello spazio: “Il giorno più bello di sempre”

Primo volo turistico per la Blue Origin l’azienda del fondatore di Amazon dedicata ai viaggi spaziali. Il fratello Mark e altri due passeggeri accompagnano il miliardario sulla navicella New Shepard, lanciata dal deserto del Texas per un volo di undici minuti che supera la linea Karman, a 100 km dalla Terra.

21 luglio: accordo tra Usa e Germania su Nord Stream 2

Il gasdotto, che raddoppierà il flusso di gas russo in Germania attraverso il Mar Baltico, sarà concluso senza incorrere in sanzioni statunitensi. L’intesa suscita l’ira dell’Ucraina, che viene aggirata dall’infrastruttura e, non potendo più far leva sul suo ruolo di Paese di transito, teme di restare alla mercé del Cremlino.

25 luglio: il presidente tunisino licenzia il governo e congela il parlamento

Dopo le imponenti manifestazioni antigovernative, il presidente Kais Saied costringe alle dimissioni il premier, Hichem Mechichi, assume il potere esecutivo e sospende l’attività parlamentare. Sotto accusa la gestione dell’economia e dell’epidemia. Nel mirino di Saied soprattutto il partito islamista Ennahda. Il 12 ottobre l’incarico di formare un nuovo governo verrà affidato a Najla Bouden Romdhane, prima donna premier in un Paese arabo.

9 agosto: l’incendiario della cattedrale di Nantes uccide un prete

Un sacerdote viene assassinato in Vandea da un cittadino ruandese che era stato già messo sotto sorveglianza per il suo coinvolgimento, nel luglio del 2020, nell’incendio della cattedrale di Nantes che, oltre a vari danni strutturali, distrusse un antico e prezioso organo.

10 agosto: il #metoo travolge il governatore di New York

Andrew Cuomo si dimette una settimana dopo la pubblicazione del dossier della procura generale in cui erano elencati tutti gli episodi di molestie sessuali che Cuomo avrebbe commesso nei confronti di undici donne, molte delle quali avevano lavorato con lui. Cuomo, le cui quotazioni nel campo democratico erano cresciute grazie alla gestione della pandemia, aveva resistito per settimane, professandosi innocente.

15 agosto: Kabul cade in mano ai Talebani

Gli islamisti conquistano la capitale afghana dopo un’avanzata rapidissima che, in coincidenza con il ritiro delle truppe statunitensi, li ha visti riprendere il controllo del Paese in meno di un mese a fronte di una resistenza debolissima da parte dell’esercito regolare. Il presidente Ashraf Ghani fugge. Il giorno dopo il presidente Usa, Joe Biden, affermerà di non essersi pentito della sua decisione.

26 agosto: l’Isis attacca l’aeroporto di Kabul durante l’evacuazione

Un doppio attentato jihadista causa la morte di 200 persone, tra cui alcuni militari Usa, durante le convulse operazioni per portare fuori dall’Afghanistan il personale diplomatico straniero e i loro collaboratori locali. Nei giorni precedenti avevano fatto il giro del mondo le immagini degli afghani che si attaccavano agli aerei in partenza, nella speranza di lasciare il Paese, per poi precipitare nel vuoto. Gli Usa completeranno ufficialmente il ritiro il 31 agosto. Il ramo afghano dell’Isis, che ha il suo quartier generale a Jalalabad, si renderà protagonista di numerosi attacchi nei mesi successivi.

10 settembre: dopo uno stallo di 13 mesi, il Libano ha un nuovo governo

Il ricco imprenditore sunnita Najib Mikati, già premier dal 2011 al 2014, assume la guida dell’esecutivo del Paese dei Cedri, in preda a una terribile crisi economica, aggravata dalle conseguenze dell’esplosione di un deposito di nitrato d’ammonio che l’anno prima aveva devastato il porto di Beirut e alcuni quartieri limitrofi, causando oltre 200 morti.

