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Il mio Natale… in divisa

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di Augusto Lucchese

 Siracusa, 22 dicembre 1955

Prima che i ben noti “figli di papà” facciano la parte del leone, urge pormi in lista d’attesa per i “permessi di fine anno”. Fra le nuove reclute, infatti, si  annoverano parecchi “raccomandati”, qualcuno addirittura proveniente da ambienti d’alto lignaggio, pur se, almeno per il momento, hanno dovuto lasciare da parte la prosopopea di “superuomini”, rinunciando all’ostentazione, come suole dirsi, di una più o meno olezzante “puzza sotto il naso” o di un discutibile atteggiamento di distacco.

Per quanto mi riguarda, considerato il particolare lavoro cui sono addetto (“Ufficio Studi e programmi addestrativi”, parecchio adiacente al Comando) e pur non appartenendo alla “privilegiata” categoria già citata, non dovrei avere difficoltà. Ma è meglio stare in guardia, tenendo sempre pronta l’arma della parità di diritti, pur se trattasi di un’arma il cui impiego presuppone la disponibilità di una forte dose di autocontrollo. Specie perché è un’arma simbolica, che non ha alcuna pallottola in canna. Con tanti volponi in giro, un semplicione come me corre il rischio d’essere facilmente scavalcato o messo da parte.

Tuttavia, ove nel periodo festivo di fine anno dovessi riuscire ad ottenere l’agognato biglietto di “libertà provvisoria”, non m’attira l’idea di recarmi ad Enna in pieno inverno (“brr”, ”brr” … che freddo che fa da quelle parti), tenuto anche conto delle difficoltà del viaggio in macchina.

L’alternativa sarebbe quella di trascorrere ad Augusta le poche ore di franchigia che, sperabilmente, mi saranno accordate. Data la stagione, è meglio rimanere nelle zone di mare, piuttosto che addentrarsi in quelle di montagna. Ciò a prescindere dal rapporto di simpatia che mi lega all’ospitale cittadina megarese e alla consolidata affettuosità di cui godo in seno ad una a me tanto cara famiglia del luogo.

Augusta. Capodanno 1956

Ho optato per il permesso di fine anno, dal pomeriggio del 30 dicembre alla mattina del 2 gennaio. Per le festività natalizie, invece, ho fruito di un semplice allungamento del permesso serale. Chi si contenta gode. Nei giorni del Natale, date le molte assenze, s’è vissuta una atmosfera di bonaccia, a servizi ridotti. Per ben due volte, grazie al provvido intervento del mio “capo”, ho scansato la guardia in garitta. L’ufficiale di picchetto ha preso per buona la motivazione delle “urgenti” incombenze d’ufficio e mi ha sostituito con un commilitone “volontario”. Più che alla giornata, si vive al minuto secondo. Lacci, laccetti e tagliole sono costruiti in serie in Caserma e sono sempre pronti a renderti la vita difficile, stracolma di quotidiane insidie. Peccato che una così bene “organizzata” catena di montaggio non possa essere annoverata fra le “invenzioni” brevettabili. Per i suoi ideatori e realizzatori ne verrebbe fuori, possibilmente, una redditizia pur se poco apprezzabile attività.

In definitiva, fine anno ad Augusta. Ospite della affettuosa famiglia di Pina. Pienone domestico: mamma, sorelle, cognato, nipoti, fra cui l’affezionata mia figlioccia Marisa. Scorazzando “in libertà” per le strade cittadine, ho incontrato alcuni colleghi di banca e qualche conoscente melillese.  Atmosfera molto distensiva: reiterati scambi d’auguri con vecchi amici e anche con persone di recente conoscenza.

Non è mancata la doverosa visita al Tenente De Marco, aiutante maggiore presso il  Comando Marina Militare, in relazione al cordiale rapporto di amicizia instauratosi negli anni trascorsi.

Avvalendomi anche della ormai inseparabile “500/c”, la mia fedele “topolino”, che ha permesso ogni celere spostamento in zona, ho trascorso due giorni del tutto straordinari, all’insegna della serenità, della distensione, del buon umore, della integrazione in un ambiente accogliente e caloroso che sostanzialmente, pur se solo momentaneamente, ha relegato in una sorta dimenticatoio la squallida vita di caserma e le tristi vicissitudini ad essa legate.

Babbo Natale, parecchio generosamente, s’è puntualmente presentato all’appuntamento per la simpatica distribuzione dei consueti simbolici doni festivi.

(Tratto da “Diario di un Coscritto” di Augusto Lucchese, edizioni Albatros, 2018)