15 settembre: Usa, Australia e Regno Unito siglano un patto anti-Cina

L’alleanza strategica ‘Aukus’ viene suggellata dalla cancellazione di una ricca commessa di sommergibili francesi che Canberra annulla a favore di un contratto per l’acquisto di sottomarini nucleari americani. Ira di Parigi, che richiama gli ambasciatori in Usa e Australia e accelera i piani per una difesa comune europea. La tradizionale architettura della Nato non è mai stata così in crisi.

19 settembre: Putin vince le elezioni, ombre sul voto online

Le elezioni per il rinnovo della Duma vedono Russia Unita, il partito del presidente, imporsi con una vittoria schiacciante. A mettere in dubbio la regolarità dello scrutinio è però il contrasto tra i dati parziali usciti in serata, che vedono i comunisti guadagnare abbastanza consensi da strappare a Putin la ‘super maggioranza’ che consente di cambiare la Costituzione in autonomia, e quelli successivi al conteggio del voto elettronico, che fanno impennare, con il passare delle ore, il vantaggio di Russia Unita.

21 settembre: urne anticipate in Canada, successo a metà per Trudeau

Il premier canadese viene riconfermato per un terzo mandatoma non ottiene la maggioranza alla quale aveva puntato quando, il mese scorso, aveva convocato le elezioni legislative anticipate, in piena pandemia.

23 settembre: Carles Puigdemont arrestato in Sardegna

L’ex presidente catalano viene fermato ad Alghero in esecuzione del mandato di cattura della magistratura spagnola, che lo accusa di sedizione per il tentativo di secessione della Generalitat. Puigdemont sarà liberato il giorno dopo senza restrizioni ma la vicenda crea forti tensioni nel governo di Pedro Sanchez, la cui maggioranza si regge sui voti degli indipendentisti catalani.

26 settembre: il voto in Germania punisce la Cdu di Merkel

I conservatori tedeschi incassano alle elezioni parlamentari il peggior risultato della loro storia, complice l’inadeguatezza del nuovo leader Armin Laschet. Il cancelliere in pectore è il ministro delle Finanze socialista Olaf Scholz, il cui partito si è reso protagonista di un’imprevedibile riscossa e formerà una coalizione con i Verdi e i liberali di Fdp. Il 4 dicembre il congresso dell’Spd approverà la formazione di un governo ‘semaforo’. Il 17 dicembre la guida della Cdu sarebbe passata a Friedrich Merz, leader della destra del partito e avversario della corrente di Merkel.

1 ottobre: Saakashvili torna in Georgia e viene arrestato

Al suo ritorno in patria dopo 8 anni di esilio, l’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili viene arrestato poco prima delle elezioni amministrative, in vista delle quali aveva chiamato alla mobilitazione contro il primo ministro Irakli Garibashvili, suo avversario politico. Saakashvili, che era stato condannato in contumacia a sei anni di carcere per abuso d’ufficio, inizia uno sciopero della fame.

6 ottobre: l’allarme di Taiwan: “Pechino può invaderci ora”

In soli cinque giorni 150 aerei da combattimento cinesi solcano la zona di identificazione aerea di Difesa dell’isola, l’ultima di un numero crescente di provocazioni. Il ministro della Difesa di Taipei, Chiu Kuo-cheng, avverte che Pechino “ha la capacità di invaderci ora”. Biden conferma l’impegno degli Usa alla difesa di Taiwan.

8 ottobre: si alza il livello dello scontro tra Ue e Polonia

Dopo il braccio di ferro sulla riforma della giustizia, che secondo Bruxelles mina l’indipendenza della magistratura, la Corte costituzionale polacca rigetta il primato del diritto europeo sulla legge fondamentale del Paese. La Ue promette che “risponderà con ogni mezzo”.

9 ottobre: il caso dei sondaggi fa cadere Sebastian Kurz

Il trentacinquenne cancelliere austriaco è costretto a dimettersi da un’inchiesta che lo accusa di aver finanziato rilevazioni a lui favorevoli con i soldi dei contribuenti tramite cambiali fittizie. A sostituire la giovane stella della destra europea è il ministro degli Esteri, Alexander Schallenberg, che si dimetterà a sua volta il 2 dicembre in seguito alla decisione di Kurz di lasciare del tutto la politica.

15 ottobre: l’assassinio di un deputato sconvolge l’Inghilterra

Il parlamentare conservatore David Amess viene ucciso a coltellate mentre incontra gli elettori in una chiesa metodista in Essex. L’assassino è un venticinquenne di origini somale che era stato segnalato come un individuo a rischio radicalizzazione. Si indaga per terrorismo.

25 ottobre: colpo di stato militare in Sudan

Il capo delle forze armate di Khartum, il generale Al-Burhan, fa arrestare il premier Abdallah Hamdok e altri leader civili della transizione avviata nel 2019 con le proteste che posero fine al regime trentennale di Omar Bashir. Un mese dopo, in seguito a forti proteste popolari represse con violenza, sarebbe stato trovato un accordo per consentire il ritorno di Hamdok al governo.

31 ottobre: a Roma si conclude un G20 in chiaroscuro

Il summit, disertato da Putin e Xi, dà impulso alla campagna di immunizzazione mondiale contro il Covid-19, sigla un accordo storico sulla minimum tax per le multinazionali e suggella la pace commerciale tra Ue e Usa con la sospensione dei dazi su acciaio e alluminio. Non c’è però accordo sulla lotta al cambiamento climatico: la scadenza per arrivare alla neutralità carbonica viene fissata genericamente “attorno alla metà del secolo” e non emergono strategie precise per la riduzione del riscaldamento globale. La Cop26 di Glasgow, immediatamente successiva, non parte sotto buoni auspici.

8 novembre: crisi migratoria al confine tra Polonia e Bielorussia

Migliaia di migranti, di origine per lo più mediorientale, si ammassano al confine tra Bielorussia e Polonia e cercano di oltrepassare la barriera di filo spinato che separa il territorio dell’Unione dall’ultima dittatura del vecchio continente. Per il governo di Varsavia è “un attacco organizzato ai nostri confini”. E anche Bruxelles e la Nato condividono la tesi di una crisi migratoria artificiale creata dal regime di Lukashenko come rappresaglia per le sanzioni.

13 novembre: la Cop 26 termina con un compromesso al ribasso

La conferenza Onu sui cambiamenti climatici di Glasgow approva un accordo che ribadisce l’impegno a limitare il riscaldamento globale di 1,5 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali. L’India ottiene però all’ultimo minuto una modifica per ammorbidire il fondamentale passaggio sulla fine del ricorso al carbone e fa sostituire il termine ‘phase out’ con phase down’.

22 novembre: l’Europa torna a chiudersi

Dopo aver tentato la strada di un “lockdown dei non vaccinati”, l’Austria, con i posti in terapia intensiva in via di esaurimento, è il primo Paese europeo a tornare al confinamento. La settimana prima i Paesi Bassi avevano reintrodotto restrizioni accolte da violente proteste di piazza, con decine di arresti e di feriti. Il responsabile dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, paventa altri 500 mila morti in Europa entro marzo. Il 2 dicembre la Germania imporrà forti restrizioni alla vita sociale per le persone non immunizzate.

26 novembre: la variante Omicron spaventa il mondo

In Sudafrica viene rilevata una nuova variante del nuovo coronavirus, caratterizzata da un elevatissimo numero di mutazioni. Numerosi Paesi impongono restrizioni agli arrivi dal Sudafrica e da altri Paesi limitrofi, suscitando l’ira di Pretoria. L’Oms definisce la variante “preoccupante” ma l’Onu invita i governi a non isolare i Paesi colpiti. Mercati a picco, con Wall Street che vive il peggior Black Friday da oltre 70 anni. Nelle settimane successive la nuova variante diventerà prevalente ma si rivelerà associata a sintomatologie meno gravi della variante Delta.

4 dicembre: dopo Eric Zemmour, anche Valerie Pecresse in pista per l’Eliseo

La presidente della regione de l’Ile-de-France vince a sorpresa le primarie di Les Republicains per le presidenziali francesi. La corsa all’Eliseo è particolarmente affollata a destra. Quattro giorni prima il polemista radicale Eric Zemmour aveva annunciato la sua attesa candidatura. Nei sondaggi Pecresse supera presto Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, e ha chance elevate di essere lei a sfidare Macron al ballottaggio.

7 dicembre: alta tensione in Ucraina, teleconferenza tra Biden e Putin

Il presidente degli Stati Uniti avverte l’omologo russo che, in caso di invasione dell’ex repubblica sovietica, Mosca sarà sottoposta a “dure sanzioni” che, oltre a colpire le banche russe e gli oligarchi più vicini al Cremlino, potrebbero giungere fino all’esclusione di Mosca dal circuito Swift per i trasferimenti finanziari su scala globale. Putin, accusato di aver ammassato truppe al confine ucraino, replica puntando il dito sulle responsabilità di Kiev nel mancato rispetto degli accordi di Minsk.

8 dicembre: in Germania inizia l’era Scholz

Il socialdemocratico, ex ministro delle Finanze, è il nuovo cancelliere tedesco, a capo di un governo di coalizione con l’Fdp e i Verdi. Eletto dal Bundestag con 395 voti, il 63enne promette “un nuovo inizio” per la Germania. Nei ruoli strategici di ministro degli Esteri e ministro delle Finanze vanno i leader dei due partiti alleati: la verde Annalena Baerbock e il liberale Christian Lindner.

10 dicembre: via libera del Regno Unito all’estradizione di Assange

L’Alta Corte di Londra dà il via libera all’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove il co-fondatore di Wikileaks è atteso da un processo per spionaggio. La decisione, accolta da un coro di critiche internazionali, capovolge la sentenza di primo grado dello scorso gennaio, che aveva negato la consegna di Assange alla giustizia americana per il possibile rischio di suicidio.

12 dicembre: i tornado flagellano gli Usa, decine di vittime

È di oltre 90 morti il bilancio di un’ondata senza precedenti di tornado che investe sei Stati degli Usa. Colpito in modo particolarmente grave il Kentucky, dove la cittadina di Mayfield viene rasa al suolo dai cicloni e il crollo di una fabbrica di candele uccide 9 operai.

16 dicembre: la Lituania evacua l’ambasciata a Pechino

Vilnus chiude la sua ambasciata a Pechino e evacua tutto il personale al culmine della più grave crisi diplomatica da decenni tra un Paese europeo e la Cina. A suscitare l’ira del Dragone era stata la decisione del Paese baltico di consentire alle autorità di Taipei di aprire un ufficio di rappresentanza diplomatico a nome Taiwan, una mossa inaccettabile per la Cina, che considera l’isola come parte integrante del suo territorio e non tollera che ne vengano riconosciute la sovranità e l’autonomia. A spingere la nazione baltica a rimpatriare i diplomatici è la richiesta cinese di riconsegnare i documenti, possibile prodromo di una revoca dell’immunità.

22 dicembre: saltano le elezioni in Libia

Viene annullato ufficialmente il voto presidenziale e parlamentare del 24 dicembre, che avrebbe dovuto dare stabilità e unità politica al Paese nordafricano dopo dieci anni di caos. Nei giorni precedenti, l’appuntamento elettorale era apparso sempre più a rischio, a causa degli scontri tra le fazioni rivali e dello schieramento delle rispettive milizie nella capitale. La commissione del Parlamento di Tobruk incaricata di monitorare sulle urne si rifiuta di fissare una nuova data finché non saranno risolti i contrasti.

@cicciorusso_agi

Source: agi


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